Queste piante arrivano ad una altezza di 1-4 dm (massimo 8 dm). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[6][7][8][9][10][11][12][13]
Radici
Le radici sono per lo più fascicolate; a volte sono secondarie da rizoma.
Fusto
I culmi sono cavi a sezione più o meno rotonda e sottile. Il portamento in genere è solitario-ascendente (alla base sono ginocchiati o anche striscianti). Nella parte apicale sono nudi con una breve pubescenza riflessa..
Foglie
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e priva di auricole. La pubescenza è di tipo villoso con peli molli, brevi o allungati.
Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata. Lunghezza 1 mm.
Lamina: la lamina, a consistenza morbida, ha delle forme lineari generalmente piane. Entrambe le facce sono pubescenti. Dimensioni della lamina: larghezza 5-7 cm; lunghezza 5-22 cm.
Infiorescenza
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere sono ramificate (i rami sono ispidi di 2-3 cm) e sono formate da alcune spighette ed hanno la forma di una pannocchia densa e contratta a forma ovoide. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Alla fruttificazione l'infiorescenza è contratta e le spighette sono più o meno erette. Lunghezza della pannocchia: 8-15 cm.
Spighetta
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, brevemente pedicellate, con forme oblunghe, sottese da due bratteedistiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 4 a 7 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori o sopra le glume. Lunghezza delle spighette: 15-20 mm.
Glume: le glume hanno gli apici acuminati e sono subuguali. Lunghezza delle glume: inferiore 6 mm (3-5 venature); superiore 8 mm (5-7 venature).
Palea: la palea è un profillo con due nervature; può essere cigliata (le ciglia sono dirette verso l'apice) ed è carenata. Dimensione della palea: larghezza 1,5 mm; lunghezza 6 mm.
Lemma: l'apice del lemma varia da intero a bidentato e ha una resta (lunga 5 mm) inserita 1 mm al di sotto dei denti. Le reste sono diritte o contorte. Le venature sono 7-9 e sono sporgenti. Lunghezza del lemma: 5 mm. Lunghezza della resta: 9-10 mm.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti colorati di marrone scuro, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Biologia
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[14]
Tassonomia
La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[10][15]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Bromus fa parte della sottofamiglia Pooideae ed è l'unico genere della tribù Bromeae.[6][7]
Filogenesi
La tribù Bromeae fa parte della supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982. La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Hordeeae e Bromeae. All'interno della supertribù, la tribù Bromeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Hordeeae.[16]
I Bromus della flora spontanea italiana sono suddivisi in tre gruppi distinti: Festucaria G. et G., Anisantha Koch e Bromus s.s. La specie di questa voce appartiene al gruppo Bromus s.s.[17] Il ciclo biologico delle piante di questo gruppo è annuo con un aspetto molto diverso dalle specie del genere Festuca. A maturità le spighette si restringono all'apice ed hanno delle reste caratteristiche (allargate). Le nervature delle due glume (con forme ovate lunghe 3,5-9 mm) sono diverse: quella inferiore ha 3 nervature; quella superiore è 7-9 nervature. La resta dei lemmi (con forme ovato-lanceolate) è dorsale.[8]
Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono i prati, le siepi e i terreni abbandonati. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH basico, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[20]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 2000m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte subalpino e alpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia.
Dal punto di vista fitosociologico alpino la sottospecie hordeaceus appartiene alla seguente comunità vegetale:[20]
Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae
Per l'areale completo italiano la sottospecie in oggetto appartiene alla seguente comunità vegetale:[22]
Macrotipologia: vegetazione delle praterie.
Classe: Molinio-arrhenatheretea Tüxen, 1937
Ordine: Arrhenatheretalia elatioris Tüxen, 1931
Alleanza: Arrhenatherion elatioris Koch, 1926
Descrizione: l'alleanza Arrhenatherion elatioris fa riferimento a prati regolarmente falciati, almeno due volte l'anno (il loro abbandono conduce, spesso anche rapidamente, a fasi di incespugliamento), e concimati in modo non intensivo, su suoli relativamente profondi. Si tratta di comunità floristicamente ricche che sono distribuite dal fondovalle (alta pianura) ai 1000 m (1500 m sui pendii soleggiati). L'alleanza Arrhenatherion elatioris è distribuita in Italia settentrionale, nell'Europa centrale atlantica e nelle aree alpine e caucasiche.[23]
Sottospecie bicuspis
Nome scientifico: Bromus hordeaceus subsp. bicuspis Hohla & H. Scholz, 2008.[24]
Nome scientifico: Bromus hordeaceus subsp. molliformis (Billot) Maire & Weiller, 1955[29] (Nella "Flora d'Italia" di Sandro Pignatti questa entità è indicata come Bromus molliformis Lloyd)
Nome comune: forasacco mediterraneo.
Descrizione: altezza media 1-3 dm; in genere le piante sono più gracili; la guaina superiore spesso è rigonfia; la pannocchia è ridotta a poche spighette (a volte solo una); il lemma è lungo 7–8 mm con una sottile resta; le ciglia marginali della palea sono patenti.
Descrizione. L'alleanza Saginion maritimae è relativa alle comunità terofitiche, alofile e subalofile di tipo atlantico rinvenibili anche nel Mediterraneo europeo in aree con macrobioclima temperato. La cenosi è localizzata in zone costiere, ma anche più interne su substrati argillosi o argilloso-sabbiosi. In Italia questa vegetazione è rinvenibile lungo le coste, prevalentemente adriatiche.[30]
Sottospecie pseudothominei
Nome scientifico: Bromus hordeaceus subsp. pseudothominei (P. M. Sm.) H. Scholz, 1970.[31]
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 56.2.1 ALL. ARRHENATHERION ELATIORIS KOCH 1926. URL consultato il 20 novembre 2019.
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 25.1.1 ALL. SAGINION MARITIMAE WESTHOFF, LEEUWEN & ADRIANI 1962. URL consultato il 20 novembre 2019.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 21 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).