Il 30 ottobre 1977, al 5' della ripresa e sotto una pioggia battente, Curi si accasciò improvvisamente in campo: a nulla valsero i soccorsi, con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, né il trasporto al Policlinico di Perugia, dove si poté soltanto constatare la morte del giocatore alle ore 16:30.[2] Poche settimane dopo, il 27 novembre, prima della partita interna con il Torino, lo stadio di Perugia venne intitolato alla memoria dello sfortunato calciatore.[3]
Nonostante questo tragico evento la compagine di Ilario Castagner seppe riprendersi, disputando un altro buon torneo a ridosso delle grandi, concluso al 7º posto in classifica, e mancando la qualificazione alla Coppa UEFA solo per via della peggiore differenza reti rispetto al Napoli.[4]
La formazione titolare vide gli innesti di Luciano Zecchini in difesa (proveniente dalla Sampdoria appena retrocessa in serie cadetta), mentre a centrocampo l'ingaggio a campionato iniziato di Paolo Dal Fiume (prelevato nel Pergocrema, in Serie C) permise di sopperire alla prematura assenza di Curi, con Franco Vannini e Walter Novellino che confermarono anche in questa stagione le loro qualità. Il reparto d'attacco fu invece totalmente rivoluzionato, con l'arrivo delle ali Walter Speggiorin (dalla Fiorentina), un'eterna incompiuta che in Umbria trovò l'ambiente ideale dove esprimersi,[5] e Salvatore Bagni (pescato addirittura in Serie D, nel Carpi), una giovane promessa di poco più di vent'anni che, nonostante il grande salto di categoria, in poco tempo riuscì a soppiantare il titolare Scarpa.
Sul versante europeo il cammino in Coppa Mitropa non andò oltre la fase a gironi, tuttavia la stagione si concluse con la conquista del primo, storico, trofeo internazionale del club. I grifoni vinsero infatti l'edizione di maggio dell'Intertoto, denominata Coppa d'Estate, dove regolarono in un gironcino i belgi del Waregem, i tedeschi d'Occidente del Monaco 1860 e i francesi del Nîmes.[4]
Divise
Nella stagione 1977-1978 le divise utilizzate dal Perugia riprendevano in gran parte lo stile di quelle dell'annata precedente. La prima maglia era rossa, con il colletto e i bordi delle maniche bianchi; anche i pantaloncini erano bianchi, mentre i calzettoni erano rossi con il risvolto bianco.
La seconda casacca riproponeva il medesimo stile, ma a colori invertiti: maglia bianca, pantaloncini rossi e calzettoni bianchi con risvolto rosso. Sul petto, all'altezza del cuore, era cucito l'ormai classico Grifo, simbolo della squadra e della città. L'unica innovazione degna di nota rispetto alla scorsa stagione fu la foggia del colletto, che quell'anno presentava lo scollo a V chiuso da un grande triangolo bianco rovesciato.