Il Coprinus comatus (O.F. Müll.), appartenente alla famiglia delle Coprinaceae, è uno dei pochi funghi commestibili del genere Coprinus.
Il colore bianco del carpoforo, le numerose squame sul cappello, la taglia slanciata e spesso assai sviluppata (se confrontata ai suoi congeneri), ed il gambo leggermente più ingrossato alla base rendono questa specie facilmente identificabile.
Da adulto la carne diventa deliquescente e spesso è possibile osservare del liquido nero che sgocciola dal cappello; per tale motivo questa specie, unitamente al Coprinus atramentarius, viene appellata "fungo dell'inchiostro".
5–20 cm x 3–7 cm, prima ovoidale, poi conico-campanulato, non molto carnoso.
Cuticola
inizialmente bianca e sericea, presto si frammenta in squame filamentose da biancastre a bruno-chiaro su fondo bianco, con disco centrale unito ed ocraceo.
Margine
prima involuto, presto revoluto, arricciato, fessurato, di colore nerastro e deliquescente.
Sottili, ineguali, molto fitte, alte, tipicamente parallele, libere al gambo, prima bianche, poi passano, a partire dal filo, gradatamente a una colorazione rosa e infine viola-nerastra diventando deliquescenti.
10-20 x 1-2,5 cm, bianco, sericeo, separabile dal cappello, liscio, cavo, cilindrico, attenuato all'apice e lievemente ingrossato alla base, radicante, decorato con sottili fibrille concolori.
Esigua, acquosa e tenera nel cappello, presto fibrosa nel gambo, bianca negli esemplari giovani, deliquescente negli esemplari meno giovani.
Odore: caratteristico, complesso, non ben definibile, comunque gradevole. Leggermente aromatico negli esemplari essiccati oppure in quelli più esposti al sole.
40-110 x 15-40 µm, ellissoidali, ovoidali, oblunghi, utriformi o subcilindrici.
Habitat
Specie comune, fruttifica dalla primavera all'autunno, isolato o a gruppi numerosi, nei campi, orti, in terreni di riporto o comunque sciolti, sabbiosi e ricchi di sostanze organiche; predilige piccoli frammenti di legno in decomposizione, trucioli e segatura.
Ricostruire l'habitat per la coltivazione è abbastanza semplice in quanto è sufficiente ammassare legname sul terreno; la decomposizione della legna crea le condizioni ideali alla crescita di questa specie.
Crescita
La foto sulla sinistra mostra un esemplare maturo. Invece sulla destra si riporta lo stesso carpoforo 24 ore dopo: è possibile osservare l'inchiostro che "sgocciola" dalle lamelle.
Questo a conferma della facile deperibilità della carne di questa specie.
Esemplare di C. comatus
... lo stesso esemplare dopo 24 ore
Commestibilità
Ottimo commestibile quando tutto il carpoforo è ancora bianco, ovvero quando il fungo è giovane, immaturo e freschissimo.
Senza valore quando inizia a diventare deliquescente, vivamente sconsigliato.
Alcuni studi hanno evidenziato che questo fungo assorbe mercurio[2] e altri metalli pesanti[3] dal substrato in cui fruttifica; è opportuno pertanto consumarlo con attenzione e moderazione, anche in relazione al luogo della raccolta.
Note sulla preparazione
Tra i migliori funghi commestibili finché le lamelle sono candide, ma da cucinare subito dopo averlo raccolto, in quanto il colore delle lamelle muta in pochissimo tempo per effetto della produzione delle spore. Per rallentare questo processo si consiglia di staccare il gambo, mediante rotazione, al momento della raccolta.
Si presta ad essere cotto con burro, sale e pepe, togliendolo non appena inizia a indorarsi.
Si raccomanda di non consumare gli esemplari cresciuti in prossimità delle strade cittadine perché assorbono le sostanze inquinanti.[3]
Coltivazione della specie
Il Coprinus comatus viene a tutt'oggi coltivato, oltre che per scopi alimentari, anche per fini terapeutici in quanto trattasi di specie con proprietà officinali.
Si consiglia il consumo di questa specie ai diabetici per il suo effetto ipoglicemizzante.
Numerosi i siti che commercializzano la specie in questione unitamente ad altre specie più blasonate (es. Pleurotus o Champignon): il kit di coltivazione è generalmente rappresentato da una porzione di terreno contenente il micelio che deve essere mantenuto a temperatura ed umidità costante per un determinato numero di giorni, fino allo sviluppo dei carpofori.
Il Coprinus comatus var. ovatus (Muell. Ex Fr.) Gray è una specie selvatica piuttosto comune in Cina, dove appare dalla primavera all'autunno; sembra che la stessa venga tradizionalmente adoperata per calmare il mal di testa e per lenire disturbi gastro-intestinali. Un'accurata analisi chimica ha rivelato che questa varietà contiene 8 tipi di amminoacidi essenziali per l'uomo, quali l'Aspartato, l'Asparagina e la Glutammina.
Coprinus comatus è ben noto come specie infestante di altre colture fungine, tra cui quelle di Volvariella volvacea nelle Filippine[4].
Proprietà mediche
Sono stati realizzati studi scientifici per verificare il potenziale ruolo del C. comatus come modulatore antiandrogenico nella terapia delle malattie alla prostata.[5]
Attività antitumorale
Studi scientifici hanno isolato nel C. comatus composti con potenziali effetti antitumorali per il cancro al seno. L'estratto acquoso di questo fungo, infatti, ha inibito la crescita delle cellule tumorali mammarie ER + e ER-, ha indotto a morire sia le cellule ER + che le ER- (apoptosi) ed ha inibito la formazione di colonie tumorali in vitro.[6]
Una proteina alcalina denominata y3, estratta e purificata da corpi fruttiferi di C. comatus, ha mostrato la capacità di inibire una linea cellulare del cancro gastrico con una IC50 di 12 mg/mL.[7]
Una ricerca cinese ha dimostrato che le soluzioni di polisaccaridi estratti da C. comatus e somministrate a ratti hanno la capacità di aumentare l'attività del lisozima sierico, fortificando le risposte del sistema immunitario.
[8]
Coprinus vosoustii Pilát: molto più raro, con il disco centrale del cappello fessurato a stella, non deliquescente e spore più grandi (non commestibile).
^
S. Li, L An, H. Zhang, Effects of polysaccharide from Coprinus comatus on activity of serum lysozyme in Kunming mouse, China, in Edible Fungi of China, vol. 20, n. 4, 2001, pp. 30-38.
^(RU) C.M. Badalyan, A.V. Gasparyan, N.G. Garibyan, Investigation of the antioxidant activity of some basidial macromycetes, in Mikol Fitopatol., vol. 37, n. 5, 2003, pp. 63-68.
Bibliografia
Giuseppe Pace, L'atlante dei funghi, Arnoldo Mondadori, 1975.
Carlo Papetti, Giovanni Consiglio e Giampaolo Simonini (a cura di), Atlante fotografico dei Funghi d'Italia Vol.I, Associazione Micologica Bresadola, 1999.