Ermanno era figlio della moglie del conte di Salm e di Longwy, poi conte di Lussemburgo e difensore dell'abbazia di San Massimino di Treviri e del monastero di San Willibrod di Echternach, Giselberto, di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti, che prima di sposare Giselberto, aveva avuto un altro marito: infatti il Mariani Scotti Chronicon, citando Ermanno ed il fratello Corrado (lui senz'altro figlio di Giselberto, come conferma la Chronica Albrici Monachi Trium Fontium[1]), li definisce (Cuonradi fratrem Herimannum, Heinrici de Lacha fratris filium)[2], ed il Casus Monasterii Petrihusensis, definisce Ermanno (Herimannum) discendente dei Glicberg (genere Francum de Glicberg)[3]; mentre il Bernoldi Chronicon li cita come fratelli, figli dello stesso padre (Chonradus comes, frater Heremanni regis)[4]. Giselberto di Lussemburgo era figlio del conte di Moselgau e difensore delle abbazie di Stablo e Malmedy, Federico di Lussemburgo, come ci viene confermato dalla Histoire généalogique de la maison royale de Dreux (Paris), Luxembourg[5] e della moglie di cui non si conosce il nome, che era figlia di Ermetrude, discendente dai Corradinidi, come ci viene confermato dalla Vita Adelheidis abbatissæ Vilicensis[6], conti e duchi della Franconia.
Biografia
Secondo John Allyne Gade, nel suo Luxembourg in the Middle Ages (non consultato), suo padre o patrigno, Giselberto era divenuto conte di Salm per via del matrimonio[7]; infatti nel documento n° 306 del Mittelrheinisches Urkundenbuch I, del 1035, Giselberto viene citato come testimone, col titolo di conte di Salm[8].
Suo padre o patrigno, Giselberto morì nel 1059. John Allyne Gade, nel suo Luxembourg in the Middle Ages (non consultato), asserisce che Giselberto trovò la morte, in Italia, durante una rivolta[9]. Corrado gli succedette come Corrado I conte di Lussemburgo, mentre la contea di Salm andò a Ermanno, avvalorando la tesi di John Allyne Gade, che, Giselberto era divenuto conte di Salm per via del matrimonio[7] e che Emanno fosse figlio di primo letto della moglie di Giselberto e madre del fratellastro, Corrado[2].
Nel 1082, Ermanno si mosse verso il sud della Svevia, creando qualche preoccupazione ad Enrico IV, che temeva una discesa in Italia; ma la morte dei suoi più potenti alleati militari, Lotario Udo II, margravio della marca del Nord, in quello stesso anno e di Ottone di Northeim, nel gennaio del 1083, i cui figli erano troppo giovani per poterlo sostenere, lo fecero desistere dal tentativo[10], e in quello stesso anno fece precipitosamente ritorno in Sassonia[10].
Nel 1085 il sovrano tornò in Germania per affrontare Ermanno, ed entrò in Sassonia; ma, nel 1086 ci fu una reazione e fu posto l'assedio a Würzburg dove, Enrico venne affrontato e sconfitto nella battaglia di Pleichfeld[12]; questo scontro viene ricordato nel Bernoldi Chronicon del 1086[4]: il cronista, Bernoldo di Costanza, prese parte all'avvenimento[13], riporta che Enrico IV fu tra i primi a fuggire[4]. Ermanno fu tuttavia soverchiato dall'abilità del rivale e costretto a ritirarsi nei suoi possedimenti, morendo nel suo castello durante un assedio ad un castello[10]; anche la Histoire généalogique de la maison royale de Dreux (Paris), Luxembourg ci riporta che nel 1088, Ermanno si ritirò in Lotaringia, rinunciando al titolo regale[14].
Circa la morte, pare che fu colpito alla testa da una pietra lanciata dal castello che assediava[14]. Ancora secondo la Histoire généalogique de la maison royale de Dreux (Paris), Luxembourg gli succedette il figlio Ermanno II[14]. Secondo le Cronache di San Gallo, fu ucciso in un agguato nella sua terra natia in Lotaringia[15].
Matrimonio e figli
Ermanno aveva sposato una donna di cui non conosciamo gli ascendenti, di nome Sofia, come ci informa il Monumenta Boica, Vol. XXIX, Pars altera, Codex Pataviensis (non consultato)[16]. Ermanno da Sofia ebbe due figli: