Il nome del genere (Aster) deriva dal greco e significa (in senso ampio) "fiore a stella". Fu introdotto da Linneo ma sicuramente tale denominazione era conosciuta fin dall'antichità. Dioscoride fa riferimento ad un Astro attico (un fiore probabilmente dello stesso genere)[3]. Il termine specifico (amellus) si trova per la prima volta nelle Georgiche (libro IV, versi 271-280) di Virgilio (70 a.C. - 19 a.C.), ma l'etimologia rimane oscura e incerta.
Descrizione delle parti della piantaIl portamentoLe foglieInfiorescenzaL'involucro con le squameI fiori tubulosi del discoI frutti con i pappi
Portamento. Sono piante non molto alte mollemente pubescenti. La forma biologica prevalente è definita come emicriptofita scaposa (H scap): ossia sono piante perennanti per mezzo di gemme al livello del terreno e con asse fiorale di tipo cespitoso.[5][6][7][8][9][10]
Fusto. Altezza media: 2 - 5 dm.
Parte ipogea: consiste in un rizoma di colore bruno e a portamento obliquo. Le radici sono secondarie da rizoma.
Parte epigea: la parte aerea è cilindrica (lievemente striata), mollemente pubescente, eretta e ramificata in alto portante diversi capolini.
Foglie. Le foglie sono di due tipi: basali e cauline; sono un po' coriacee (membranose) a forma ovato-lanceolata con i bordi interi o finemente seghettati; la superficie è pubescente. Sui peduncoli delle infiorescenze sono presenti delle brattee (quelle inferiori sono revolute verso l'esterno).
Foglie basali: sono cordiformi (ovalo-ellittiche) e picciolate. Dimensione delle foglie: larghezza 15 – 17 mm; lunghezza 25 – 30 mm. Lunghezza del picciolo: 2 – 3 cm.
Foglie cauline: le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno e sessili; sono progressivamente più ristrette. Dimensione delle foglie: larghezza 11 – 17 mm; lunghezza 30 – 35 mm.
Infiorescenza. La sinflorescenze è di tipo corimboso ed è composta da un diversi capolini (da 2 a 6 e anche di più – fino a 15) con la forma di una margherita di tipo radiato con fiori eterogami. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: il peduncolo sorregge un involucro conico composto da diverse brattee che fanno da protezione al ricettacolo nudo e piano nella parte terminale sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni (o del raggio) ligulati, e i fiori centrali (o del disco) tubulosi. In particolare quelli periferici sono femminili, sono disposti su un'unica circonferenza (serie)[11] ed hanno una corolla ligulata con la ligula molto allargata; quelli interni, tubulosi, sono altrettanto numerosi e sono ermafroditi. Le brattee sono delle brattee arrossate a forma ob-cuneata, rotondeggianti e patenti all'apice e disposte in modo embricato su più serie (quelle inferiori sono revolute). Diametro dei capolini: 2,5 – 4 mm. Peduncoli di 5 – 10 mm (in genere sono rivolti tutti dallo stesso lato a destra e a sinistra). Dimensione dell'involucro: larghezza 6 – 7 mm; lunghezza 7 – 8 mm. Dimensione delle squame: larghezza 2,5 mm; lunghezza 5 mm.
fiori del raggio (esterni zigomorfi) da 18 a 21 per capolino: sono femminili e sono disposti su una sola serie; la forma è lungamente ligulata terminante con alcuni denti;
fiori del disco (centrali attinomorfi): sono più numerosi con forme tubulose terminanti con dei lobi triangolari da eretti a patenti; sono ermafroditi.
