«Bivona [...] fu lungo tempo sotto il giogo del feudalismo. Giovanni Corrado d'Auria v'inalzò un castello magnifico, demolito, per quanto dicesi, allorché i Bivonesi ribellatisi ai signori Luna furono nuovamente soggiogati»
Le prime testimonianze certe sull'infeudazione di Bivona e su un suo fortilizio risalgono alla fine del XIII secolo[2]: un diploma dell'11 ottobre 1299 (confermato il 20 luglio 1300 dal re Carlo d'Angiò) attesta la concessione da parte del re di NapoliRoberto d'Angiò dei castelli di Bivona e di Calatamauro a tale Giacomo de Catania, autorizzato a scacciarne i signori, rispettivamente Ugone Talach e Guglielmo Calcerando da Calatamauro[3]. Verosimilmente, la costruzione citata nel diploma angioino si trattava di una torre di guardia, facente parte delle strutture difensive di cui Bivona si munì a partire dallo scoppio della guerra del Vespro, a cui partecipò attivamente[4].
Con l'erezione del castello, Bivona passò da semplice casale allo status di terra[5], che indicava il centro abitato munito[6].
La signoria dei Doria in Bivona
Ipotesi sulla costruzione
Su queste preesistenze venne edificato intorno alla prima metà del XIV secolo l'edificio del castello, ancora parzialmente visibile, anche se parte dei suoi resti sono inglobati in strutture di epoca successiva. Lo storico medievale Michele da Piazza afferma che nel 1359 il castello subì un tentativo di distruzione da parte di Guido e Francesco Ventimiglia, e che l'edificio venne nuovamente ricostruito nel giro dello stesso anno ad opera di Corrado Doria.
I resti comprendono i ruderi del bastione e qualche rimanenza di altri elementi di fortificazione e sono tutelati ai sensi della legge 364/1909[7].
Descrizione
La superficie anticamente occupata dal castello è stata desunta dalle vecchie mappe del Comune di Bivona, che ne riportavano il perimetro. L'area era di circa 1700 m², così suddivisi[8]:
Elisabeth Lesnes, Bivona, in Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione grafica, fotografica, aerofotografica, fotogrammetrica e audiovisiva dei beni culturali e ambientali (a cura di), Castelli medievali di Sicilia. Guida agli itinerari castellani dell'isola, Palermo, Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali ambientali e della pubblica istruzione, 2001, pp. 107-108, SBNCFI0519961. URL consultato il 21 aprile 2018.
Antonino Marrone, Bivona città feudale, collana Storia economica di Sicilia. Testi e ricerche. Nuova serie, premessa di Enrico Mazzarese Fardella, vol. I, n. 1, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia editore, 1987, p. 282, SBNCFI0095465. URL consultato il 26 aprile 2018.
Michele da Piazza, Cronaca (1336-1361), collana Fonti per la storia di Sicilia, a cura di Antonino Giuffrida, n. 3, Palermo-San Paolo, Ila Palma, 1980, p. 423, SBNSBL0347367. URL consultato il 26 aprile 2018.
Salvatore Midulla, Bivona, le origini e prime vicende storiche, dattiloscritto conservato presso la biblioteca comunale di Bivona, Bivona, 1981.