La classe Redoutable di grandi sommergibili oceanici, meno nota con la designazione di progetto classe da 1 500 tonnellate, appartenne alla Marine nationale e fu costituita da trentuno esemplari, entrati progressivamente in servizio tra il 1925 e il 1937. Armati con undici tubi lanciasiluri in calibro 550 mm e 400 mm e caratterizzati da buona velocità anche subacquea, erano distinti in due gruppi: i primi 2 sommergibili erano del tipo "M5" e gli altri 29 del tipo "M6". Questo, a sua volta, si suddivideva in tre serie: "Redoutable" con 19 battelli, "L'Espoir" di 6 battelli e "Agosta" di altre sei unità.
Battelli moderni all'epoca della loro progettazione, equipaggiarono le prime otto divisioni sommergibili della flotta francese e nel 1939 divennero rapidamente obsoleti all'inizio della seconda guerra mondiale, non potendo essere stati modernizzati in ragione delle condizioni dell'armistizio imposte alla marina del governo di Vichy. Dopo aver protetto l'Impero coloniale francese al servizio di Vichy dalle offensive britanniche a Dakar, Libreville o a Madagascar al prezzo di grosse perdite, i sommergibili della classe passarono agli Alleati dopo l'operazione Torch del novembre 1942. Escluso il Casabianca, che si distinse in diverse operazioni attorno alla Corsica, i Redoutable rimasero ai margini del conflitto, principalmente in ragione degli importanti aggiornamenti effettuati negli Stati Uniti d'America tra il febbraio 1943 e il marzo 1945.
Alla conclusione delle ostilità risultò che 24 dei 31 esemplari erano stati affondati. I superstiti, tornati alla Marine nationale, furono adoperati nelle scuole d'addestramento fino al disarmo, occorso nel 1952.
Progetto
A seguito della prima guerra mondiale, in parte causata dalla corsa agli armamenti navali, il trattato navale di Washington del 1922 impose alle nazioni una limitazione nel numero e nella dimensione delle loro navi di linea. Quindi la Francia puntò sulle forze sommergibiliste per creare uno strumento essenziale di difesa delle proprie coste e del suo impero coloniale[1]. Le alte sfere della Marine nationale suddivisero la futura flotta sottomarina in tre categorie fondamentali: grandi sommergibili da crociera oceanica; sommergibili costieri, per operare soprattutto nelle acque dell'Europa; e infine sommergibili posamine. La prima classe messa in cantiere, la Requin da 1 100 tonnellate, dimostrò però un'insufficiente velocità[2] e, in linea generale, essi erano inferiori agli ultimi sommergibili tedeschi varati prima del 1918[3].
Lo stato maggiore della marina, dunque, ordinò all'ingegnere generale del genio navale Léon Roquebert la progettazione di un tipo di sommergibili detti di grande crociera, cui affidare l'attacco alle navi avversarie, alle linee di comunicazione, la vigilanza delle basi nemiche e la protezione delle colonie; fu inoltre previsto che agissero come esploratori di squadra[4]. Il 1º luglio 1924 il Consiglio superiore della Marine nationale adottò il progetto "M5" per iniziali due sommergibili (Redoutable, Vengeur) che, l'anno successivo, fu migliorato e ridesignato progetto "M6"[2] per altri ventinove esemplari. La principale differenza tra i due progetti risiedeva nel gruppo elettrogeno che, sugli M6, era stato soppresso dato che le batterie si ricaricavano attraverso l'uso dei motori Diesel in superficie. Questi sommergibili formarono, nel tempo, l'élite della branca sottomarina della Marine nationale.
Caratteristiche
I Redoutable erano lunghi 92,30 metri, larghi al massimo 8,10 metri e avevano un pescaggio di 4,40 metri; la profondità massima raggiungibile era di 80 metri, benché molte unità come l'Archimède riuscirono a toccare i 120 metri[5]. Il dislocamento in superficie era di 1 572 tonnellate e in immersione di 2 082 tonnellate. In superficie la propulsione era assicurata da due motori Diesel, forniti in tre diversi modelli: sugli M5 erogavano una potenza totale di 4 000 shp, sui primi M6 6 000 shp e, infine, 8 000 shp dall'Agosta in poi. Era possibile raggiungere una velocità massima di 18,6 nodi (35,34 km/h). Questi motori erano stati costruiti dall'impresa svizzera Sulzer, ma non tutti gli esemplari ne erano dotati; infatti il Pasteur, il Poncelet, l'Archimède, l'Achille, l'Ajax, l'Argo, il Prométhée, il Persée e Le Centaure erano stati equipaggiati con propulsori Schneider et Cie[6]. In immersione la propulsione elettrica Alsthom di 2 250 shp permetteva di arrivare alla velocità di 10 nodi[7]. Il raggio d'azione in superficie ammontava a 10 000 miglia alla velocità di 10 nodi (18 520 chilometri a 19 km/h), oppure a 14 000 miglia alla velocità di 7 nodi (25 930 chilometri a 13,3 km/h); in immersione, invece, l'autonomia crollava a 100 miglia alla velocità di 5 nodi (185 chilometri a 9,5 km/h)[8]. Le comunicazioni radio erano assicurate da un'antenna bassa, passante da prua a poppa, e un'antenna alta, alzata tra i due alberi telescopici.
I Redoutable godevano di un'importante potenza di fuoco[9]. L'armamento primario era articolato su un totale di undici tubi lanciasiluri: quattro da 550 mm a prua, un'installazione tripla, esterna e brandeggiabile da 550 mm dietro la torretta e un secondo impianto quadruplo, a poppa, costituito da due bocche da fuoco da 550 mm e due da 400 mm. I siluri da 550 mm erano destinati alle navi militari o ai bersagli più grossi, mentre gli ordigni da 400 mm erano stati pensati per affondare le navi più piccole. I siluri utilizzati erano propulsi ad aria compressa fino a 44 nodi, con spoletta a impatto[10]. Essi lasciavano però una scia di bolle in superficie, che li segnalava distintamente e permetteva agli obiettivi di evitarli o alle navi di scorta di localizzare il sommergibile[11]. Come dotazione secondaria i battelli disponevano di un cannone da 100 mm, sul ponte davanti alla torretta, e di due mitragliatrici pesantiHotchkiss Mle 1929 da 13,2 mm, accoppiate su un singolo affusto con traguardo di puntamento unico. Pensate per la difesa contraerea, si trovavano dietro l'albero di navigazione.
L'immersione rapida dei Redoutable richiedeva dai 30 ai 40 secondi e, in genere, si trattava di sommergibili con buone doti nautiche, sia in superficie che in immersione[4]. Tuttavia i motori Diesel, quelli elettrici e le barre di immersione erano molto rumorosi[12]. Erano stati equipaggiati con tre periscopi - un periscopio d'attacco, un periscopio di sorveglianza e un periscopio di emergenza - e di un gruppo di idrofoni. La loro abitabilità era stata abbastanza sacrificata e i marinai praticavano "la cuccetta calda": 2 cuccette per 3 uomini. Spazi di immagazzinaggio viveri e ventilazione erano del pari insufficienti[13].