AraLacépède, 1799 è un genere di uccelli della famigliaPsittacidae diffuso nell'ecozona neotropicale[1][2][3].
Sono pappagalli molto grandi dotati di lunghe code, di ali lunghe e strette e di un piumaggio dai colori vivaci. Presentano tutte una caratteristica zona di pelle nuda attorno agli occhi. I maschi e le femmine hanno piumaggi simili. Molte di queste specie sono animali da compagnia molto popolari e proprio per questo motivo alcune di esse sono divenute piuttosto rare in natura.
Descrizione
Le specie del genere Ara sono grossi pappagalli che variano in grandezza dai 46–51 cm e 285-287 g dell'ara frontecastana[senza fonte] ai 90–95 cm e 1708 g dell'ara rossoverde[senza fonte]. Come tutte le specie di pappagallo che devono spostarsi su grandi distanze per trovare il cibo, anche queste are hanno ali lunghe e strette. Sono munite di un grosso ramo superiore del becco curvato all'ingiù e di una zona di pelle glabra attorno agli occhi che si estende fino alla base del becco[3]. In questa zona nuda vi sono minuscole piume disposte in linee di aspetto variabile da una specie all'altra, tranne che nell'ara scarlatta, che ne è priva. In quasi tutte le specie il becco è nero, ma quello dell'ara scarlatta e dell'ara rossoverde ha il ramo superiore color corno e quello inferiore nero.
I colori del piumaggio delle specie di Ara sono spettacolari. Quattro specie sono prevalentemente verdi, due sono azzurre e gialle e tre (compresa l'ormai estinta ara di Cuba) sono quasi tutte rosse. Nel piumaggio non vi è dimorfismo sessuale e anche quello degli immaturi è simile a quello degli adulti, sebbene in alcune specie sia un po' più scialbo[3].
Biologia
Alimentazione
Come per tutte le are e la maggior parte dei pappagalli, semi e frutti costituiscono la parte principale della dieta delle specie del genere Ara. I tipi e la gamma di cibo variano da una specie all'altra. Diversamente da molti uccelli, le are sono predatrici di semi e non loro dispensatrici e utilizzano il loro robustissimo becco per frantumare perfino i rivestimenti più duri. La loro dieta è la stessa di quella di alcune specie di scimmie; in uno studio sulle are rossoverdi del Venezuela è stato visto che questi uccelli vivono sugli stessi alberi occupati dai saki barbuti, ma in alcuni casi mangiano i semi quasi acerbi ignorati dalle scimmie, dato che contengono più veleno[4]. Talvolta le are, come altri pappagalli, assumono argilla per assorbire le sostanze tossiche prodotte da alcuni semi velenosi di cui si nutrono[5]. In altri casi queste sostanze vengono neutralizzate da alcuni composti, come i tannini, presenti in altri cibi consumati dalle are.
Riproduzione
Come quasi tutti i pappagalli, le specie di Aranidificano in cavità[6]. La maggior parte delle specie fa il nido nelle cavità degli alberi, sia in vita che secchi. Utilizzano sia le cavità naturali, presenti soprattutto negli alberi secchi, che quelle create da altre specie; in Messico le are militari utilizzano ancora le cavità scavate dal picchio imperiale, ormai rarissimo. Oltre che sugli alberi, le are militari e le are rossoverdi nidificano anche nelle fessure naturali delle scarpate. L'ara fronterossa nidifica solamente in queste ultime, dato che nell'arido habitat in cui vive non vi sono alberi sufficientemente grandi[7].
Distribuzione e habitat
Le specie del genere Ara vivono nella regione neotropicale e sono diffuse dal Messico all'Argentina. Il maggior numero di specie vive nel Bacino del Rio delle Amazzoni e nella regione al confine tra Panama e Colombia; in entrambe le zone abitano insieme quattro specie (o perfino cinque, in talune zone ai margini dell'Amazzonia occidentale dove si spinge l'ara militare). In Bolivia vivono sette specie, ma in nessuna località del Paese (così come in ogni altra zona) coabitano più di quattro specie. La specie dall'areale più vasto, l'ara scarlatta, è (o meglio era) diffusa in quasi tutta l'America Centrale e l'Amazzonia. Viceversa, l'ara golablu e l'ara fronterossa vivono solo in poche zone della Bolivia. L'areale di molte specie è diminuito notevolmente negli ultimi secoli a causa dell'intervento dell'uomo. L'ara militare è diffusa dal Messico settentrionale all'Argentina settentrionale, ma ha una diffusione discontinua: una popolazione si trova in Messico, una seconda, a molti chilometri di distanza, abita la Cordigliera della Costa venezuelana e una terza è diffusa lungo le Ande, dal Venezuela occidentale all'Argentina settentrionale. L'ara gialloblu è scomparsa da Trinidad negli anni '60[8] ed è divenuta molto rara nell'Argentina settentrionale; sembra che anche altre specie siano scomparse da alcune isole dei Caraibi.
Le specie del genere Ara si adattano molto bene a tutti gli ambienti della zona dove abitano; come si può facilmente intuire, dato il suo vasto areale, la specie più adattabile è l'ara scarlatta, che vive in una vasta gamma di habitat, dalle foreste pluviali umide alle boscaglie aperte e alle savane. L'unico requisito di cui necessita è la disponibilità di grandi alberi dove possa trovare cibo e cavità in cui nidificare. Le altre specie sono un po' più esigenti, ma anch'esse necessitano di grandi alberi. L'ara golablu vive generalmente nelle «isole» di foresta circondate dalla savana e l'ara fronterossa predilige boscaglie aride e boschetti di cactus.
