Convento di San Lorenzo Maggiore
Il convento di San Lorenzo Maggiore è un convento ubicato a Napoli, adiacente alla basilica di San Lorenzo Maggiore: al suo interno trova sede il Museo dell'Opera mentre nei sotterranei sono gli scavi archeologici dell'antico mercato di Neapolis. StoriaIl convento seguì le vicende storiche dell'annessa basilica: fu costruito all'inizio del XIII secolo per poi essere riedificato per volere di Carlo I d'Angiò nel 1270 per ospitare i frati francescani. Nel 1343 Francesco Petrarca fu ospitato nel convento: durante il suo soggiorno, il 25 novembre, si verificò un maremoto che colpì Napoli e che egli descrisse in una lettera indirizzata all'amico Giovanni Colonna. Nel 1443 nel refettorio Alfonso I assegnò il titolo di duca di Calabria al suo figlio illegittimo Ferrante[1]. Durante la soppressione degli ordini monastici durante il decennio francese, i francescani furono costretti ad abbandonare il convento, per poi ritornare con la restaurazione dei Borbone. DescrizioneLa facciata del convento, posizionata perpendicolarmente a quella della basilica e affiancata sulla destra al campanile, ha un ampio portale d'ingresso sormontato da un balcone disegnato da Lorenzo Vaccaro[1]: sopra al balcone sono posti dal XIX secolo gli stemmi della città di Napoli e quelli dei sedili del Popolo, Forcella, Portanova, Porta, Nilo, Capuana e Montagna[1]. Superato l'androne, sulla sinistra è il chiostro con al centro il pozzo realizzato da Cosimo Fanzago: nel colonnato del chiostro sono raccolti pezzi di marmo provenienti dalla chiesa. Lungo il lato sinistro è una porta che conduce all'interno della basilica sulla cui sommità è l'affresco Madonna col Bambino e devoto, attribuito a Montano d'Arezzo, e accanto è la tomba di Enrico Puderico, opera di Giovanni da Nola[1]. Sul lato nord, tra due quadrifore in tufo, è il portale che conduce all'interno della sala capitolare: in origine questo era sormontato dall'affresco San Francesco dà la regola ai frati e alle clarisse[1], poi staccato per essere custodito all'interno del Museo dell'Opera[2]. La sala capitolare si presenta in stile gotico: ha un'altezza di 7 metri, una larghezza di 16 e una profondità di 12; al centro sono poste due colonne in granito di epoca romana che reggono le sei volte a crociera[2]. Le volte sono affrescate con pitture di decorazioni a grottesche[2], tra cui un'Immacolata, mentre alle pareti è l'affresco dell'Albero francescano, all'interno del quale si riconoscono dottori della chiesa, papi, cardinale e santi: le pitture sono di Luigi Rodriguez e datate 1608[1]. All'intersezione del lato nord con quello di destra del colonnato è un ambiente che funge da vestibolo, probabilmente in origine affrescato come doveva essere il resto del chiostro[3], con colonne di epoca sveva, che ospita un portale con una lunetta con l'affresco di San Lorenzo, di Giovanni da Nola[1]. Superato il portale di accede al refettorio o anche sala Sisto V[3]: si tratta di una sala lunga circa 40 metri e larga 10[1]; venne realizzata nel 1230 o comunque in un periodo precedente in quanto nel 1972 sulla parte sinistra furono scoperte dei resti di trifore di epoca sveva. Quando i francescani dovettero temporaneamente lasciare il convento durante il decennio francese, la sala venne utilizzata come mensa dalle guardie municipali e successivamente come magazzino del teatro di San Carlo[3]. La volta è divisa in sette scomparti e ognuno al centro presenta l'affresco di una virtù, ossia Clemenza, Gravità, Provvidenza, Dignità Regia, Magnificenza, Magnanimità e Affidabilità, tutte contornate da quattro virtù minori[3]. Nelle lunette degli scomparti sono affrescate le Province napoletane[1], di cui ne restano superstiti sei: tutte le pitture sono opera di Luigi Rodriguez[3]. Dalla base e per un'altezza di quattro metri, le pareti non presentano affreschi: in origine infatti queste erano decorate con arazzi e stoffe pregiate[3]. Accanto alla sala capitolare, una scala conduce agli scavi archeologici: si tratta principalmente dei resti del macellum con annesse botteghe e strade della Neapolis greco-romana[4]. Le sale del convento ospitano dal 2005 il Museo dell'Opera di San Lorenzo Maggiore[4] mentre un'altra ala è adibita a foresteria[5]. Note
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