Corolla: i petali della corolla sono 5; i fiori di tipo tubuloso sono saldati a tubo e terminano in cinque dentelli (o lacinie) appena visibili, quelli ligulati sono saldati a tubo nella parte basale e si prolungano in una ligula lanceolata. I fiori periferici (ligulati) sono violetti (blu-lilla); quelli centrali (tubulosi) sono giallo-arancio.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate e sono lievemente auricolate (molto raramente sono speronate o hanno una coda); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[9][14]
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli.[5] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate.[15] I due bracci dello stilo hanno una forma da lanceolata a deltoide e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo; dimensione degli acheni: 2,5 mm; lunghezza del pappo: 4 mm;
achenio: gli acheni, con forme obovate, sono lateralmente compressi con due nervature laterali, oppure variano da angolati (a 5 coste) a quasi fusiformi e multi-nervati; raramente sono ob-compressi (compressi dorso-ventralmente) oppure sono provvisti di un becco; la superficie normalmente è cosparsa da setole, qualche volta ghiandolose; la parete dell'achenio è formata da celle contenenti rafidi ma prive di fitomelanina; il carpoforo normalmente è anulare; le setole con punte a forma di ancora non sono presenti;
pappo: il pappo è formato da 2 serie di setole giallastre finemente barbate o (più raramente) piumose; le setole sono persistenti; esternamente alle serie di setole non è presente una coroncina di scaglie. La superficie delle setole è pluri-solcata longitudinalmente.
Biologia
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori. Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[16] – Distribuzione alpina[17])
Habitat: l'habitat tipico sono le zone sassose calcaree, i cespuglietti e i bordi dei boschi cedui; ma anche le praterie rase subalpine. Il substrato preferito è calcareo con pH basico e terreno a bassi valori nutrizionali e lievemente secco.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 800 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Trifolio-Geranietea sanguinei
Ordine: Origanetalia vulgaris
Alleanza: Geranion sanguinei
Sistematica
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]
Filogenesi
Il genere di questa voce è descritto nella sottotribù Asterinae, una delle quasi 40 sottotribù della tribù Astereae. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi. Il genere Aster (insieme alla sottotribù Asterinae) è incluso nel Aster lineage i cui caratteri principali sono: la base delle antere sono prive di code e non sono calcarate (speronate); le linee stigmatiche dei bracci dello stilo sono totalmente separate; i due bracci dello stilo hanno una forma breve o allungata da lanceolata a deltoide e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli (all'esterno, mentre all'interno sono glabri).[8][22]
La sottotribù Asterinae comprende una trentina di generi suddivisi in 4 rami principali: Psychrogeton - Hersileoides - Asterothamnus - Aster. Il genere di questa voce è incluso nel ramo denominato "Aster branch" e, per il momento, è distribuito nel sottogruppo "Amellus group".[22]
Da un punto di vista orticolo le specie di questo genere vengono divise in 4 gruppi esaminando il tipo di infiorescenza e la forma delle foglie. La specie Aster amellus appartiene al secondo gruppo in quanto i capolini sono sempre numerosi e le foglie basali sono del tipo cordiforme e picciolate.[3]
I caratteri distintivi della specie A. amellus sono:[10]
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Kalimares amellus (L.) Raf.
Specie simili
Aster alpinus L. - Astro alpino: si differenzia in quanto è più basso e unifloro; vegeta a quote più alte.
Aster bellidiastrum (L.) Scop. - Astro falsa pratolina (chiamato anche Bellidiastrum michelii Cass.): si differenzia soprattutto per i fiori esterni (ligulati) che sono bianchi.
Usi
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
Le foglie di questa pianta hanno (secondo la medicina popolare) le seguenti proprietà[23]:
antinfiammatoria (attenua uno stato infiammatorio);
antitosse;
depurativa (facilita lo smaltimento delle impurità);
emostatica (blocca la fuoriuscita del sangue in caso di emorragia);
espettorante (favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali).
Da analisi fatte[23], le foglie, per ogni 100 grammi di sostanza secca forniscono 305 calorie e contengono tra l'altro:
Sono piante molto ornamentali per cui sono coltivate nei giardini. La moltiplicazione può avvenire per divisione dei cespi in autunno, o per seme in primavera.[3]
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.