All'interno del loro areale questi uccelli effettuano migrazioni stagionali alla ricerca di cibo. Non compiono però migrazioni su vasta scala, ma piccoli spostamenti locali da un habitat all'altro.
Tassonomia
Il nome del genere venne coniato dal naturalista francese Bernard Germain de Lacépède nel 1799. Da esso prende il nome la tribù degli Arini, che comprende tutte le specie di pappagalli neotropicali.
Per molti anni nel genere Ara sono state classificate anche altre specie. Successivamente queste ultime sono state poste in tre generi distinti, Orthopsittaca, Primolius e Diopsittaca. Orthopsittaca e Diopsittaca sono due generi monotipici che comprendono specie ben distinte sia dal punto di vista morfologico che comportamentale, mentre il genere Primolius comprende tre piccole are di colore verde.
L'esistenza di alcune specie estinte appartenenti al genere Ara è nota solamente a partire da testimonianze molto scarse. Queste specie potrebbero, in effetti, essere state solamente semplici sottospecie di forme note o animali da compagnia introdotti sulle isole e in seguito ritenuti appartenenti a specie distinte.
Ara atwoodiClarke, 1905 - ara gialloverde della Dominica
Ara autocthonesWetmore, 1937 - ara di Saint Croix (estinta: nota solo da ossa subfossili)
Lunghezza 80–90 cm. Colore di base azzurro sul dorso e giallo su petto e ventre. Mento azzurro e fronte verde. Nella zona superiore di pelle nuda bianca attorno ad ogni occhio ed estesa fino al becco vi sono linee formate da piccole piume scure.
Lunghezza 90 cm. Colore base rosso con ali azzurre e verdi. Nella pelle nuda bianca attorno ad ogni occhio ed estesa fino al becco vi sono linee formate da piccole piume rosse.
Sudamerica, dalla Colombia fino al Paraguay settentrionale (in passato fino all'Argentina settentrionale)
Lunghezza 75–85 cm. Regioni superiori azzurre e gran parte delle inferiori gialle, gola azzurra. Le aree di pelle nuda ai lati della faccia sono ricoperte da linee di piccole piume azzurro-scure, mentre attorno alla base del becco la pelle assume un colore rosato[11].
Lunghezza 81–96 cm. Colore di base rosso brillante con ali rosse, gialle e azzurre. Attorno ad ogni occhio, fino al becco, vi è una zona di pelle nuda bianca.
Dal Messico fino a Colombia e Bacino del Rio delle Amazzoni
Lunghezza 55–60 cm. Colore di base verde. Fronte rossa, macchia rossa sopra le orecchie, pelle della faccia rosata, attaccatura delle ali rossa e copritrici primarie azzurre[13].
Lunghezza 50 cm. Fronte rossa che sfumava prima in arancione e poi in giallo sulla nuca, becco marrone scuro più chiaro all'estremità; faccia, mento, petto, addome e ali arancioni; parte superiore del dorso quasi completamente rosso brunastro, groppone e parte inferiore del dorso azzurri; copritrici marroni, rosse e azzurro-violacee; superficie superiore della coda rosso scuro che sfumava verso l'azzurro all'estremità e parti inferiori rosso brunastre[9].
Estinta - era endemica di Cuba e, probabilmente, anche dell'Isola della Gioventù (nota in passato come Isola dei Pini)[9]
Nota solamente a partire da alcune ossa sub-fossili trovate in due siti archeologici a Saint Croix, nelle Isole Vergini americane, e nella regione centrale di Porto Rico[15].
Lunghezza sconosciuta. Testa rossa, corpo verde brillante, ali e copritrici primarie azzurre. Coda scarlatta e azzurra sul margine superiore, mentre quello inferiore e le ali erano di un intenso colore giallo-arancio[16].
Lunghezza sconosciuta. Azzurra e gialla. Nella tavola a colori presente nell'opera Extinct Birds di Rothschild, Ara erythrura viene raffigurata con l'estremità della coda azzurra, mentre nel testo la coda viene descritta come «interamente rossa»[17].
^ab(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Psittacidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 19 maggio 2014.
^abc Joseph M. Forshaw, Cooper, William T., Parrots of the World, corrected second, David & Charles, Newton Abbot, London, 1981 [1973, 1978], pp. 368, ISBN0-7153-7698-5.
^Norconk, M; Wertis, C & W Kinzey (1997) " Seed predation by monkeys and macaws in eastern Venezuela: Preliminary findings" Primates38 (2): 177-184 DOI: 10.1007/BF02382007
^abCollar N (1997) "Family Psittacidae (Parrots)" in Handbook of the Birds of the World Volume 4; Sandgrouse to Cuckoos (eds del Hoyo J, Elliott A, Sargatal J) Lynx Edicions:Barcelona. ISBN 84-87334-22-9 p.420-425
^Oehler DA; Boodoo D; Plair B; Kuchinski K; Campbell M; Lutchmedial G, Ramsubage S, Maruska E and S Malowski (2001). "Translocation of Blue and Gold Macaw Ara ararauna into its historical range on Trinidad". Bird Conservation International, 11: pp 129-141 DOI: 10.1017/S0959270901000211
^Species factsheet: Ara militaris, su birdlife.org, BirdLife International (2008). URL consultato il 24 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2011).
^Species factsheet: Ara erythrocephala, su petermaas.nl, The Extinction Website (2008). URL consultato il 4 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2008).
^abSpecies factsheet: Ara erythrura, su petermaas.nl, The Extinction Website (2008). URL consultato il 5 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2008).
^Species factsheet: Ara gossei, su petermaas.nl, The Extinction Website (2008). URL consultato il 4 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2008).
^Species factsheet: Ara martinica, su petermaas.nl, The Extinction Website (2008). URL consultato il 5 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2008).