Eli (sommo sacerdote)Eli, in lingua ebraica: עלי, ʻEli, ʻĒlî, che significa "Ascensione" o "Dio è il più alto/Dio in alto"; in greco antico, Ηλί, Ēli; in latino Heli (... – ...), fu, secondo il Libro di Samuele un Sommo sacerdote ebraico in Silo[1]. Narrazione biblicaNascita di SamueleAnna era la seconda moglie di Elkanah: oltre a lei, Elkanah aveva una moglie di nome Fenennah, che gli aveva già dato più figli. Anna risultò a lungo sterile, per cui veniva derisa e disprezzata dall'altra moglie, che aveva già partorito più figli. Anna era quindi triste e rifiutava spesso persino il cibo. Elkanah percepì lo stato d'animo di frustrazione e cercava di consolarla: «Anna, perché piangi? Perché non vuoi mangiare e perché è triste il tuo cuore? Forse che io non sono meglio per te di dieci figli?».[2] La Bibbia non dice quali siano state le risposte (se vi furono) di Anna al marito, ma che ella si alzò e si recò al Tempio a pregare in silenzio mentre Eli, sommo sacerdote in Silo, sedeva sulla porta del medesimo. Anna si rivolgeva a Dio con queste parole: «Signore delle schiere, se vorrai finalmente riguardare alla condizione della tua serva, se vorrai ricordarti di me e non dimenticare la tua serva e le darai un figlio maschio, lo darò al Signore per tutto il tempo della sua vita, né passerà il rasoio sul suo capo».[3] Vedendo Anna muovere le labbra senza emettere suono alcuno, Eli pensò che fosse ubriaca e la invitò a smaltire la sbornia prima di venire al Tempio. Ma Anna gli spiegò che stava pregando per ottenere da Dio rimedio «…alla grandezza del mio dolore e della mia angoscia».[4] Al che Eli le rispose: «Va' in pace e che il Dio d'Israele esaudisca la tua richiesta, quella che hai fatta a lui».[4] Ella rientrò a casa, mangiò e bevve col marito ed era piena di speranza. Poco dopo Anna rimase incinta e partorì un figlio, ma non si recò al Tempio a offrire il sacrificio annuale, promettendo che lo avrebbe portato là dopo lo svezzamento, progettando di portarlo a Eli e lasciarlo a lui per essere allevato come un nazarita. Il I Libro di Samuele riporta il canto di ringraziamento di Anna al Signore, per averla esaudita: «Il mio cuore giubila nel Signore, La storia di Anna s'intreccia con la cultura della nazione di Israele. Eli è il Sommo sacerdote di Silo, il penultimo dei giudici israeliti (cui successe solo Samuele[6] prima dei governi dei Re, quindi la tradizione di Silo diverrà antica e perduta, e Geremia, giunto poi sulla scena, cercherà di rinnovarla riportando il popolo israeliano sulla medesima strada, dopo che l'indebolimento dei re aveva portato alla profanazione del Tempio e della tradizione di Yahweh. I figli di Eli1 Samuele 2:12 Or i figli di Eli, Ofni e Fineas, erano uomini perversi e non conoscevano l'Eterno. Tuttavia erano sacerdoti, i quali abusavano verso il popolo che veniva al Tempio a sacrificare. Quando qualcuno offriva un sacrificio, il servo del sacerdote veniva e, mentre la carne cuoceva, con in mano un forchettone a tre punte lo ficcava nella pentola o nel paiolo o nel calderone o nella pignatta e, tutto ciò che il forchettone tirava su, il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con tutti gl'Israeliti che andavano a Sciloh. Oltre a ciò, commettevano adulterio con le donne che prestavano servizio all'ingresso del Tempio. Eli era consapevole del loro comportamento, ma egli li rimproverava troppo blandamente ed era incapace di fermare le loro nefandezze. Essi continuarono nel loro comportamento peccaminoso e così, secondo il testo biblico, un uomo inviato da Dio profetizzò a Eli che lui e la sua famiglia sarebbero stati puniti per questo, insieme a tutti i discendenti maschi di Eli, che sarebbero morti prima di raggiungere la vecchiaia e che sarebbero comunque stati sempre in subordine ai sacerdoti di altro lignaggio.[7] La maledizione allude a una precedente (non citata altrove nella Bibbia) promessa di Yahweh di una continuità sempiterna della linea di discendenza di Eli. Come segno della precisione della profezia, l'uomo inviato da Yahweh predisse a Eli che di lì a un po' di tempo i suoi figli sarebbero deceduti assieme, nel medesimo giorno. L'istruzione di SamueleEli continuò a istruire Samuele, figlio di Anna. Quando Samuele udì Dio parlargli, egli pensò in un primo tempo che fosse Eli; il vecchio, che non aveva udito Dio chiamare Samuele, comprese infine la verità e istruì Samuele sul come avrebbe dovuto rispondere. A Samuele era stato detto che la minaccia di Dio sarebbe stata compiuta su Eli e sulla sua famiglia e che non si poteva fare nulla per evitarla. Eli chiese a Samuele che cosa gli era