Artemisia nitidaL'assenzio lucido (nome scientifico Artemisia nitida Bertol., 1832) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (Asian-southern African grade) e sottotribù Artemisiinae).[1][2] EtimologiaIl nome Artemisia, di etimologia incerta, è ricondotto alla dea greca della caccia Artemide, o secondo un'altra ipotesi alla regina Artemisia († 350 a.C.), succeduta sul trono di Caria al fratello e consorte Mausolo; si ipotizza inoltre un riferimento al greco artemes (“sano”), con allusione alle proprietà medicamentose delle piante del genere.[3]. L'epiteto specifico (nitida) è derivato dal latino che significa "splendente, lucente, biancastro".[4] Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Antonio Bertoloni (1775-1869) nella pubblicazione " Mantissa Plantarum Florae Alpium Apuanarum" ( Mant. Pl. Fl. Apuan. 53) del 1832.[5] DescrizionePortamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). Sono possibili altre forme biologiche come emicriptofita rosulata (H ros).[6][7][8][9][10][11] Radici. Le radici sono secondarie da rizoma o da fittone e sono colorate di color marrone. Fusto. L'indumento consiste in brevi peli ghiandolari (medifissi o basifissi a forma di "T") e si presenta colorato di bianco-argento. La parte aerea del fusto è eretta (raramente i fusti sono slanciati), molto ramificata con diversi capolini terminali (cespuglietto nano). I fusti alla base sono legnosi e reptanti. Altezza media: 10 - 30 cm. Foglie. Sono presenti sia foglie basali (con picciolo di 1,4 cm e lamina 2-3-pennatosetta) che cauline (quelle superiori avvolgono i capolini). La disposizione delle foglie lungo il fusto è alternata. Le foglie cauline sono progressivamente più ridotte e più semplici (semplicemente pennate). Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da numerosi capolini raccolti in racemi unilaterali. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo disciforme. I capolini sono formati da un involucro, con forme cilindriche, composto da 2 a 20 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori del disco (quelli del raggio qui sono assenti). Le brattee, con una forma largamente lanceolata, acute e a consistenza erbacea, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta. Lunghezza dei peduncoli: 2 - 10 mm. Dimensione dell'involucro: 3 x 5 mm. Fiori. I fiori, da 15 a 40 per capolino, sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi. Possono essere divisi tra fiori solamente femminili (posti alla periferia) e fiori bi-sessuali (posti al centro) o funzionalmente maschili.
Frutti. Il frutto è un achenio sprovvisto di pappo. La forma varia da ellissoide a obovoide ed è compressa ai lati. La parte apicale è rotondeggiante e priva di corona. Il pericarpo può possedere (oppure no) delle cellule mucillaginifere, mentre le sacche di resina sono assenti. BiologiaImpollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8] Distribuzione e habitatGeoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico o anche Alpico orientale / Apenninico. Distribuzione: in Italia questa specie (molto rara) si trova soprattutto nelle Alpi orientali (e quelle Apuane). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Austria e Slovenia. Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono le rupi soleggiate su rocce calcaree oppure eruttive. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a quote comprese tra 1.300 - 1.800 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e in parte quello alpino. FitosociologiaAreale alpinoDal punto di vista fitosociologico alpino Artemisia nitida appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Areale italianoPer l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Descrizione. L'alleanza Caricion austroalpinae è relativa alle praterie primarie delle porzioni meridionali delle Alpi centro-orientali. Queste cenosi si sviluppano su versanti relativamente acclivi, con esposizioni relativamente fresche, su suoli a matrice prevalentemente calcarea. L'alleanza è endemica delle Alpi sud-orientali.[17] Specie presenti nell'associazione: Carex sempervirens, Sesleria albicans, Sesleria caerulea, Achillea barrelieri, Allium ochroleucum, Artemisia nitida, Asperula aristata, Festuca alpestris, Festuca calva, Koeleria eriostachya, Laserpitium peucedanoides, Leucanthemum heterophyllum, Trifolium noricum, Horminum pyrenaicum, Helictotrichon parlatorei, Bupleurum ranunculoides, Ranunculus venetus, Pimpinella alpina, Jacobaea abrotanifolia, Crepis kerneri. Altre alleanze e associazioni per questa specie sono:[16]
SistematicaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10] FilogenesiIl gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi); il genere Artemisia (insieme alla sottotribù Artemisiinae) è incluso nel clade Asian-southern African grade.[21] Attualmente il genere, nell'ambito della flora spontanea italiana, è suddiviso in quattro sezioni e alcune sottosezioni. La specie di questa voce appartiene alla "Sezione II" (Absinthium) caratterizzata dai fiori del disco ermafroditi (i fiori periferici sono femminili), il ricettacolo pubescente e di tipo disciforme, l'indumento formato da peli medifissi, e alla "Sottosezione E" caratterizzata dalle foglie inferiori doppiamente triforcate. Altra specie della stessa sezione: Artemisia pedemontana Balb. (Assenzio lanato) e Artemisia glacialis L. (Assenzio genepì nero).[11] Più in generale (in base ad una analisi completa del genere) la specie di questa voce appartiene al sottogenere Absinthium (Mill.) Less. (vedi "clade 7"[22]) caratterizzato da cicli biologici annuali, biennali o perenni con portamenti subarbustivi, foglie pennate, medie, sinflorescenze a pannocchie o racemi e capolini eterogami disciformi con ricettacolo pubescente oppure eterogami disciformi. I caratteri distintivi della specie Artemisia nitida sono:[11]
Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 54.[11] VariabilitàLa specie di questa voce è triploide (vedi il numero cromosomico) apomittica (riproduzione senza meiosi e gamia) e forma delle stirpi locali più o meno differenziate nella forma (depressa o molto sviluppata).[11] SinonimiSono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Note
Bibliografia
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