Attimis

Attimis
comune
(IT) Attimis, (FUR) Atimis[1]
(SL) Ahten[2]
Attimis – Stemma
Attimis – Bandiera
Attimis – Veduta
Attimis – Veduta
la chiesa dei Santi Giovanni Battista e Lucia di Porzûs
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Udine
Amministrazione
SindacoMaurizio Malduca (lista civica Per Attimis) dal 10-06-2024
Territorio
Coordinate46°11′N 13°18′E
Altitudine195 m s.l.m.
Superficie33,24 km²
Abitanti1 646[6] (31-8-2024)
Densità49,52 ab./km²
FrazioniForame, Porzus, Racchiuso, Subit[3]
Comuni confinantiFaedis, Nimis, Povoletto, Taipana
Altre informazioni
Lingueitaliano, friulano, sloveno
Cod. postale33040
Prefisso0432
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT030007
Cod. catastaleA491
TargaUD
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[7]
Cl. climaticazona E, 2 639 GG[8]
Nome abitantiattimesi[4][5]
Patronosant'Andrea
Giorno festivo30 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Attimis
Attimis
Attimis – Mappa
Attimis – Mappa
Posizione del comune di Attimis nella ex provincia di Udine
Sito istituzionale

Attimis (in friulano Atimis[9], in sloveno Ahten[3][10], in tedesco anticamente anche Attems o Altems) è un comune italiano di 1 646 abitanti[6] del Friuli-Venezia Giulia.

Storia

È il luogo originario della nobile famiglia Attems, abitanti dei due castelli di Attimis, il castello superiore e quello inferiore, abbandonati nel 1511 a causa del sisma che colpì il territorio; in seguito venne eretta ai piedi di quest'ultimi una villa provvista di torri, incendiata dai tedeschi nel settembre 1944.

Il Castello di Attimis, "castrum jacet [...] ad locum qui dicitur Attems", viene citato nel 1106, quando il vescovo di Salisburgo, Bertoldo, "Bertoldus episcopus filius Purchardi", dona il castello e tutte le pertinenze e i diritti ad esso spettanti con la facoltà di disporne a loro piacimento, a Matilde, figlia di Uldarico d'Attimis già Marchese di Toscana, e a Corrado di Manzano, suoi prossimi parenti. L'atto, rogato a Attimis ("Actum in Atins")[11], fu sottoscritto dai seguenti testimoni: Ermanno di Manzano, Napone viceconte, Larico viceconte, Federico giurisperito, Azzone di Castillerio ed altri. Nel 1166, Ulrico o Voldarico d'Attems, già Marchese di Toscana, rimise i propri feudi a Voldarico, Patriarca di Aquileia, perché ne desse l'investitura a Luicarda sua figlia, al di lei marito Enrico di Manzano e al loro figlio Corrado[12].

Seconda guerra mondiale

Durante la seconda guerra mondiale il territorio del Comune di Attimis ed in particolare le località di Forame, Porzûs, Racchiuso, Subit furono interessati dalle attività della resistenza friulana con le operazioni delle unità partigiane Brigate Garibaldi e Brigate Osoppo.[13]

Il paese di Subit in particolare, già dai giorni successivi alla capitolazione avvenuta l'8 settembre 1943, fu luogo di nascita di una delle prime "bande" di partigiani e nel novembre '43 fu sede di un reparto del 1º Btg. Garibaldi-Friuli e successivamente del primo battaglione regolare della zona est della Brigata Osoppo, che poi diventerà Divisione Osoppo.

Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni soprattutto nelle frazioni montane, sconvolgendone l'aspetto originario.

Simboli

Lo stemma e il gonfalone del comune di Attimis sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica del 26 giugno 1955.[14] Il gonfalone municipale è un drappo partito di bianco e di rosso.

Onorificenze

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e di alto senso del dovere, meritevole dell’ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta. Eventi sismici 1976 (UD)»
— 14 febbraio 2003[15]

Questo conferimento revoca la medaglia d'argento concessa in precedenza con D.P.R. del 12 dicembre 2002.[16]

Monumenti e luoghi d'interesse

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[17]

Lingue e dialetti

Ad Attimis, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana[18]. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[19].

Sono presenti inoltre varianti locali della lingua slovena, riconducibili al più ampio gruppo dialettale delle Valli del Torre, in ogni paese sono spesso chiamate dagli stessi parlanti po našen (traducibile con a modo nostro). Sono parlate soprattutto nelle frazioni di Forame/Malina, Subit/Subid e Porzus/Porčinj, spesso accanto al friulano.

