Cronaca di un amoreCronaca di un amore è un film drammatico del 1950 diretto da Michelangelo Antonioni e interpretato da Lucia Bosè e Massimo Girotti. È stato il primo lungometraggio in assoluto ad essere diretto dal grande regista di Ferrara.[1] Inoltre vinse due Nastri d'argento. TramaMilano. Paola Molon, ferrarese, è sposata con Enrico Fontana, un facoltoso uomo d'affari di Milano. L'uomo assume un investigatore privato per ottenere delle informazioni sul passato di sua moglie, e scopre che Paola, ancora a Ferrara, qualche mese prima di sposarlo aveva avuto una relazione con un certo Guido, allora ufficialmente fidanzato con un'amica di Paola: quella relazione si era bruscamente interrotta quando la fidanzata di Guido era morta in uno strano incidente in ascensore. A distanza di diversi anni, Paola e Guido si incontrano nuovamente a Milano, di nascosto da Enrico: entrambi sono ancora spaventati e provati per l'inchiesta sulla tragica morte della ragazza. La passione tra i due, sopita per molto tempo, riesplode però all'improvviso, e addirittura li porta a progettare un possibile futuro insieme, ma Guido è povero e non ha denaro e Paola è ormai abituata a vivere nel lusso che Enrico le ha assicurato per anni. I due decidono quindi di ricorrere al delitto d'onore e uccidere insieme il marito di Paola, per poi fuggire insieme e sparire per sempre dalla ricca Milano. ProduzioneRipreseIl film venne girato tra Ferrara e Milano: tra le location principali e visibili nel film troviamo, per Ferrara:[2] Mentre per Milano spiccano: RestauroIl film nel 2004 è stato restaurato dall'associazione "Philip Morris Progetto Cinema" assieme agli Studi di Cinecittà, poiché il negativo originale del film era andato perso in un violento incendio, nel 1989.[3] DistribuzioneIl film uscì nelle sale cinematografiche italiane il 3 novembre 1950, mentre in Francia persino un po' prima, il 18 settembre dello stesso anno.[4] Home videoIl film è disponibile in versione Blu-ray e DVD, ad opera della CG Entertainment, che ne ha realizzato anche una speciale edizione limitata da 500 copie.[5] AccoglienzaCritica«Il nostro cinema è ben vivo. A un primo gruppo di nostri interessanti registi (Camerini, Blasetti) si è poi aggiunto quello di notevoli prime affermazioni del dopoguerra (Rossellini, De Sica, Visconti, Germi…), ai quali si sono ancora aggiunti i giovani (De Santis, Castellani, Lattuada). Ora è la volta di giovanissimi, di esordienti che con il loro primo film destano curiosità e interesse, ognuno una buona promessa. Dopo Domenica d'agosto, di Emmer, ecco ora Cronaca di un amore, del giovane ma già partito bene Michelangelo Antonioni.[6]» «Più che un film bello è un film importante: in parte per certi tentativi che Michelangelo Antonioni si era proposto in partenza e in parte per alcuni risultati raggiunti, frutto, gli uni e gli altri, di una seria preparazione teorica e specifica. E di un'esperienza pratica tra le più impegnative nel campo del documentario e in quello della direzione degli attori.[7]» Il film è stato poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare.[8] Riconoscimenti
Note
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