Battaglia di Sangan
La battaglia di Sangan fu uno scontro combattuto tra le forze persiane dell'Impero safavide capeggiate da Nadir per conto dello scià Tahmasp II e gli invasori dell'Afghanistan capeggiati dalla dinastia degli Hotaki. Anche se la battaglia si concluse con la vittoria dei safavidi, a livello strategico la Persia guadagnò ben poco in quanto ad acquisizioni territoriali. AntefattoAvendo sottomesso gran parte del Khorasan, Nadir intendeva ora spingersi più a sud per assicurarsi anche Sangan Khaf e Behdadin. Queste due città vennero sconfitte in breve tempo, ad ogni modo il loro appello di aiuto raggiunse le forze abdali a sud ed in 20.000 risposero alla chiamata alle armi. Gli abdalidi a Sangan Khaf si rivoltarono ai persiani ed attesero i rinforzi ma vennero rapidamente sconfitti dalla cavalleria di Nadir che giunse entrando da una delle porte della città, che venne quindi saccheggiata. La battagliaL'arrivo degli abdalidi giunse troppo in ritardo ma le loro forze erano determinate a dar battaglia. Il peso delle forze di Nadir era di 2000 moschettieri al diretto comando dello scià Tahmasp. La situazione, inizialmente svantaggiosa per i persiani, parteggiò poco dopo per l'armata di Nadir quando egli riuscì a recuperare altri 1000 uomini della sua riserva. Anche se gli afghani offrirono una strenua resistenza all'armata persiana, alla fine dovettero ritirarsi il giorno successivo allo scontro. ConseguenzeLa spedizione in sé stessa non portò a conseguimenti strategici di rilievo per i persiani e Nadir si ritirò nell'alto Khorasan per riconsolidare l'offensiva contro Herat. Note
Bibliografia
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