Bruno Maier![]() Bruno Maier (Capodistria, 1º dicembre 1922 – Trieste, 27 dicembre 2001) è stato un critico letterario italiano, noto per essere stato un profondo conoscitore di letteratura sia rinascimentale che contemporanea. Era da molti considerato il massimo esperto dell'opera e della figura di Italo Svevo. La vita e l'operaLe prime pubblicazioniNato a Capodistria, appartenente all'epoca al Regno d'Italia, Bruno Maier frequenta il ginnasio Carlo Combi (ex ginnasio Giustinopolitano), dove prima di lui avevano studiato Gian Rinaldo Carli, Vittorio Italico Zupelli, Pier Antonio Quarantotti Gambini e altri istriani celebri. Terminati gli studi liceali (1940), si trasferisce a Trieste e si iscrive presso la locale Università, laureandosi in lettere nell'immediato secondo dopoguerra. La sua prima pubblicazione di rilievo la dedica interamente alla figura di Cecco Angiolieri (La personalità e la poesia di Cecco Angiolieri, 1947), del quale si era già occupato per la tesi di laurea; seguirà un approfondito studio su Lorenzo de' Medici uscito due anni più tardi che riceverà una favorevole recensione nei Quaderni della Critica di Benedetto Croce[1]. Negli anni cinquanta usciranno altri importanti volumi sugli autori rinascimentali italiani e in particolare su Benvenuto Cellini (Umanità e stile in Benvenuto Cellini scrittore, 1952) e Agnolo Poliziano (1956). Dopo essersi interessato all'Arcadia (Faustina Maratti Zappi, donna e rimatrice dell'Arcadia, 1954) e a Vittorio Alfieri (in due volumi usciti nel 1956 e 1957), tornerà, nella prima metà degli anni sessanta al cinquecento italiano con Baldassarre Castiglione e, nuovamente, con Cellini. La maturitàNel 1965 gli viene offerta dall'Università di Trieste la cattedra di Lingua e letteratura italiana che ricoprirà per ben venticique anni, e cioè fino al 1990. Sarà sicuramente questo il periodo più fecondo della sua attività di critico letterario e saggista, perché, pur continuando ad interessarsi degli autori classici, ed estendendo anzi i suoi interessi fino a comprendere anche il neoclassicismo, rivolgerà la sua attenzione anche alla letteratura contemporanea della Venezia Giulia e del Friuli, ormai formanti un'unica realtà amministrativa. Di questo periodo sono i saggi: La Letteratura triestina del novecento (1968), Saggi sulla letteratura triestina del novecento (1972), Dimensione Trieste, nuovi saggi sulla letteratura triestina (1987) e Il Gioco dell'alfabeto, nuovi saggi tristini, 1990. Bruno Maier è tra i primi a riconoscere il talento letterario di Carlo Sgorlon, uno fra i massimi autori italiani contemporanei, pubblicando recensioni e articoli sullo scrittore friulano fin dagli anni settanta del novecento. Nel 1985 gli dedicherà un importante saggio. Maier e SvevoBruno Maier inizia a interessarsi del massimo narratore triestino del Novecento, fin dagli anni di gioventù, pubblicando un interessante Profilo della critica su Svevo, 1892-1951 (1952), che non passa inosservato. Successivamente sarà quasi interamente assorbito dai suoi studi sul Rinascimento italiano e solo sette anni più tardi dedicherà a Svevo un Profilo di Italo Svevo (1959), molto bene accolto dalla critica del tempo. Negli anni sessanta è la volta di Italo Svevo (1968) che oltre ad ottenere l'unanime riconoscimento degli studiosi riscuote anche un grande successo di pubblico. Ne verranno infatti stampate, vivo l'autore, ben sei edizioni. Ancor oggi questo testo è alla base per qualsiasi approfondimento si voglia fare sul celebre narratore. L'archivio di Svevo, con il prezioso carteggio e gli appunti inediti viene aperto a Maier dagli eredi dello scrittore. Ne uscirà un volume prezioso: Iconografia sveviana (1981), steso con la collaborazione personale di Letizia Svevo Fonda Savio, figlia del grande triestino e contenente scritti inediti, appunti intimi e foto di eccezionale interesse storico e umano. Gli scritti degli anni novantaBruno Maier continua a scrivere anche dopo aver abbandonato la docenza (1990) e aver accettato, su insistenza di alcuni amici, la Presidenza dell'Università Popolare di Trieste. Continua ad occuparsi di letteratura italiana classica (Da Dante a Croce, 1992) di Italo Svevo (Italo Svevo, una burla riuscita, 1993), di letteratura triestina contemporanea (in collaborazione, fra gli altri, con Silvio Benco, Aurelia Gruber Benco, Oliviero Honoré Bianchi, Luciano Budrigna provvederà alla stesura di Trieste nella cultura italiana del novecento, 1998). Nel 1994 scriverà anche un romanzo, L'Assente, ridotto quattro anni più tardi in pièce di teatro con grande successo di pubblico (dopo essere stata rappresentata in Italia, sarà tradotta in croato e portata a Zagabria e a Fiume). L'assente, narrazione con chiare connotazioni autobiografiche, verrà giudicato da un noto storico della letteratura un «Libro pieno di un'acuta analisi dell'alienazione da letteratura di una certa tipologia di intellettuale[2]». Il romanzo "L'Assente" è stato ridotto per il teatro dai registi Nino Mangano e Francesco Macedonio e diretto da quest'ultimo per la messa in scena del 1998, a cura del Dramma Italiano di Fiume, diretto da Sandro Damiani in collaborazione con la Compagnia della Contrada di Trieste, diretta dal compianto attore Orazio Bobbio, protagonista dello spettacolo. L'Istria lontanaNegli ultimi anni della sua vita il grande critico amerà anche dedicarsi alla sua Istria natale e lo farà con un saggio, La letteratura italiana dell'Istria dalle origini al novecento (1996) e con una serie di articoli scritti per riviste storiche o letterarie,[3] fra cui La Letteratura in Istria fra ottocento e novecento e la poesia in vernacolo capodistriano di Tino Gavardo, apparso in Quaderni veneti nel 1993 e Letteratura e cultura in Istria nel novecento pubblicato nel 1996-1997 sugli Annali del museo storico italiano della guerra di Rovereto. Molte notizie sulla civiltà letteraria istriana e sugli autori istriani del novecento sono anche contenute in La Letteratura italiana nel dopoguerra al di qua e al di là del confine orientale (1993), contenente articoli di Bruno Maier e di altri autori. MorteMaier morì a Trieste nel dicembre del 2001, all'età di settantanove anni. Opere principaliStudi
Curatele
Note
Bibliografia
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