La contea di Conversano fu un feudo che appartenne in successione a quattro caste nobili; esso comprendeva anche parte del territorio di Castellana e della Selva di Alberobello (dal 15 maggio 1481); Facevano parte della contea pure i borghi di Casamassima, Castiglione, Noci, escluso il barsento, e Turi.
Dalla metà dell'XI secolo, con la dominazione normanna delle regioni meridionali della penisola italiana, Conversano assurse a vero e proprio centro di potere: intorno al 1054Goffredo d'Altavilla, nipote di Roberto il Guiscardo, prese il titolo di comes Cupersani e fece della cittadina il fulcro di un'amplissima contea, estesa per buona parte della Puglia centro-meridionale, tra Bari e Brindisi e fino a Lecce e Nerito (Nardò).[1]
L'importanza della corte conversanese nel panorama nobiliare di quegli anni è ben attestata dall'aver ospitato nel castello, per alcuni mesi, il duca di NormandiaRoberto II detto il Cortacoscia, figlio del re d'InghilterraGuglielmo I il Conquistatore, che era di passaggio in Puglia al termine della prima crociata; Roberto II sposò anzi Sibilla, figlia di Goffredo, e ricevette una dote abbastanza cospicua per riscattare l'ipoteca di 10.000 ducati sul ducato di Normandia accesa prima della partenza per la Terrasanta. Intanto, a Conversano, Goffredo confermò i diritti fiscali sull'intero agro della limitrofa Castellana in favore dei monaci benedettini, presenti nella cittadina probabilmente dall'VIII secolo.[2]
Seguì un periodo nel quale il feudo tornò alla dirette dipendenze del regio demanio, con la parentesi del decennio 1197-1207 in cui fu possedimento di Berardo di Celano, in quegli anni precettore del futuro Federico II di Svevia. Più tardi furono conti di Conversano per quasi un secolo i Brienne (1269-1356), fino alla morte senza eredi del duca d'AteneGualtieri VI. Alla guida della contea si avvicendarono più volte alcuni importanti casati, soprattutto per via matrimoniale: gli Enghien, gli Orsini del Balzo (1423-1455) e gli Acquaviva (in seguito Acquaviva d'Aragona) fino all'abolizione della feudalità del 1806.[4] L'ultima discendente della casata è stata Giulia (1881-1967), coniugata con Giustiniano Tomacelli e madre di Fabio (+2003).