Chiesa della Beata Vergine di Loreto (Polesine Zibello)
La chiesa della Beata Vergine di Loreto, nota anche come Madonnina del Po, è un luogo di culto cattolico dalle forme neoclassiche e neogotiche situato in strada Palazzo due Torri, a poca distanza dall'Antica Corte Pallavicina, a Polesine Parmense, frazione di Polesine Zibello in provincia di Parma e diocesi di Fidenza. StoriaIn epoca ignota fu edificata una piccola edicola in riva al Po, contenente un'effigie ad affresco della Beata Vergine di Loreto, dipinta da un pittore ignoto.[1] Nel 1826 la venerata immagine fu smurata in seguito a un'alluvione e messa in sicurezza in un'abitazione nelle vicinanze; tuttavia, a causa di un nuovo straripamento del fiume, nel 1842 fu spostata nella canonica della chiesa dei Santi Vito e Modesto, in attesa di una sistemazione più degna.[1] Nel 1846 la marchesa Leopoldina Pallavicino donò un terreno in prossimità del palazzo delle Due Torri, ove, su finanziamento degli abitanti di Polesine, furono avviati i lavori di costruzione di una chiesa che potesse accogliere la sacra effigie;[1] il tempio neoclassico, progettato dall'architetto Giovanni Ghelfi, fu decorato internamente dal pittore Ferdinando Accarini.[2] Nel 1920 furono edificati i due porticati neogotici ai lati del sagrato.[1] La chiesa, a causa della vicinanza col Po, fu sommersa dalle sue acque nel 1951, nel 1994 e nel 2000, che arrivarono a lambire, ma senza danneggiarla, l'immagine sacra collocata sul fondo dell'abside.[1] DescrizioneLa chiesa si sviluppa su una pianta a sette navate, con ingresso a est e presbiterio absidato a ovest.[2] La simmetrica facciata a salienti, interamente intonacata, è preceduta da un porticato ad archi ogivali retti da colonne con capitelli dorici, sviluppato su una pianta a C attorno al sagrato; il prospetto è scandito verticalmente da quattro lesene ioniche, che si elevano su un alto basamento; al centro è collocato l'ampio portale d'ingresso principale, inquadrato da una cornice modanata e sormontato da un architrave in aggetto; più in alto è collocata una nicchia rettangolare contenente un'iscrizione in latino che ricostruisce la serie di spostamenti dell'immagine della Beata Vergine di Loreto; in sommità si apre una finestra a lunetta, delimitata da una doppia cornice in rilievo; a coronamento della porzione centrale si staglia, sopra alla trabeazione decorata con un motivo a greca, il frontone triangolare, con cornice in aggetto; tre piccoli pinnacoli concludono la fronte. Ai lati si trovano i due portali d'ingresso secondari, inquadrati da cornici modanate e sormontati da finestre rettangolari; in sommità gli attici sono coronati da due piccoli vasi.[1] Sul retro, accanto all'abside, si erge il campanile rivestito in laterizio, edificato come riproduzione in scala ridotta del torrazzo di Cremona;[2] la torre si eleva su quattro ordini, illuminati da una serie di bifore ad arco ogivale; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso ampie monofore ad arco a sesto acuto; in sommità, oltre una fascia ad archetti intrecciati, si eleva dietro alla merlatura la doppia lanterna a pianta ottagonale, decorata con colonnine; a coronamento si staglia infine un'aguzza guglia. All'interno la corta navata centrale, coperta da una volta a botte decorata con affreschi a finti cassettoni in chiaroscuro,[2] è separata dalle laterali, chiuse superiormente da volte a vela, attraverso due arcate a tutto sesto, decorate con lesene ioniche. Il presbiterio, coperto anch'esso da una volta a botte dipinta, accoglie l'altare maggiore a mensa; l'abside, chiusa superiormente dal catino affrescato, è illuminata da due finestroni laterali; sul fondo si staglia l'ancona marmorea, delimitata da due colonne corinzie e coronata da un frontone triangolare con cornice dentellata; al suo interno una nicchia ad arco a tutto sesto accoglie la venerata immagine ad affresco della Beata Vergine di Loreto.[2] NoteVoci correlateAltri progetti
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