Diocesi di Triocala
La diocesi di Triocala (in latino Dioecesis Triocalitana) è una sede soppressa della Chiesa cattolica. Con il titolo di Tricala (in latino Trecalitana) è dal 1966 una sede titolare della Chiesa cattolica. StoriaTriocala, corrispondente all'odierna città di Caltabellotta, fu sede di un'antica diocesi siciliana. Secondo la tradizione - che si basa però su documenti d'epoca tardiva (un manoscritto del 1794 rappresenta la fonte più esaustiva)[1][2] - il protovescovo della comunità cristiana tricolitana fu san Pellegrino, inviato in Sicilia dall'apostolo Pietro e consacrato vescovo di Triocala; questi, sbarcato a Capo Bianco, sconfisse un mitologico dragone che dimorava in un antro nutrendosi giornalmente di un giovane pasto umano.[3][4] Tuttavia la tradizione che vede san Pellegrino primo vescovo di Triocala, sembra trarre la sua origine da documenti più antichi; si tratta di un documento d'epoca bizantina, redatto nel VII-VIII secolo, intitolato l'Encomio di san Marciano, nel quale si accenna al martire Pellegrino, insieme a Libertino di Agrigento, ma non lo si nomina vescovo, e sembrerebbe collocato al III secolo, non al I.[5] Anche in un'altra antica fonte, il Martyrium sancti Libertini episcopi Agrigenti et s. Peregrini, il martire Pellegrino viene collocato saldamente al III secolo.[6] Dunque secondo l'interpretazione di queste due antiche fonti, la diocesi di Triocala non potrebbe avere origini apostoliche, poiché il suo primo vescovo non sarebbe anteriore al III secolo.[6] Dal punto di vista storico e documentario la diocesi è menzionata per la prima volta solo verso la fine del VI secolo nell'epistolario di Gregorio Magno, ma nulla vieta di escludere un'origine più antica: secondo lo storico Rizzo[7] la diocesi potrebbe essere stata fondata nel corso del V secolo, mentre per Wilson[8] risalirebbe all'epoca di papa Gregorio. Il primo vescovo documentato è Pietro, episcopus triocalitanus, che appare in due lettere di papa Gregorio, di novembre 594 e ottobre 598. Nella prima lettera il pontefice affida a Pietro l'incarico di visitatore della chiesa di Girgenti, lacerata da divisioni a causa dell'assenza del legittimo vescovo. Dalla seconda lettera si evince che nel territorio di Triocala esisteva un monastero.[9] Dalla Vita Gregorii di Giovanni Diacono si deduce che Pietro era stato un suddiacono della diocesi di Roma, consacrato e inviato direttamente da papa Gregorio I a Triocala.[10] Nel VII secolo si conoscono i nomi di altri due vescovi. Massimo partecipò al sinodo romano del 649 convocato da papa Martino I per discutere della questione teologica del monotelismo. Giorgio prese parte ai sinodi romani convocati da papa Agatone nel 679 e nel 680; questo secondo sinodo era in preparazione al concilio ecumenico di Costantinopoli del 680/681.[11] A partire dalla prima metà dell'VIII secolo la Sicilia fu sottratta dagli imperatori bizantini alla giurisdizione del patriarcato di Roma e sottomessa a quella del patriarcato di Costantinopoli, e le diocesi siciliane[12], tra cui anche quella di Triocala, divennero suffraganee dell'arcidiocesi di Siracusa. Con queste nuove condizioni, il vescovo Giovanni di Trokalis prese parte al concilio di Nicea del 787[13]; è l'ultimo vescovo conosciuto di Triocala. Tra l'839 e l'840 la città fu conquistata dagli Arabi[14], e la sede episcopale fu trasferita nel monastero di San Calogero sul monte Cronio, nei pressi di Sciacca.[15] Con il nome di Kroniou, la diocesi appare nella Notitia Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli, databile all'inizio del X secolo e attribuita all'imperatore Leone VI.[16] Dopo questa menzione non si hanno più notizie della diocesi; con l'avvento dei Normanni nell'XI secolo non venne più restaurata e il suo territorio entrò a far parte della diocesi di Agrigento. In occasione del riordino delle diocesi siciliane e della fondazione di nuove sede episcopali, tra la fine del Settecento e la prima metà dell'Ottocento, ci furono dei tentativi per la restaurazione della diocesi. I primi furono gli abitanti di Sciacca, con supplica inviata il 28 agosto 1775 al re Ferdinando III; un altro rapporto fu inviato nel 1819 per restituire a Caltabellotta la sede episcopale.[17] Questi tentativi tuttavia non ebbero alcun seguito. Dal 1966 Triocala, con il titolo di Tricala, è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 25 febbraio 2020 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Giorgio Demetrio Gallaro, segretario emerito del Dicastero per le Chiese orientali. CronotassiVescovi
Vescovi titolari
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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