stato detto, insistendo per conoscere tutta la verità, cosa che Samuele fece. Eli reagì mostrando fede, dicendo che Dio avrebbe fatto ciò che sarebbe stato meglio. L'attacco dei Filistei e la morte di EliQualche anno dopo, quando Samuele era già adulto, i filistei attaccarono Eben-Ezer e finirono con l'impadronirsi dell'Arca dell'alleanza e uccisero nel medesimo giorno i figli di Eli, che l'accompagnavano in quanto sacerdoti. Eli, ormai anziano e quasi cieco, rimase inconsapevole degli eventi fino a che gli fu narrato quanto accaduto da un messaggero scampato dopo la battaglia. La sua reazione fu esiziale: egli cadde all'indietro con la sedia sulla quale sedeva e morì per la rottura del collo. Egli era stato Giudice di Israele per 40 anni e morì all'età di 98. La nuora, moglie di Fineas, era incinta e prossima a partorire. Quando ella apprese la notizia della perdita dell'Arca e che marito e suocero erano morti, diede alla luce un figlio ma venne sopraffatta dai dolori del parto. In punto di morte, le donne che l'assistevano le dicevano: «Non disperare, hai dato alla luce un maschio», ma ella non rispose né diede segno di aver udito. Al figlio diede il nome di Ichabod dicendo «La Gloria di Dio ha lasciato Israele», ciò a causa della cattura dell'Arca e della morte di suocero e marito. PeriodizzazioneLe incursioni filistee durarono per circa 40 anni; Sansone, che combatteva i filistei, fu giudice di Israele per 20 anni, prima di Eli. Alcuni studiosi, come Kessler[8] e Nowack[9] hanno dedotto che probabilmente ci sia stato un periodo di sovrapposizione fra il periodo di Sansone e quello di Eli.[10] Comunque il Libro dei Giudici cita sempre gli anni di oppressione in contrasto col periodo di amministrazione dei giudici; poiché la prima parte del governo di Eli non pare verificarsi durante il periodo di oppressione, questo sembra escludere qualsiasi sovrapposizione con l'oppressione filistea sotto la quale Sansone, il precedente giudice, aveva vissuto.[10] GenealogiaSebbene la sua genealogia non sia fornita dal testo, un certo numero di studiosi ha determinato la genealogia di Eli basandosi su quanto scritto il altri passaggi biblici a proposito dei suoi figli. Abiatar è descritto dai Libri delle Cronache come discendente in linea diretta paterna da Itamar; i Libri di Samuele afferma che Abiatar era figlio di Achimelec e che quest'ultimo lo era di Achitub, fratello di Ichabod. Di conseguenza, poiché si narra che Ichabod era figlio di Fineas e che Fineas era figlio di Eli, questi studiosi ne hanno tratto la conclusione che Eli dovesse discendere da Ithamar.[10] Discendenti
(Sia Rabbah che suo nipote Abbaye morirono all'età di 60 anni, età che per l'Antico Testamento non rientra nella vecchiaia). Altre fontiTalmudIl Talmud annovera Eli fra i profeti.[12] Fonti samaritaneI Samaritani sostengono che il monte Garizim era il luogo Santo originale per Israele dai tempi in cui Giosuè (Bibbia) conquistò Israele e dieci tribù si stabilirono sul territorio. Secondo la Bibbia la storia del monte Garizim ci riporta a quella dei tempi in cui Mosé ordinò a Giosuè di portare le dodici tribù d'Israele alle montagne presso Sichem, sistemandone sei in cima al monte Garizim (Monte della Benedizione) e le altre sul monte Ebal (Monte della Maledizione). Le due montagne erano usate per simboleggiare i significati del comandamenti e fungevano da avvertimento verso chiunque non li osservasse.
Una controdeduzione a quanto sopra affermato si trova nel Libro di Giosuè (18:1), che descrive il tabernacolo come posto a Silo, iniziando con il tempo in cui gli Israeliti si spartivano la Terra Promessa e prima che Giosuè morisse.[15] Abu l-Fath as-Samiri, che nel XIV secolo dell'era volgare scrisse una grossa opera sulla storia dei Samaritani, commenta le loro origini come segue:
Successivamente il Samaritan Chronicle Adler, o New Chronicle, che si ritiene sia stato scritto nel XVIII secolo della nostra era, utilizzando primitive cronache come fonti, sostenne:
Secondo i Samaritani ciò segna la fine dell'Età del Favore Divino, chiamata רידון (Ridhwan) o רהוּתה (Rahuta), che era iniziata con Mosé. Quindi ebbe inizio la פנוּתה (Fanuta), Età dello Sfavore Divino, quando Iddio distolse il suo sguardo dal popolo. Secondo i Samaritani l'Età del Favore Divino tornerà solo con l'arrivo del Taheb (Messia o Salvatore).[18] Così, secondo fonti samaritane, la linea dei Sommi sacerdoti di Fineas ebbe termine nel 1624 con la morte del 112º Sommo sacerdote Shlomyah ben Pinhas, quando il Sommo sacerdozio passò ai figli di Ithamar. Note
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