Crepis biennisLa radichiella dei prati (nome scientifico Crepis biennis L., 1753) è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2] EtimologiaL'etimologia del nome generico (Crepis) non è molto chiara. In latino Crèpìs significa pantofola, sandalo e i frutti, di alcune specie di questo genere, sono strozzati nella parte mediana ricordando così (molto vagamente) questo tipo di calzare. Inoltre lo stesso vocabolo nell'antica Grecia indicava il legno di Sandalo. Non è chiaro quindi, perché Sébastien Vaillant (botanico francese, 1669 - 1722) abbia scelto proprio questo nome per indicare il genere della presente specie[3]. L'epiteto specifico (biennis) deriva dal ciclo biologico della pianta; mentre quello comune (“radichiella dei prati”) è dovuto alla larga diffusione di questa specie e naturalmente alle zone dove più facilmente si trova. Il primo inserimento di questa pianta nei cataloghi botanici è dovuto al biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778) nel 1753.[2] I francesi chiamano questa pianta con il nome di Crépide bisannuelle, ma anche Chicorée jaune; mentre i tedeschi la chiamano: Wiesen-Pippau; e gli inglesi la chiamano Rough Hawk's-Beard. DescrizioneHabitus. La pianta di questa specie è una erbacea bienne. La forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn), ossia sono piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con ciclo vitale biennale. Gli steli contengono abbondante latice amaro.[4][5][6][7][8][3][9][10] Radici. La radice è del tipo a fittone (corto) e con robuste radici secondarie. Fusto. Il fusto è eretto, striato (eventualmente arrossato sulle coste); nella parte inferiore sono presenti delle setole ruvide e patenti; nella parte superiore è ramificato. Gli scapi fiorali sono cavi e afilli; possono originare direttamente dal rizoma. Queste piante raggiungono i 120 cm di altezza (altezza media 30 – 60 cm). Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline.
Infiorescenza. L'infiorescenza è formata da diversi capolini emisferici ed è di tipo corimboso. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro piriforme formato da 2 serie di squame, che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati e quelli interni tubulosi (in questo caso sono assenti). Le squame (da 10 a 17) sono più o meno pubescenti e di colore verde scuro, sono disposte su due serie diversificate: quella interna con squame tutte uguali e pubescenti su entrambe le facce, quella esterna con squame irregolari lunghe metà o più di quelle interne. Il ricettacolo è privo di setole o pagliette. Il colore dei fiori è giallo. Dimensione dell'involucro: larghezza 8 mm; lunghezza 10 mm. Diametro dei capolini : 25 – 35 mm. Fiori. I fiori tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Il frutto consiste in un achenio chiaro (bruno-giallastro), cilindrico, a 13-18 coste lisce (si assottigliano verso l'alto) e sormontato da un pappo soffice formato da peli semplici (non ramificati) di colore bianco. Il becco è assente oppure molto più corto del corpo dell'achenio. Dimensione dell'achenio : 4 – 7,5 mm. Lunghezza del pappo : 5 – 7 mm. Biologia
Distribuzione e habitat
FitosociologiaAreale alpinoDal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Areale italianoPer l'areale completo italiano Crepis biennis appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Descrizione: l'alleanza Arrhenatherion elatioris fa riferimento a prati regolarmente falciati, almeno due volte l'anno (il loro abbandono conduce, spesso anche rapidamente, a fasi di incespugliamento), e concimati in modo non intensivo, su suoli relativamente profondi. Si tratta di comunità floristicamente ricche che sono distribuite dal fondovalle (alta pianura) ai 1000 (1500 m sui pendii soleggiati). L'alleanza Arrhenatherion elatioris è distribuita in Italia settentrionale, nell'Europa centrale atlantica e nelle aree alpine e caucasiche.[18] TassonomiaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8] La Crepis biennis appartiene a un genere (Crepis) abbastanza numeroso comprendente dalle 200 alle 300 specie (secondo le varie classificazioni), diffuse soprattutto nell'emisfero boreale (Vecchio Mondo), delle quali quasi una cinquantina sono proprie della flora italiana. FilogenesiIl genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[8] La sottotribù è divisa in due gruppi principali uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[8] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Crepis-Lapsana-Rhagadiolus clade", composto dai generi Crepis L., 1753, Lapsana L., 1753 e Rhagadiolus Juss., 1789.[9] Dalle analisi Crepis risulta parafiletico (per cui la sua circoscrizione è provvisoria).[22] Nella "Flora d'Italia" le specie italiane di Crepis sono suddivise in 4 gruppi e 12 sezioni in base alla morfologia degli acheni, dell'involucro e altri caratteri (questa suddivisione fatta per scopi pratici non ha valore tassonomico). La specie di questa voce appartiene al Gruppo 3 (gli involucri dei capolini sono pubescenti per peli ghiandolari; gli acheni sono più o meno uniformi e senza un becco distinto ma con un apice progressivamente attenuato) e alla Sezione I (a volte i peli ghiandolari sono assenti).[10] I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[10][23]
Il numero cromosomico della specie è: 2n = 36 e 40.[10] Specie similiAllo stesso gruppo e sezione appartengono le seguenti specie:[23]
Crepis biennis è un “comune” fiore giallo come tanti se ne vedono sui nostri prati che facilmente possono essere confusi con altri ad un primo sguardo distratto. Qui elenchiamo alcune specie (anche di altri generi) abbastanza simili che a volte differiscono per particolari anche poco evidenti come la struttura del ricettacolo, la forma dell'achenio o del pappo, oppure in modo più evidente dalla forma delle foglie:
SinonimiSono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Usi - CucinaLe foglie basali, se raccolte prima della fioritura, possono essere usate come verdura cotta. Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|