Geografia antropica

Frazioni

Racchiuso/Riclûs/Rekluž

La frazione è situata a 190 m s.l.m., conta circa 500 abitanti ed è costituita dal nucleo abitato principale e da due borghi separati: Partistagno (Borgo Faris) e Poiana (di Sopra e di Sotto). Un'ulteriore borgata, ormai disabitata e immersa nella vegetazione, si trova a nord-est del paese: Canalutto vecchia. Di particolare interesse l'antica torre campanaria e la chiesa di San Silvestro con la limitrofa cappella affrescata da Gian Paolo Thanner (1400 circa). Un km a nord-ovest la vallata è dominata dal Castello di Partistagno, recentemente ristrutturato, con annessa la chiesa di Sant'Osvaldo. Nei boschi al di sopra del paese si trovano le grotte preistoriche del "Çiondar des Pagánis" e del "Masariât". D'interesse anche l'Ancona di Carûl, il Cristo di Poiana ed il monastero delle Clarisse a Partistagno. Ampia e ben segnalata la rete sentieristica. La frazione di Racchiuso è situata sulla strada provinciale SR356, ed è l’ultimo paese posto su di essa appartenente al comune di Attimis, prima di arrivare a Faedis; è inoltre collegato attraverso via Subida alla vicina Bellazoia, dalla quale dista circa 3 km.

Subit/Subît/Subid

La frazione di Subit (slov. Subid), posta ad un'altezza di 727 metri s.l.m alle pendici del monte Nagrad, è situata sulle propaggini più meridionali delle Prealpi Giulie, nella parte orientale della Provincia di Udine, conosciuta come Slavia Friulana, e offre una splendida vista su gran parte della pianura friulana, spaziando, nelle giornate limpide, fino al mare.

L'origine dell'abitato è da attribuirsi probabilmente tra il VII e il VIII secolo d.C quando nelle aree delle Valli del Torre e del Natisone incominciarono ad insediarsi le popolazioni di origine slava.

La seconda guerra mondiale toccò nel profondo e a più riprese il paese di Subit, uno dei paesi più attivi ed interessati dalla lotta partigiana che portò a devastanti conseguenze; la prima fu l'eccidio avvenuto a Nongruella di Cergneu il 13 dicembre 1943 quando alcuni giovani del paese, impegnati a trasportare fasci di fieno fino in pianura, furono bloccati e successivamente fucilati da un reparto di soldati tedeschi che li aveva additati come partigiani. Perirono in cinque.

La guerra portò all'incendio del paese in ben due occasioni, il 29 luglio 1944 e il 29 settembre 1944 con oltre 70 case bruciate complessivamente e con la distruzione della grande chiesa nel secondo episodio, fatta saltare dai tedeschi con l'esplosivo. Negli incendi morirono cinque persone, oltre ad una trentina di vacche.

Il patrimonio zootecnico durante tutto il conflitto fu depredato a più riprese e si calcola che furono razziati più di 500 capi di bestiame tra vacche, maiali e animali da cortile. Subit, come tutti i paesi delle zone montane, conobbe il periodo dell'emigrazione che ha portato ad un drastico spopolamento della frazione: 577 nel 1901, un massimo di 700 abitanti negli anni trenta, 550 nel 1944, 210 nel 1974, per arrivare ai circa 50 abitanti stabili di oggi.

Con lo spopolamento sono state abbandonate tutte le attività agricole un tempo fiorenti anche se di sussistenza; oggi molti coltivi terrazzati sono inghiottiti dal bosco e rimangono ben pochi prativi localizzati solamente nei dintorni del paese. Un tempo i prati si estendevano verso nord e verso est e ammontavano ad alcune centinaia di ettari.

Il terremoto del 6 maggio 1976 causò il crollo o lesioni gravissime praticamente all'intero abitato che fu poi ricostruito solamente in parte e seguendo linee architettoniche moderne, andando a stravolgere l'articolato complesso di case in pietra con ballatoi in legno e di strette viuzze e scalinate. Anche il campanile crollò e fu ricostruito molti anni dopo: ora è il simbolo di riconoscimento del paese dalla pianura.

Anche se non conteggiate ufficialmente nelle vittime del sisma, Subit pagò con la perdita di due suoi abitanti, conseguenza delle scosse successive a quella del 6 maggio. Le conseguenze dello spopolamento hanno purtroppo inciso sulle tradizioni e sulla cultura del luogo e sul dialetto sloveno locale subiško (o "po našen", ossia "a modo nostro", come lo chiamano i parlanti).

Durante il mese di luglio ha luogo la festa della patrona di Subit, Sant'Anna. Il paese dista circa 9 chilometri dal capoluogo Attimis e 10 dal confine italo-sloveno. A Subit è presente una buona rete di sentieri naturalistici che si diramano partendo tutti dalla piazza principale del paese; interessante è il sentiero della panoramica delle cime che raggiunge tutti i punti più alti e panoramici attorno al paese,toccando nel percorso anche la croce votiva illuminata, recentemente riposizionata sulla cima meridionale del monte Nagrad, conosciuto come Pčau. Il paese è collegato a Porzûs dal sentiero della sorgente Očena, tratto facente parte del più ampio cammino mariano.

