De virtute et vitio
Il De virtute et vitio (in greco antico: Περὶ ἀρετῆς καὶ κακίας?) è un'opera letteraria di Plutarco, catalogata all'interno dei Moralia, strutturata come una orazione[1]. StrutturaMancando le informazioni riguardanti data e luogo di composizione del breve saggio[2], è possibile solo supporre che possa essere stato progettato come una conferenza, come mostra il tono retorico soprattutto nel suo explicit[3]ː «Accumula oro, accumula argento, costruisci maestose passeggiate, riempi la tua casa di schiavi e la città dei tuoi debitori; a meno che tu non livelli le emozioni della tua anima, metta fine ai tuoi desideri insaziati e ti allontani da paure e ansie, stai solo decantando vino per un uomo con la febbre, offrendo miele a un uomo bilioso e preparando bocconcini e prelibatezze per chi soffre di coliche o dissenteria, che non possono trattenerle o essere rafforzate da esse, ma sono solo portate più vicino alla morte in questo modo. (...) Sarai contento della tua sorte se imparerai cos'è l'onorevole e il buono. Sarai lussuoso in povertà e vivrai come un re, e non troverai meno soddisfazione nella vita spensierata di un privato cittadino che nella vita connessa con alte cariche militari o civili. Se diventi un filosofo, vivrai non in modo spiacevole, ma imparerai a sopravvivere piacevolmente ovunque e con qualsiasi risorsa. E La ricchezza ti darà gioia per il bene che farai a molti, povertà per la tua libertà da molte preoccupazioni, reputazione per gli onori di cui godrai e oscurità per la certezza che non sarai invidiato.» Lo stile è brillante e ricco di immagini, impreziosito da lemmi ricercati e poetici. NoteBibliografia
Voci correlate
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