Chiesa di San Michele Arcangelo (Sabbio Chiese)
La chiesa di San Michele Arcangelo è la parrocchiale di Sabbio Chiese, in provincia e diocesi di Brescia[1][2]; fa parte della zona pastorale della Bassa Val Sabbia[3]. StoriaIl primitivo luogo di culto fu fondato forse dai Longobardi, presso i quali godeva di particolare venerazione proprio san Michele[4]; tuttavia, il primo documento che certifica la presenza di una chiesa risale al 1193 e riguarda una controversia tra i sabbiensi e i provagliesi[1]. La chiesa, già restaurata nel XIV secolo, venne ricostruita in forme più ampie nel Cinquecento; fu poi decorata da Paolo da Caylina[1][4]. Dalla relazione della visita pastorale del 1703 del vescovo di Brescia Marco Dolfin s'apprende che i fedeli ammontavano a 1004, che il parroco era coadiuvato da sette altri sacerdoti, che il reddito del beneficio era di circa 440 lire e che la parrocchiale di San Michele, in cui erano ospitati cinque altari, aveva come filiali le chiese della Beata Vergine Maria della Rocca, di San Giovanni Battista e di San Martino e gli oratori di Sant'Onofrio e di San Nicola da Tolentino[5]. Nel 1740 si procedette al rifacimento dell'abside e all'edificazione della sagrestia, mentre nel 1843 venne realizzato il portichetto sul lato nord[4]. L'apparato decorativo della chiesa fu rinnovato nel 1930 e nel 1952 il vescovo Giacinto Tredici impartì la consacrazione del luogo di culto[1]. In epoca postconciliare la parrocchiale venne adeguata alle nuove norme mediante l'aggiunta del nuovo altare rivolto verso l'assemblea; nel 1973 l'edificio fu interessato da un restauro che riguardò principalmente la copertura[1]. Il 14 aprile 1989, secondo quanto stabilito dal Direttorio diocesano per le zone pastorali, la chiesa passò dal vicariato di Preseglie, contestualmente soppresso, alla zona pastorale della Bassa Val Sabbia[5]. DescrizioneEsternoLa simmetrica facciata a capanna della chiesa, rivolta a occidente e caratterizzata dalla muratura decorata secondo motivi geometrici, presenta centralmente il portale d'ingresso a tutto sesto, affiancato da colonne con capitelli corinzi, e il rosone, mentre ai lati vi sono due paraste in pietra[1]. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a sesto acuto ed è coperta dal tetto a quattro falde[1]. InternoL'interno dell'edificio si compone di un'unica ampia navata, sulla quale si affacciano le cappellette laterali con gli altari minori e le cui pareti sono scandite dai contrafforti sorreggenti i grandi archi a sesto acuto che sostengono il tetto; al termine dell'aula si sviluppano due cappelle absidate, il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, delimitato da balaustre e chiuso dall'abside semicircolare, il cui catino è caratterizzato da archetti[1]. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali l'organo, costruito dalla ditta Mascioni nel 1998[6], la pala con soggetto la Deposizione, attribuita a Johannes da Ulma[4], gli affreschi raffiguranti il Sacrificio di Melchisedech e l'Ultima Cena, eseguiti da Vittorio Trainini nel XX secolo[7], autore pure della Via Crucis[4], il polittico ritraente la Madonna col Bambino insieme ai santi Lorenzo, Michele, Giovanni Battista e Pietro, dipinto dal veronese Dionisio Brevio[4], la pala della Beata Vergine del Rosario, realizzata nel 1585 da Giovanni Battista Galeazzi, e alcune croci astili risalenti al Cinquecento[4]. Note
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