Chiesa di Maria Santissima del Carmelo

Chiesa di Maria Santissima del Carmelo e delle Anime Purganti di Bongiardo
Chiesa Maria Santissima del Carmelo
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneSicilia
LocalitàBongiardo (Santa Venerina)
ReligioneCattolica
TitolareB.V. del Carmelo
DiocesiArcidiocesi di Catania
Stile architettonicoTardo barocco, Neoclassico
Inizio costruzione1723
Completamento1726-28

La chiesa di Maria Santissima del Carmelo è un edificio religioso di Santa Venerina (CT), che si trova nel quartiere di Bongiardo.
Appartiene all'arcidiocesi di Catania, Mentre le altre parrocchie del territorio comunale fanno parte della diocesi di Acireale. Infatti, al momento della formazione del nuovo Comune (1934), i residenti preferirono restare sotto l'autorità spirituale catanese sia, perchè nel trerritorio comunale di Zafferana Etneo rimasero, molta parte del suo territorio, la chiesa filiale di Sant'Antonio di Padova in Passopomo, e il cimitero, sia per il loro attaccamento secolare attaccamento alla Chiesa di Agata e per riconoscenza al card. Giuseppe Benedetto Dusmet Beato[1].

Storia

Bongiardo nel 1879, dopo il terremoto. In fondo il campanile della Chiesa di Maria Santissima del Carmelo

Nel 1640 il territorio di Bongiardo passò dalla giurisdizione di Aci Aquilia al nuovo comune di Aci S. Antonio e Filippo. La chiesa fu elevata, a proprie spese, nel 1723 dai coniugi Francesco e Giovanna Pulvirenti sotto il titolo di Santa Maria del Carmelo e delle Anime Purganti in una porzione del loro vigneto avuto dalla Regia Corte su autorizzazione del Regio Segreto competente, sito nella contrada di Ardichetto su terreno messo a disposizione da Aci SS. Antonio e Filippo; la nuova chiesa dai coniugi Pulvirenti fu dotata, con atto del 24 dicembre 1726, di una rendita annuale per il mantenimento di un sacerdote e per le spese ordinarie. Nel 1730 la chiesa e il terreno circostante furono affidate ai Padri Mercedari del convento di santa Domenica di Aci San Antonio i quali se ne occuparono fino al 1778, quando la lasciarono per essere diretta da una Commissione Laicale. Dopo tante lotte con il Vicario di Sant'Antonio finalmente, il 23 luglio 1810, venne eretta Sacramentale curata autonoma con assegnato anche tutto il territorio di Pisano e parte di Fleri, motivo per cui assunse il titolo di Chiesa Madre, utilizzato fino ad un 50ennio fa. Nel 1826 il territorio transitò nel nascente comune di Zafferana. Tra il 1846 e il 1847 la chiesa fu sottoposta ad interventi di straordinaria manutenzione comprendenti, tra l’altro, l’arricchimento della facciata sormontata da un’imponente cella campanaria. Il disastroso terremoto del 17 giugno 1879 ne fece crollare buona parte del tetto del coro. L'allora vescovo di Catania Monsignor Giuseppe Benedetto Dusmet (Poi cardinale e oggi Beato) si prodigò per una rapida ricostruzione, ingrandimento e riapertura al culto. Nel 1881, però, a causa dell’alluvione che colpì la contrada, buona parte dei muri del coro recentemente ricostruiti crollarono. Ancora una volta Mons. Dusmet elargì la somma necessaria alle riparazioni. Nell’agosto del 1894 l’ennesimo evento sismico mise in serio pericolo la stabilità della struttura. In Santa Venerina le scosse sismiche di maggiore intensità si replicarono dal giorno 7 al 22 agosto. L’onda sismica dell’11 agosto avvenuta alle ore 9:30 procurò a Santa Venerina molti danni, ma in particolare a Bongiardo dove danneggiò, nuovamente, la chiesa a cui, nel 1910 fu aggiunta una robusta ferratura , insieme all’inserimento di dischi metallici nella struttura. Il 21 giugno 1926 venne elevata a Parrocchia una tra le prime in tutta la Diocesi di Catania, che allora riconosceva nell'Arcivescovo l'unico parroco. Quando nel 1934 il sito della chiesa e metà del territorio di appartenenza conflui nel nascente comune di Santa Venerina, rimase legata, come a tuttoggi, all'Arcidiocesi di Catania.[2][3][4]

Chiesa di Bongiardo dopo il terremoto del 2002
Interni della Chiesa di Bongiardo dopo il terremoto del 29 ottobre 2002

Il terremoto di Santa Venerina del 2002 causò gravi danni strutturali alla chiesa, nella quale l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi entrò in occasione della sua visita a Santa Venerina, nello stesso anno, assicurandone la ricostruzione.

