L'etimologia del nome generico (Crepis) non è molto chiara. In latino Crèpìs significa pantofola, sandalo e i frutti, di alcune specie di questo genere, sono strozzati nella parte mediana ricordando così (molto vagamente) questo tipo di calzare. Inoltre lo stesso vocabolo nell'antica Grecia indicava il legno di Sandalo.[3] L'epiteto specifico (pygmaea ) significa piccolo, pigmeo o nano ed è riferito al portamento di questa pianta.[3][4]
Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dal botanico Carl Linnaeus (1707-1778) nella pubblicazione " Species Plantarum" (Sp. Pl. 2: 805) del 1753.[5]
Descrizione
Habitus. La pianta di questa specie è una erbacea perenne. La forma biologica è geofita rizomatosa (G rhiz), sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea; durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come bulbi, tuberi e rizomi, fusti sotterranei dai quali, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei. Gli steli contengono abbondante latice amaro.[6][7][8][9][10][3][11][12]
Fusto.
Parte ipogea: la parte sotterranea, consistente in un rizoma strisciante, ialino e più o meno arrossato, può essere fibrosa o legnosa. Le radici possono essere del tipo a fittone o secondarie da rizoma, spesso sono piuttosto grosse e profonde.
Parte epigea: i fusti di queste piante sono generalmente prostrati o ascendenti e fogliosi. In una singola pianta si possono avere diversi fusti. La superficie può essere glabra, striata, pelosa. A volte sono presenti delle setole ghiandolose. Gli scapi fiorali sono cavi e afilli; possono originare direttamente dal rizoma. L'altezza media delle piante varia da 6 a 12 cm.
Foglie basali: la lamina è ridotta al segmento apicale con forme ovate e a 1 - 3 coppie di segmenti laterali; alla base sono cordate o lirate; il colore è grigio-ragnateloso, rossastro o sfumato di violetto. Dimensione del segmento apicale: larghezza 2 – 3 cm; lunghezza 3 – 4 cm. Lunghezza dei segmenti laterali: 2 – 5 mm.
Foglie cauline: le foglie cauline, se sono presenti, sono progressivamente più piccole, a lamina di tipo pennatosetto. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno.
Infiorescenza. L'infiorescenza è formata da un unico (raramente) capolino eretto e emisferico. Ogni capolino è formato da un peduncolo che sorregge un involucro più o meno cilindrico, pubescente-tomentoso (non ghiandoloso), formato da 2 serie di brattee o squame disposte in modo embricato e scalato, che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori ligulati. La forma delle brattee, disuguali fra le due serie (quelle interne sono più lunghe), può essere da lanceolata a lineare con margini continui oppure no; la superficie è tomentosa o setosa (glabra nella pagina interna). Il ricettacolo è piano e nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori, o raramente sono presenti). Dimensione dell'involucro: larghezza 5 – 6 mm; lunghezza 10 – 15 mm.
Corolla: le corolle sono formate da una ligula terminante con 5 denti (è la parte finale dei cinque petali saldati fra di loro). Il colore dei fiori è in prevalenza giallo; quegli esterni sono spesso arrossati di sotto. La superficie può essere sia pubescente che glabra. Lunghezza dei fiori: 15 – 18 mm.
Gineceo: lo stilo è filiforme. Gli stigmi dello stilo sono due, divergenti e ricurvi con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base).[16] L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli.
Fioritura: da luglio ad agosto.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Il frutto consiste in un achenio colorato di bruno scuro, cilindrico o fusiforme (non compresso), con varie coste (da 20 a 25), con la superficie trasversalmente tubercolata e senza un becco ben distinto. Il pappo è soffice (ma tenace) formato da peli semplici (non ramificati) di colore generalmente bianco candido disposti su più serie. Dimensione degli acheni: 4 – 6 mm. Lunghezza del pappo: 7 – 8 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione: in Italia questa specie è rara e si trova al Nord (Alpi) e al Centro (Appennini). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia e Svizzera. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nei Pirenei.[18] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo si trova nell'Europa mediterranea occidentale.[2]
Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i macereti e i ghiaioni. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[18]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare da 1.700 fino a 2.600 ms.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino, alpino e in parte quello montano.
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino Crepis pygmaea appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Thlaspietea rotundifolii
Ordine: Thlaspietalia rotundifolii
Areale italiano
Per l'areale completo italiano Crepis pygmaea appartiene alla seguente comunità vegetale:[19]
Macrotipologia: vegetazione casmofitica, glareicola ed epifitica.
Descrizione. La suballeanza Thlaspienion stylosi è relativa alla vegetazione pioniera dei ghiaioni fortemente acclivi scarsi in specie. La maggiore distribuzione delle specie di questa cenosi si ha nell’Appennino centrale.[19]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[20], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[21] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[22]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10]
Filogenesi
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[10]
La sottotribù è divisa in due gruppi principali, uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[10] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Crepis-Lapsana-Rhagadiolus clade", composto dai generi Crepis L., 1753, Lapsana L., 1753 e Rhagadiolus Juss., 1789.[11] Dalle analisi Crepis risulta parafiletico (per cui la sua circoscrizione è provvisoria).[23]
Nella "Flora d'Italia" le specie italiane di Crepis sono suddivise in 4 gruppi e 12 sezioni in base alla morfologia degli acheni, dell'involucro e altri caratteri (questa suddivisione fatta per scopi pratici non ha valore tassonomico). La specie di questa voce appartiene al Gruppo 4 (gli involucri dei capolini sono privi di peli ghiandolari; gli acheni sono più o meno uniformi e senza un becco distinto) e alla Sezione N (le brattee involucrali sono glabre sulla pagina interna; gli acheni hanno 16 - 20 e più coste).[12]
I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[12][24]
le piante sono rizomatose alte 4 - 20 cm;
le foglie cauline sono ridotte;
gli involucri dei capolini sono privi di peli ghiandolari;
gli acheni sono più o meno uniformi senza un becco distinto;
le brattee involucrali sono glabre sulla pagina interna;
Allo stesso gruppo e sezione appartengono le seguenti specie:[24]
Crepis pyrenaica (L.) Greuter - Radichiella dei Pirenei: la base delle foglie cauline è astata con lobi acuti; i fiori ligulati periferici sono lunghi 20 - 23 mm; il frutto achenio è lungo 5 - 8 mm.
Crepis froelichiana Froel. - Radichiella di Froelich: le foglie sono lunghe da 3 a 8 cm e larghe la metà o meno; i fiori possono essere sia gialli che rosei; le antere hanno delle appendici lunghe 0,8 mm.
Crepis praemorsa (L.) Tausch - Radichiella siberiana: le foglie sono lunghe da 5 a 20 cm e larghe circa 1/3 o meno; i fiori sono gialli; le antere hanno delle appendici lunghe 0,5 mm.
Crepis pygmaea L. - Radichiella dei ghiaioni: il portamento del fusto è prostrato-ascendente; le foglie sono del tipo pennatosetto con il segmento apicale di forma ovata e quelli laterali quasi nulli; le squame dell'involucro sono pubescenti.
Sinonimi
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.