Situata dopo l'abitato di Subit, durante la guerra fredda, vi era una delle fortificazioni che facevano parte della soglia di Gorizia, in direzione di Prossenicco lungo la strada Attimis-Prosenicco. La fortificazione, affidata al 52º Battaglione fanteria d'arresto "Alpi", faceva parte, con le fortificazioni di Campo di Bonis e Platischis, del sistema difensivo della valle di Caporetto.

Forame/Forán/Malina

La frazione di Forame (slov. Malina) 353 m. s.l.m presso chiesa di Sant'Antonio Abate è un insediamento sparso formato da vari borghi e caseggiati che risalgono il letto del torrente Malina.

Il nome deriva dal latino foramen con il significato di grotta, forse a ricordare le numerose cavità e foibe presenti nel territorio. L'alternativo Malina, usato per nominare il paese in dialetto sloveno, non deriverebbe dallo sloveno malina ossia lampone ma dal celtico, che sta a significare genericamente corso d'acqua.

Le varie borgate che compongono la frazione sono, partendo dal capoluogo:

  • Gravis, borgata molto recente che oggigiorno viene inglobata nel territorio di Attimis;
  • Borgo Ponte o Pod Klànac
  • Pradaroncs o Falùnjišče
  • Minins
  • Degano o Bastian
  • Matteus o Batudića
  • Cerman
  • Molinars o Malina
  • Mattielig o Njìvca
  • Rieppi
  • Salandri o Tistran
  • Scovertz o Skovertan
  • Pecol di sotto o Čelo
  • Pecol di sopra o Ta za Čelant
  • Bombardier o Miškorća

Amministrazione

Sindaci dal 1995

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1995 2009 Maurizio Malduca Lista civica Sindaco
2009 2024 Sandro Rocco Lista civica Sindaco
2024 in carica Maurizio Malduca Lista civica Sindaco

Altre informazioni amministrative

Il consiglio regionale ha approvato la richiesta di referendum per la costituzione, in seguito a fusione dei due enti, del comune di Attimis e Faedis. La proposta di legge sulla fusione è poi stata bocciata dallo stesso consiglio regionale in seguito ai risultati della consultazione referendaria che ha visto il comune di Attimis esprimere contrarietà con il 53,46% dei voti validi.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Toponimo ufficiale in lingua friulana, sancito dal DPReg 016/2014, vedi Toponomastica ufficiale, su arlef.it.
  2. ^ Verifica del grado di attuazione delle disposizioni ai sensi dell’art. 10 della Legge di tutela n. 38/2001 in materia di insegne pubbliche e toponomastica (PDF), su consiglio.regione.fvg.it.
  3. ^ a b Statuto comunale (PDF), su comune.attimis.ud.it.
  4. ^ Attimis, su tuttitalia.it. URL consultato il 17 agosto 2022.
  5. ^ Comune di Attimis, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 17 agosto 2022.
  6. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  7. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  8. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  9. ^ https://arlef.it/it/risorse/toponomastica-ufficiale/
  10. ^ DPR 12/09/2007 - Comuni slovenofoni del Friuli-Venezia Archiviato l'11 novembre 2011 in Internet Archive..
  11. ^ Martin Bitschnau, Hannes Obermair, Tiroler Urkundenbuch, II. Abteilung, Die Urkunden zur Geschichte des Inn-, Eisack- und Pustertals, vol. 1, Bis zum Jahr 1140, Universitätsverlag Wagner, Innsbruck, 2009, ISBN 978-3-7030-0469-8, p. 250, n. 285.
  12. ^ Lituri, Notizie del Friuli, IVº volume, pag. 136 - De Rubeis, M.E.A., col. 610 - Francesco di Manzano, Annali del Friuli, vol. II, p. 85
  13. ^ Primo Cresta, Un partigiano dell'Osoppo al confine orientale, Del Bianco Editore, 1969.
  14. ^ Attimis, decreto 1955-06-26 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 29 aprile 2022.
  15. ^ Comune di Attimis, Medaglia d'oro al merito civile, su quirinale.it.
  16. ^ Il Presidente Ciampi ha conferito Medaglie al Merito Civile alla Regione Friuli - Venezia Giulia e ai Comuni colpiti dal terremoto del 1976, su presidenti.quirinale.it.
  17. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012..
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  18. ^ Lingua e cultura, su arlef.it.
  19. ^ Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana., su arlef.it.

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