Antonio Cavagna Sangiuliani![]() Antonio Cavagna Sangiuliani (Alessandria, 15 agosto 1843 – Milano, 5 aprile 1913) è stato uno storico italiano. Aristocratico possidente, amministratore locale, è ricordato soprattutto per la sua intensa attività di storico e promotore di iniziative culturali. BiografiaDi nobile antica famiglia vogherese, i Cavagna conti di Gualdana, fu adottato dal cugino Antonio Sangiuliani dei conti di Barbiano e di Mede, da cui ereditò il cognome e una rilevante fortuna comprendente tra l'altro la tenuta della Zelata di Bereguardo. Fu a lungo consigliere comunale e provinciale di Pavia, sindaco di Bereguardo, membro o presidente di diverse istituzioni di beneficenza e cultura. Pur essendo politicamente impegnato (apparteneva alla sinistra liberale, la parte cioè del suo conterraneo Agostino Depretis), ebbe amicizia e rispetto da parte di tutti grazie al suo carattere signorile e generoso. Grande possidente, si interessò delle condizioni dei contadini specie riguardo alle condizioni igieniche e abitative. Politicamente, si impegnò per il miglioramento dei trasporti pubblici, propugnando tra l'altro (senza successo) la costruzione di una ferrovia tra Pavia e Gallarate. È però nel campo degli studi storici che la sua figura emerge particolarmente. Sollecitato dalla tradizione famigliare (l'archivio di famiglia era ricco di documenti antichi), si dedicò giovanissimo alla storia della sua terra d'origine, Voghera e l'Oltrepò Pavese. Il suo primo importante lavoro dedicato all'antica e allora dimenticata abbazia di Sant'Alberto di Butrio, fu pubblicato nel 1865 (quando non era ancora ventiduenne). Si dedicò prevalentemente agli studi di storia locale che, in parte editi in parte inediti, raccolse nell'opera L'Agro Vogherese - Memorie sparse di storia patria (1890-1908). Innumerevoli furono i suoi articoli di storia e storia dell'arte relativi soprattutto alla Lombardia. Raccolse e pubblicò la raccolta degli statuti dei comuni italiani del medioevo (in tre volumi), e la raccolta dei documenti vogheresi conservati all'archivio di stato di Milano. Fondò e diresse il Bollettino Storico Pavese (1893) e fu tra i fondatori e vicepresidente della Società Pavese di Storia Patria (dal 1901). Raccolse nella sua villa della Zelata una biblioteca di quasi centomila volumi, che dopo la sua morte fu acquistata per lo più dall'Università dell'Illinois, mentre alcuni fondi pervennero nella nell'archivio Storico Civico di Pavia[1]. Opere principali
Pubblicò inoltre numerosi articoli storici su diverse riviste, tra cui il Corriere Ticinese (Pavia), la Gazzetta di Pavia e soprattutto il Bollettino della Società Pavese di Storia Patria. Note
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