Diocesi di Cesarea di Bitinia
La diocesi di Cesarea di Bitinia (in latino Dioecesis Caesariensis in Bithynia) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica. StoriaCesarea di Bitinia, nei pressi di Bedemkos (Bademköy) nell'odierna Turchia, è un'antica sede vescovile della provincia romana di Bitinia nella diocesi civile del Ponto. Faceva parte del patriarcato di Costantinopoli ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Nicomedia. La diocesi è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli fino al X secolo.[1] Diversi sono i vescovi noti di questa antica sede episcopale. Il primo è Phileas, il cui nome appare nel racconto del martirio di san Tirso e dei suoi compagni all'epoca dell'imperatore Diocleziano; il racconto riferisce che il vescovo si era dato alla fuga nascondendosi per paura della persecuzione.[2] Rufo figura nella lista dei vescovi che presero parte al primo concilio di Nicea nel 325.[3] Non sono noti altri vescovi fino al VI secolo. Paolo sottoscrisse, il 20 luglio 518, la petizione inviata dal sinodo di Costantinopoli al patriarca Giovanni, perché rompesse i suoi legami con Severo di Antiochia e il partito monofisita e ristabilisse la fede calcedonese.[4] Giovanni prese parte al sinodo costantinopolitano riunito nel 536 dal patriarca Mena, durante il quale sottoscrisse, nelle sessioni del 21 maggio e del 4 giugno, la condanna di Severo di Antiochia e dei suoi sostenitori, l'ex patriarca Antimo, il monaco siriano Zoora e Pietro di Apamea.[5] Per il VII secolo, le fonti tramandano i nomi di altri due vescovi. Il vescovo Teodosio prese parte ad una disputa sulle due volontà in Cristo il 24 agosto 656 con Massimo il Confessore, esiliato a Bizya.[6] Teodoro partecipò al concilio di Costantinopoli del 680-681 dove fu condannata l'eresia monotelita.[7] Le fonti conciliari dell'VIII e del IX secolo trasmettono i nomi di due vescovi: Costantino, che assistette al secondo concilio di Nicea nel 787;[8] e Teopisto, che prese parte al concilio di Costantinopoli dell'879-880 che riabilitò il patriarca Fozio.[9] Un sigillo vescovile, datato tra il X e l'XI secolo, riporta il nome del vescovo Gregorio; potrebbe appartenere ad un vescovo di Cesarea di Bitinia, poiché il sigillo non indica che fosse un metropolita.[10] Dal XVI secolo Cesarea di Bitinia è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 5 gennaio 1982. L'ultimo titolare è stato Secondo Chiocca, vescovo ausiliare di Genova. CronotassiVescovi greci
Vescovi titolariI vescovi del XV, XVI e XVII secolo sono quelli riportati da Catholic Hierarchy. Tuttavia questi vescovi appartengono probabilmente ad altre sedi titolari omonime; infatti gli Annuari Pontifici dell'Ottocento, l'Annuaire pontifical catholique del 1917[11] e ancora l'Annuario Pontificio del 1919[12] conoscono sono le sedi di Cesarea di Palestina, Cesarea del Ponto (Cappadocia), Cesarea di Filippo e Cesarea di Mauritania. Secondo Gcatholic, la sede titolare di Cesarea di Bitinia è stata istituita nel 1933; per cui solo gli ultimi tre vescovi di questa cronotassi apparterrebbero alla sede titolare di Cesarea di Bitinia.
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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