Antonio Gandin nacque ad Avezzano in Abruzzo nel 1891, figlio di Pietro, prefetto del regno, e di Colomba Desideri. Proveniente da una famiglia originaria di Bagnaia (dal 1928 frazione di Viterbo) con forti tradizioni militari, (anche il fratello Aldo, nato nel 1895, era generale allo stato maggiore del regio esercito, mentre suo fratello Vittorio era un ingegnere. Suo nipote Ugo, figlio della sorella Lucia fu un noto magistrato), Gandin era laureato in lettere, frequentò la Regia Accademia Militare di Modena ed ottenne il grado di sottotenente nel 1910.
(Ultime parole di Antonio Gandin davanti al plotone d'esecuzione[3])
Poco prima era scampato anche ad un attentato da parte di un carabiniere, che gli lanciò vanamente una bomba a mano. I suoi resti non sono stati recuperati. A lui è dedicata la caserma del 1º Reggimento "Granatieri di Sardegna" di Roma.
«In difficile situazione politico militare, quale comandante della difesa di un’isola attaccata con forze preponderanti dal mare e dal cielo, riusciva con le poche forze a sua disposizione in un primo tempo a stroncare l’azione nemica, successivamente a contenere palmo a palmo l’avanzata dell’avversario sempre crescente in forze, animando col valore e con la capacità personale le sue truppe, fino alle estreme possibilità di resistenza. Catturato dal nemico coronava col supplizio stoicamente sopportato l’eroismo e l’alto spirito militare di cui aveva dato luminosa prova in combattimento. Isola di Cefalonia, 11-25 settembre 1943.[5]»
(EN) MacGregor Knox, Mussolini Unleashed, 1939–1941: Politics and Strategy in Fascist Italy's Last War, Cambridge, Cambridge University Press, 1982, ISBN978-0-521-33835-6.
(EN) Philip S. Jowett, Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN1-78159-181-4.