Descrizione

Simulacro ligneo Maria Santissima del Carmelo, Patrona di Bongiardo
Simulacro ligneo di San Francesco di Paola, Compatrono di Bongiardo

La facciata in pietra bianca è di stile neoclassico con campanile, costruito nel 1846-47[5], che richiama il barocco con cupolino di "Pista", ossia pesto di laterizi e calce tipico delle maestranze ottocentesche. Venne restaurata nel 1997. A una sola navata con volta a botte, nell’interno l’edificio sacro si presenta in stile barocco, ricco di stucchi in gesso. All'interno ha sei altari in marmi siciliani di cui il maggiore con un coronamento di raro onice siciliano. Sull’altare del compatrono San Francesco di Paola si può notare una grande tela del pittore locale (bravissimo riproduttore di opere d’arte) Salvatore Messina (1850-1901). L’opera raffigura un miracolo del Santo ed è copia di un dipinto del pittore romano Vincenzo Camuccini, il cui originale si trova a Napoli nella Basilica di San Francesco di Paola. Sull’ altare della patrona, la Madonna del Carmine, si può ammirare una tela risalente al 1876 del pittore calatino Francesco Vaccaro. La Madonna del Carmine è raffigurata in gloria attorniata da San Simone Stock, Santa Teresa d'Avila e altri santi. Sull’altare dedicato a San Giuseppe troviamo un’altro quadro, “Riposo durante la fuga in Egitto”, copia di Salvatore Messina dell’originale del pittore romano Lorenzo Gramiccia conservato nella Chiesa di San Giuseppe ad Aci Catena, a sua volta copia di un originale fiammingo. Altre tele dipinte dal Messina sono un “Sant’Antonio di Padova” e una “Sacra Famiglia”. Della Madonna del Carmelo e di San Francesco di Paola la chiesa possiede due simulacri in legno. Inoltre la chiesa possiede un bambinello originale in legno manifatturato nel 1807 dell’artista acese Ignazio Castorina Ganzirri (1755-1844). Infine, le tele della Cena, dipinta da Don Zenno Maugeri, e dell'Addolorata.[6][7]

Abside della Chiesa di Bongiardo in uno scatto degli anni 90
Madonna del Carmelo (Francesco Vaccaro, 1876)
Riposo durante la fuga in Egitto, Salvatore Messina

Dalla chiesa, dopo il terremoto del 2002, fu rubata la Ninfa, un grande lampadario a 36 luci, proveniente dal monastero dei Benedettini di Catania. Furono rubati anche tre grandi lampadari in vetro di Murano e due lampadari colorati, questi ultimi doni dal principe di Casalotto. Fu rubato pure un lampadario bianco regalato dal cavaliere Faro di Viagrande.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Santa Venerina, un centro catechistico-pastorale per superare le divisioni, in Gazzettinonline, 18 dicembre 2019. URL consultato il 28 dicembre 2019.
  2. ^ Chiese di Santa Venerina, su www.prolocosantavenerina.it. URL consultato il 26 gennaio 2025.
  3. ^ Giovanni Vecchio e Maria Bella Calabretta, Santa Venerina tra storia e leggende. Storia, chiese, arte, distillerie, leggende, costume, personaggi e itinerari di visita., Algra Editore, 2016.
  4. ^ Maria Tropea, Santa Venerina, storia-costume-società e testimonianze di religiosità e arte nel nostro territorio dall’Alto al Basso Medioevo ai giorni nostri, 2007.
  5. ^ Maria Tropea, Santa Venerina, storia-costume-società e testimonianze di religiosità e di arte dall’Alto al Basso Medioevo ai nostri giorni, 2007.
  6. ^ Chiese di Santa Venerina, su www.prolocosantavenerina.it. URL consultato il 25 gennaio 2025.
  7. ^ Giovanni Vecchio e Maria Bella Calabretta, Santa Venerina tra storia e leggende. Storia, chiese, arte, distillerie, leggende, costume, personaggi e itinerari di visita., Algra Editore, 2016.

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