Commedie e proverbiCommedie e proverbi (Comédies et proverbes) è un ciclo di sei film diretti dal regista francese Éric Rohmer tra il 1981 e il 1987. Segue un primo ciclo di altrettanti film, Sei racconti morali (1962-1972) e ne precede un terzo di quattro titoli, Racconti delle quattro stagioni (1990-1998). Il titolo è tratto dallo scrittore Alfred de Musset, che lo utilizzò per pubblicare raccolte delle proprie opere teatrali, recanti titoli simili a brevi aforismi: Proverbes designava infatti nella seconda metà del XVIII secolo un genere di dramma molto alla moda. Caratteristiche del cicloAl termine del ciclo dei sei Racconti morali, Rohmer vive una breve crisi creativa: dal momento che gli sembra di aver detto tutto ciò che ci fosse da dire, lavora su due film che non nascono da una sua idea originale, La Marchesa von... (da Heinrich von Kleist) e Perceval (da Chrétien de Troyes). Quando si accinge a tornare a soggetti propri, progetta un nuovo ciclo di film, ispirati non più alla letteratura come i Sei racconti morali bensì al teatro;[1] i protagonisti della serie precedente che erano artisti, filosofi, scrittori, diventano qui studenti e impiegati. «La gente nei miei film non esprime idee astratte, non c’è neppure un’ideologia, se non molto implicita, ma rivela cosa pensa dei rapporti tra uomini e donne, dell’amicizia, dell’amore, del desiderio, della propria concezione della vita, della felicità, della noia, del lavoro, del tempo libero: tutte cose che sono già state discusse, ma spesso in maniera indiretta, nel contesto di una trama drammatica. I miei film sono puri lavori di fiction, non mi dichiaro sociologo, non faccio indagini e non compilo statistiche.» Protagoniste dei sei film sono altrettante giovani donne, tra i 15 e i 30 anni, coinvolte nelle trame oscure e imprevedibili del quotidiano,[1] nella scoperta dei sentimenti; non sono frutto della bellezza artificiale manipolata dal cinema, bensì di quella spontanea del mondo.[3] Per quanto riguarda la differenza tra la serie di sei film precedenti, i Contes moraux, e la presente, i primi hanno la struttura narrativa di un breve teorema, mentre i film del secondo ciclo assomigliano di più a veri e propri problemi che si pongono alle protagoniste.[4] Lo schema dei sei filmI titoli dei sei film sono svincolati dall'obbligo di fare riferimento a un personaggio o una situazione; hanno tutti un sottotitolo, il “proverbio” di riferimento, e possiedono un titolo che è un gioco del cinefilo Rohmer, il quale scherza con i generi cinematografici come se ognuna di queste pellicole appartenesse a un film di serie B.[5] La moglie dell'aviatore
Sottogenere: Commedia.
(FR)
«On ne saurait penser à rien» (IT)
«Non si può pensare a niente» Il bel matrimonio
Sottogenere: Commedia.
(FR)
«Quel esprit ne bat la campagne? (IT)
«Quale mente non divaga? Pauline alla spiaggia
Sottogenere: Commedia.
(FR)
«Qui trop parole, il se mesfait» (IT)
«Chi parla troppo danneggia se stesso» Le notti della luna piena
Sottogenere: Commedia.
(FR)
«Qui a deux femmes perd son âme (IT)
«Chi ha due mogli perde l’anima La prima frase è di Rohmer stesso, la seconda appartiene alla tradizione popolare francese. Il raggio verde
Sottogenere: Commedia.
(FR)
«Ah ! Que le temps vienne (IT)
«Ah! Venga il tempo L'amico della mia amica
Sottogenere: Commedia.
(FR)
«Les amis de mes amis sont mes amis» (IT)
«Gli amici dei miei amici sono amici miei» Note
Bibliografia
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