Ingegnere meccanico, entrò nelle Ferrovie dello Stato nel 1920, fu assegnato al Servizio Impianti elettrici e segnalamento e vi lavorò fino al pensionamento, principalmente nei Compartimenti di Milano e di Venezia[2].
Bruno Bonazzelli fu sposato con Zina Sganzerla fino alla morte di lei. Non avendo avuto figli[8] essi adottarono una bambina, Ermelinda (nata a Milano il 28 luglio 1933)[senza fonte]. La nipote, Cristina, ha ereditato l'archivio privato del nonno[senza fonte].
Note
^Secondo quanto riferito dallo stesso Bonazzelli nel suo articolo A Trieste in viaggio di nozze, in Italmodel Ferrovie, 28 (1978), n. 214, pp. 286-287, il cognome di famiglia era "Bonazelli", trascritto per errore con due zeta negli atti d'anagrafe. Accortisi dell'errore, lui e il fratello chiesero all'ufficio anagrafico di competenza le attestazioni necessarie e mantennero l'uso della forma con due zeta.
^A Trieste in viaggio di nozze, in Italmodel Ferrovie, 28 (1978), n. 214, pp. 285-289.
Bibliografia
Opere
Zeta-Zeta, alias B.B., La trazione elettrica nelle ferrovie italiane. Le sue ragioni lontane.I suoi primi passi difficili ma determinanti. La sua evoluzione nel tempo, in H0 Rivarossi, (1964) n. 61, pp. 9-14; n. 62, pp. 8-12; n. 63, pp. 8-12; n. 64, pp. 8-14; n. 65, pp. 8-17; (1965) n. 66, pp. 8-19.
Claudio Pedrazzini, Scritti dell'Ingegner Bruno Bonazzelli sulla locomotiva a vapore (1958-1964), Club Fermodellistico Bresciano, 2016.
Fonti biografiche
Bruno Bonazzelli, in I treni oggi, vol. 5, n. 40, 1984.
Claudio Pedrazzini, Bruno Bonazzelli, in Mondo ferroviario, vol. 30, n. 347, 2016, pp. 20-25, ISSN 0394-8854 (WC · ACNP).