Castello di Beldiletto
Il Castello di Beldiletto è un maniero quattrocentesco che si trova nella frazione di Pievebovigliana[1]. nella provincia di Macerata. Appartenne ai Da Varano, signori di Camerino. Vicende storicheIl castello, costruito alla fine del Trecento secondo la tradizione da Giovanni Da Varano detto Spaccaferro, ma è probabile che esistesse già e Giovanni lo ingrandisse e fortificasse negli anni tra il 1370 e 1380, inserendolo nel complesso sistema difensivo di rocche e castelli a protezione di Camerino il "sistema castellare del Chienti". Nella seconda metà del XIV secolo viene trasformato in una sontuosa villa rinascimentale (una poderosa costruzione in arenaria), da Giulio Cesare da Varano[2] che vi insediò la propria corte. Beldiletto ebbe sempre nella sua storia la doppia funzione di residenza ufficiale e privata e fu teatro di molti eventi storici e politici:
Oltre che per azioni di guerra e diplomatiche il castello fu anche luogo di vicende di amore cortese: quello non corrisposto di Giulio Cesare da Varano con Madonna Pierozzi e quelli del poeta Agnolo Pierozzi con Camilla da Varano. Di tali vicende resta traccia nella decorazione pittorica al piano superiore in cui è rappresentato in vari ambienti in modo molteplice e diffuso il frutto della pera (il frutto della pera è richiamato nello scudo della famiglia Pierozzi, Perretti o Perozzi). [5] Nel "Inventario del 1502" fatto redigere per volere di papa Alessandro VI Borgia al momento della presa di possesso del ducato viene elencato come "Roccha del Bel Delecto" Il castello diviene proprietà di Sigismondo da Varano figlio di Venanzio, e nel 1522 a Egidio da Varano suo figlio che sposò Ippolita della famiglia Ranieri di Perugia. Il lento degrado del castello inizia già nel corso del XVI secolo dopo l’annessione del ducato di Camerino allo Stato della Chiesa, quando l’intero complesso si trasforma in una semplice tenuta agricola. Nel 1823 apparteneva alle famiglia Strada di Camerino e Cianni. Dalla famiglia Canni (o Cianni) di Serravalle il castello passò alla famiglia Paparelli di Muccia che l'ha tenuto almeno fino al 1993, epoca dell'ultima schedatura. In questo periodo il castello fu utilizzato come casa colonica, fienile e magazzino dell'azienda agricola.[6]. Intorno al 1990 sono stati eseguiti lavori di restauro delle murature e delle coperture dei lati nord ed est. A causa del violento sisma del settembre del 1997 che per giorni colpì in tutta la zona, il castello subì parecchi danni e lesioni un po’ a tutta la struttura che richiesero l’approvazione di un progetto di ripristino e ricostruzione delle parti lesionate. Nel 2002, a seguito di questi restauri, sono stati scoperti in alcune sale, nuovi cicli di pitture e nuove decorazioni.[7] Nel mese di marzo del 2000 il Tribunale di Camerino, a seguito di un'azione giudiziaria, dispose la vendita dell'edificio. Il 9 febbraio del 2001 la società romana 'Beni culturali', un'immobiliare dell'imprenditore Franco Sensi, si aggiudicò per un miliardo e 10 milioni di lire la gara di acquisto. La stessa società ha acquisito per 900 milioni anche 25 ettari di terreno attorno al castello.[6]. Nel mese di marzo del 2012 vi è un ulteriore passaggio di proprietà: la famiglia Sensi vende il castello ed i terreni alla famiglia Fabrizi di Fiastra.[8] il castello è inagibile e non è visitabile a causa dei danni provocati dal Terremoto del Centro Italia del 2016. Architettura e arteLa struttura del Castello di Beldiletto era originariamente circondata da un largo e profondo fossato alimentato dalle acque del fiume Chienti; la pianta dell'edificio è di forma quadrangolare con un unico accesso con un androne con volta a botte, con torri a base quadrata in tutti gli angoli. Al suo interno si apre una corte con un loggiato, con pilastri ottagonali e con archi a sesto acuto in pietra bianca e rossa. [4] Nella sala più grande del castello sono visibili i resti di un vasto ciclo di affreschi del XV secolo raffigurante dei cavalieri, tra cui Roberto il Guiscardo, suo figlio Ruggero, re di Napoli e Tancredi d’Altavilla, che rimanda alla cultura dei poemi cavallereschi.[9] Eventi
Note
Bibliografia
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