Nacque da contadini, venne avviato in giovane età agli studi artistici dapprima disegnando e modellando la creta con un presepista, poi seguito dal pittore Andrea D'Antoni e dallo scultore Benedetto De Lisi. L'interessamento per la sua formazione fu avvantaggiata dalla protezione del deputato siciliano Giuseppe Galati de Spuches, impressionato dal suo Mercurio. Partecipò coll'opera Fauno all'Esposizione regionale del 1863 tenutasi presso Palazzo Comitini. Su iniziativa di un giurista, del sindaco di Rudinì e di un barone ottenne un sussidio per trasferirsi a Firenze e continuare i suoi studi. Qui fu allievo di Giovanni Duprè che lo influenzò portandolo a seguire uno stile più verista. Ritornò in Sicilia nel 1865 ed operò nella sua città natale fino alla fine dei suoi giorni.
Partecipò al concorso di Roma per la statua di Garibaldi al Gianicolo[1], concorso poi vinto da Emilio Gallori.
Era anche molto richiesto dalle famiglie della borghesia palermitana: è l'autore dei busti di Paolo Florio (oggi presso la tonnara Florio) e Joseph Whitaker (oggi nell'atrio di Villa Malfitano).
1889, Monumento a Filippo Notarbartolo e Catalano, Cimitero di Santa Maria dei Rotoli.
1893, Cappella Salamone, Cimitero di Santa Maria dei Rotoli.
Note
^Carmelo Calci, Leandro Mais, «La Premiata Casa Fotografica Giuseppe Incorpora e Garibaldi», in Gente di Fotografia, IX, n. 32, Settembre 2002, pp. 66–69
Giuseppe Cipolla, Alfredo Milazzo, Benedetto e Pasquale Civiletti. La scultura a Palermo tra ’800 e ‘900: verso una dimensione internazionale, Edizioni Caracol, 2019 ISBN 978-88-32240-06-1.