Chiesa di Santa Maria Assunta (Valfornace)
La chiesa di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Pievebovigliana, frazione-capoluogo del comune sparso di Valfornace, in provincia di Macerata e arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche[1][2]; fa parte della vicaria di Pieve Torina. StoriaIl primitivo luogo di culto, di cui rimane la cripta, sorse presumibilmente nell'XI secolo; una lapide ritrovata nell'Ottocento riporta la data 1162, che forse è l'anno di consacrazione[1]. Nel 1218 alla pieve di Santa Maria Assunta vennero concessi vari privilegi dal vescovo di Camerino Attone II; la Plebs Bovelliani si ritrova poi menzionata nelle Rationes decimarum dei secoli XIII e XIV[1]. La chiesa venne interessata da ampliamenti presumibilmente nel Tre e nel Cinquecento; nel 1634 fu costruito accanto ad essa l'oratorio della Confraternita del Rosario, dotato di un ossario ipogeo[1]. Nel 1756 iniziarono su disegno dell'architetto Giovanni Ricchini i lavori di rifacimento della parrocchiale, voluti dal vescovo di Camerino e dal pievano don Giuseppe Nicola Cicconi, durante i quali si procedette alla trasformazione della pianta a tre navate, all'erezione del campanile sulla base di una torre difensiva e alla ricostruzione del tetto; al loro termine, nel 1759 la chiesa venne consacrata[1] La facciata della pieve fu trasformata nel 1823 in seguito alla trasformazione in canonica dell'avancorpo che precede le navate: dovettero pertanto essere chiusi i due ingressi laterali[1]. Il 5 febbraio 1934 si verifcò il crollo del tetto della chiesa, il quale venne ripristinato nel settembre del 1935; in quell'occasione si provvide anche a realizzare l'apparato elettrico, a posare il nuovo pavimento e ad abbassare il piano del presbiterio[1]. Negli anni settanta la parrocchiale fu interessata dall'adeguamento liturgico secondo le norme postconciliari mediante l'aggiunta del nuovo altare rivolto verso l'assemblea[1]. L'evento sismico del 1997 provocò delle lesioni alla facciata e al tetto; il restauro volto a sanare questi danni venne approvato dalla Conferenza dei Servizi nel 2000[1]. DescrizioneEsternoLa facciata a capanna della chiesa, rivolta a sudovest, presenta al centro il portale d'ingresso a tutto sesto e due ordini di finestre che fanno luce agli ambienti della canonica[1]. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coperta dal tetto a quattro falde[1]. InternoL'interno dell'edificio, suddiviso in quattro campate, si compone di tre navate, coperte da volte a crociera e separate da pilastri dipinti a finto marmo e sorreggenti delle arcate a tutto sesto; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dall'abside di forma semicircolare[1]. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la tela con soggetto la Madonna di Costantinopoli, eseguita da Luigi Valeri[3], l'affresco ritraente Santa Lucia, risalente al Quattrocento e attribuito ad Arcangelo di Cola[3], e alcune pale dipinte da Girolamo e Antonio Aspri[3]. Note
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