Secondogenito di Teresa e Antonio Bifone, che a Santa Maria Capua Vetere possedeva una pescheria, Carlo Bini nacque in una famiglia umile e numerosa: aveva infatti sei sorelle. A sei anni fu mandato in un collegio religioso per studiare ma, terminato il ginnasio, a quindici decise di lasciare la scuola per seguire le orme paterne.[1] Nello stesso periodo si avvicinò al biliardo, che presto lo portò a vivere delle scommesse vinte giocando e a lasciare il suo lavoro di pescivendolo; quest'attività l'avrebbe portato a diventare campione italiano di biliardo nel 1963.[2]
Si avvicinò alla musica quasi per caso e, dopo essere stato rifiutato dal conservatorio a causa della tisi che gli aveva perforato un polmone durante l'infanzia, cominciò a prendere lezioni private da Mino Campanino, pianista e direttore d'orchestra al Teatro San Carlo di Napoli. Al fianco del suo maestro, iniziò a formarsi musicalmente seguendo il percorso classico del conservatorio[3], anche se formalmente non si diplomò mai. Dopo i primi tre anni di studio in cui si dedicò solo al solfeggio e ai vocalizzi, a quello della dizione e dell'intonazione, si accostò alle romanze del Settecento e al repertorio classico della canzone napoletana. Nel 1964 si presentò al Concorso Internazionale Voci Verdiane a Busseto, dove fu protestato perché aveva poca voce.[3] Campanino lo indirizzò quindi all'operetta.[4]
Fu sposato sposato con la ballerina Margaret Bailey, conosciuta nel 1966 mentre lavoravano nella Compagnia Grandi Spettacoli di Operette, dal 1971 alla morte. Morì nel 2021 all'età di 84 anni.[5][6]
Carriera
Gli esordi
Nel 1965 si unì alla Compagnia Grandi Spettacoli di Operette e, su suggerimento del collega Carlo Campanini, adottò il nome d'arte di "Carlo Bini".[7] Nello stesso anno fece il suo esordio sulle scene a Montecatini Terme, ne La danza delle libellule di Franz Lehár. Sarebbe rimasto con la compagnia fino al maggio del 1967, quando decise di proseguire con gli studi canori insieme a Campanino; fu proprio in questo periodo, tra il 1966 e il 1967, ch venne profondamente segnato dall'incontro con Padre Pio, conosciuto attraverso Campanini, che del futuro santo era figlio spirituale. Bini in seguito avrebbe attribuito a questo incontro il suo successo sulle scene negli anni successivi[2]
Nel 1968 si cimentò nelle sue prime esibizioni come tenore d'opera, esordendo come Rodolfo ne La bohème a Velletri; la sua esibizione fu protestata dal pubblico e Bini decise quindi di proseguire con gli studi.[8] Nel gennaio del 1969 esordì al Teatro San Carlo di Napoli nel ruolo di Pinkerton nella Madama Butterfly, inaugurando una collaborazione con il teatro partenopeo destinata a durare per diversi anni.[8]
Nel corso degli anni settanta, Bini cantò in molti dei maggiori teatri d'opera al mondo. Nel 1975 debuttò alla New York City Opera cantando come Des Grieux nella Manon Lescaut di Puccini,[11] mentre tra 1978 al 1982 cantò in diverse occasione al Metropolitan Opera House. Dopo il suo debutto al Met nel giugno del 1978, nel Rigoletto, affrontò il suo vero battesimo del fuoco il 14 novembre 1978, quando al fianco del mezzosoprano Elena Obrazcova partecipò a un allestimento della Carmen diretta da Giuseppe Patanè: La critica lo accolse bene, commentando che, sebbene potesse migliorare nello stile, il suo fervore e la sua potenza vocale avevano dato vera vita al suo Don José.[12] Tra le opere che interpretò al Met nei mesi e negli anni successivi figurano Luisa Miller, Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Tosca e Il trovatore.[13] Dopo quattro anni di intensa collaborazione, i rapporti tra il teatro e Bini si attenuarono a seguito del clamore suscitato dalla sua esibizione ne La Gioconda del 14 ottobre del 1982. Bini accettò di sostituire dopo il primo atto Plácido Domingo, indisposto, e il pubblico lo protestò malamente a causa di alcuni errori.[14] Nonostante le critiche, portò a termine la sostituzione di Domingo anche nelle date successive, con maggior successo.[15]
Verso la fine degli anni ottanta si trasferì con la moglie nella campagna di Monsummano Terme, in provincia di Pistoia, dove si dedicò alla produzione del vino e dell'olio.[2] Diradò quindi notevolmente gli impegni sulle scene, continuando a cantare in opere e operette solo nei periodi in cui non era occupato dall'attività agricola (come, ad esempio, il periodo della vendemmia).[23] La sua carriera si interruppe bruscamente nel 2005, a causa di problemi di salute.[24] Nel 2013 fu insignito del Premio Masaniello.[25]