Concilio di Senlis (873)Il Concilio di Senlis dell'873 fu un sinodo delle province ecclesiastiche di Sens e di Reims convocato dal re Carlo il Calvo. FontiL'esistenza di questo concilio è nota grazie agli Annales Bertiniani. Gli atti conciliari sono andati perduti.[1] Restano tuttavia due documenti:[2]
Non esiste un elenco di vescovi che presero parte al concilio. StoriaNell'873 il re Carlo il Calvo era preoccupato per i problemi provocati dal figlio Carlomanno, a cui aveva fatto abbracciare lo stato ecclesiastico e che era divenuto abate di Lobbes, ma che a più riprese si era ribellato contro il padre. Convocò a Senlis i vescovi delle province ecclesiastiche di Sens e di Reims, e presentò le sue rimostranze ad Ansegiso, arcivescovo di Sens, da cui Carlomanno dipendeva in quanto suo metropolita, e a Ildegario, vescovo di Meaux che l'aveva ordinato diacono. La sentenza del concilio fu di privare Carlomanno del diaconato e di ogni incarico ecclesiastico e di ridurlo allo stato laicale; i suoi sostenitori visto che Carlomanno non era più un chierico e nulla gli avrebbe impedito di succedere al trono, studiavano di liberarlo dal carcere alla prima occasione. Allora Carlo il Calvo portò la questione nello stesso anno al concilio di Senlis, e richiese di nuovo che Carlomanno fosse giudicato per crimini di cui i vescovi non erano ancora a conoscenza e questa volta Carlomanno fu condannato a morte. Si salvò dall'esecuzione per la mediazione dell'arcivescovo di Reims, Incmaro, che insistette perché gli fosse dato il tempo di fare penitenza. Per privarlo dei mezzi per realizzare i suoi disegni, fu però accecato.[3]. NoteBibliografia
Collegamenti esterni
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