Basilica dell'Immacolata Concezione (Sassello)
La basilica dell'Immacolata Concezione è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Sassello, in piazza Concezione, in provincia di Savona. StoriaLa costruzione del primo impianto religioso, dedicato inizialmente alla Visitazione[1], fu voluto dalla comunità del Sassello che, nel 1582[1], incaricò lo svizzero Antonio Martino Bertolle da Locarno di realizzarne il progetto e seguirne l'opera. Forse già sul luogo della chiesa sorgeva una cappella intitolata a santa Maria, di cui se ne hanno notizie a partire dal 1512. L'edificazione di un nuovo luogo di culto fu pensato sostanzialmente da alcuni abitanti quale nuovo sito parrocchiale del borgo[1], titolo e scelta che fu però caldamente osteggiata[1] da altri abitanti di Sassello, legati alla già presente parrocchiale di San Giovanni Battista. Nel 1613 si iniziò l'edificazione dell'adiacente convento (ora caserma dei Carabinieri) ove i frati francescani rimasero sino al 1860[1], salvo un forzato abbandono tra il 1810 e il 1829 per le vigenti leggi napoleoniche contro gli ordini religiosi[1]. Il giorno 8 maggio 1622[1] il vescovo di Acqui, monsignor Gregorio Pedrocca, mutò il titolo da Visitazione a Immacolata Concezione e consacrò la chiesa in basilica minore. Sia nel 1626 che nel 1672 la chiesa e il vicino convento furono interessati dalle rappresaglie compiute dai soldati del Ducato di Savoia[1]. Nel 1937[1] la proprietà comunale del sito passò alla curia di Acqui, la quale la assoggettò sotto la giurisdizione della chiesa parrocchiale della Santissima Trinità; dal 1956[1] è affidata alle locali confraternite sassellesi. DescrizioneL'edificio è a tre navate, privo di affreschi, dotato di vetrate policrome, lungo 40 metri e largo 18, con campanile del 1643 di 30 metri. Nella facciata, tripartita da finte lesene, sono ubicate tre statue raffiguranti san Giovanni Battista, sant'Antonio e la Madonna con Bambino e angeli, quest'ultima, del 1641, sopra il portone principale[1]. All'interno, in stile tardo rinascimentale[1], si trovano diverse sculture in legno, un crocefisso del Brilla, tele di Orazio De Ferrari e di Agostino Ratti (San Francesco in adorazione di Gesù e della Madonna, opera del 1730) e altre opere di Paolo Gerolamo Piola, Giovanni Battista Tassara (Il sogno di Giacobbe e La guarigione del cieco), Gio Batta Rebagliati (statua di San Filippo Neri), Giovanni Raffaele Badaracco (tela di San Pasquale), Domenico Torrielli, Lorenzo De Ferrari (Vergine che porge il Bambino a sant'Antonio), Domenico Canepa e Pasquale Navone[1]. L'organo risale al XVIII secolo. NoteBibliografia
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