Chondrilla chondrilloides
Il lattugaccio dei torrenti (nome scientifico Chondrilla chondrilloides (Ard.) H. Karst., 1883) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2] EtimologiaIl nome generico (Chondrilla) deriva dal nome greco di indivia o cicoria (le piante di questo genere sono molto simili alla cicoria)[3]; mentre il nome comune (chondrilloides) significa "simile a chondrilla". Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente nel 1764 dall'agronomo, botanico e naturalista italiano Pietro Arduino (Caprino Veronese, 18 luglio 1728 – Padova, 13 aprile 1805) con il nome scientifico di Prenanthes chondrilloides (basionimo)[4], perfezionato successivamente nell'attuale nome dal botanico e geologo tedesco Gustav Karl Wilhelm Hermann Karsten (1817-1908) nella pubblicazione "Deutsche Flora. Pharmaceutisch-medicinische Botanik - 1139" del 1883.[5] DescrizioneHabitus. La forma biologica di questa specie è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne (in qualche caso bienne), con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta è generalmente glabra.[6][7][8][9][10][11][12] Radici. Le radici sono dei fittoni legnosi e ramificati all'apice. Fusto. La parte aerea del fusto è eretta con superficie glabra e liscia o finemente striata. La ramosità si sviluppa nella parte superiore della pianta. Queste piante arrivano al massimo ad una altezza compresa tra 0,5 - 3,5 dm. Foglie. Le foglie, glauche su entrambe le superfici, si dividono in basali e cauline. Le foglie basali hanno una lamina a forma da lineare-spatolata a strettamente obovata con bordi interi o percorsi da dentelli distanziati; sono persistenti alla fioritura. Dimensioni delle foglie basali: larghezza 3 – 13 mm; lunghezza 30 – 90 mm. Le foglie cauline hanno una forma lineare e sono progressivamente più ridotte (quelle più vicine all'infiorescenza sono ridotte a delle squame). Lunghezza delle foglie cauline: 3 – 18 mm. Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da diversi capolini lungamente peduncolati formanti corimbi lassi. Il peduncolo può essere ricoperto da brevi squame. I capolini sono formati da un involucro a forma cilindrica composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le squame divise in due serie si distinguono in superiori e inferiori: quelle inferiori sono lunghe 1 mm; quelle superiori (circa 9) hanno una forma da lineare a lanceolate. Dimensioni delle squame superiori: larghezza 0,8 mm; lunghezza 8 – 9 mm. Diametro dei capolini: 1,5 - 2,0 cm. Lunghezza del peduncolo: 1 – 4 cm. Dimensioni dell'involucro: larghezza 3 – 5 mm; lunghezza 8 –11 mm. Fiori. I fiori sono tutti del tipo ligulato[13] (il tipo tubuloso, i fiori del disco, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e zigomorfi.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. L'achenio ha una forma simile ad una navicella (cimbiforme) con un rostro di 4 mm e un prolungamento (becco, lievemente più corto del corpo) alla fine del quale è inserito il pappo. Il pappo è niveo. Lunghezza dell'achenio: 5 – 6 mm. Lunghezza del pappo: 5 – 6 mm. Biologia
Distribuzione e habitat
FitosociologiaAreale alpinoDal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
Areale italianoPer l'areale completo italiano Chondrilla chondrilloides appartiene alla seguente comunità vegetale:[19]
Descrizione. L'alleanza Epilobion fleischeri è relativa alle comunità erbacea perenne, su terreni alluvionali sassosi e ghiaiosi in presenza di corsi d’acqua a regime torrentizio in cui si alternano fasi di inondazione e fasi di disseccamento. Il piano climatico è più o meno quello mesotemperato. La copertura di questa comunità è discontinua, prevalentemente costituita da emicriptofite con un numero limitato di specie. Distribuzione: l’alleanza, tipica della regione alpina, è rara in Appenino.[20] Specie presenti nell'associazione: Epilobium fleischeri, Epilobium dodonaei, Scrophularia canina, Scrophularia juratensis, Hieracium piloselloides, Chondrilla chondrilloides, Salix purpurea, Salix elaeagnos, Galeopsis angustifolia, Myricaria germanica e Erigeron angulosus. TassonomiaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[21], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[22] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[23]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10] Il genere Chondrilla comprende una trentina di specie, due delle quali sono presenti sul territorio italiano. FilogenesiIl genere di questa voce appartiene alla sottotribù Chondrillinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Chondrillinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Crepidinae (insieme formano un "gruppo fratello").[10] La sottotribù è formata da tre generi: Chondrilla, Willemetia e Phitosia dalle cui analisi molecolari risulta essere un clade ben supportato. All'interno della sottotribù il genere Chondrilla con il genere Willemetia formano un "gruppo fratello", mentre il genere Phitosia è in una posizione più "basale".[10][11][24] Il genere Chondrilla risulta diviso in due cladi principali, uno comprendente C. chondrilloides (endemico delle Alpi) e C. urumoffii (distribuito nella penisola Balcanica: l'altro clade comprende la specie C. juncea e tutte le altre specie europee e asiatiche.[11] I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[9][12]
Pignatti nella "Flora d'Italia" ipotizza che questa specie si sia formata dalla specie congenere Chondrilla juncea L. durante il periodo geologico Quaternario.[12] Il numero cromosomico della specie è 2n = 10.[12] Il basionimo per questa specie è: Prenanthes chondrilloides Ard., 1764.[18] SinonimiQuesta entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]
Specie similiQuesta specie può essere confusa con la specie congenere Chondrilla juncea L. che si distingue per l'infiorescenza anche ascellare di capolini sessili (non peduncolati) e per la scomparsa della rosetta basale alla fioritura.
Altre notizieLa condrilla falsa condrilla in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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