Andrea Lucchesi Palli
Andrea Lucchesi Palli, conosciuto anche con la variante Lucchese (Messina, 16 aprile 1692 – Agrigento, 4 ottobre 1768), è stato un vescovo cattolico e nobile italiano, 76º vescovo di Agrigento e membro dell'illustre famiglia siciliana dei Lucchese Palli. BiografiaInfanziaNacque il 16 aprile 1692 a Messina da Fabrizio Lucchesi Palli, duca di Adragna (1663-1707) e da Anna Avarna. Suo fratello Giuseppe divenne generale imperiale e governatore di Bruxelles. Carriera ecclesiastica e mecenatismoIntrapresa la carriera ecclesiastica, venne nominato Vescovo di Agrigento il 21 luglio 1755 da papa Benedetto XIV. Al vescovo Andrea Lucchesi Palli si deve la ristrutturazione del Palazzo vescovile e la costruzione, nel 1765, della Biblioteca Lucchesiana in posizione adiacente al Palazzo.[1] Nei primi anni di vita, la biblioteca godette di notevole prestigio e prosperità, grazie soprattutto alla mole notevole di libri e oggetti donati dal vescovo. Questi, infatti, già da diversi anni possedeva una vasta collezione di volumi (circa 20.000 tra libri di scienze, diritto, teologia e letteratura), e rari oggetti antichi, come gemme, pietre dure, antiche monete romane, greche e siciliane: il tutto fu reso disponibile agli studiosi per la consultazione.[2] Il vescovo donò alla biblioteca anche mobili, come tavoli di lettura e scaffalature pregiate, e fece incidere sul marmo il regolamento d'uso della Biblioteca, che era gestita da una delegazione di canonici.[1] «Andrea conte Lucchese Palli, Vescovo di Agrigento, apre al pubblico la sua biblioteca ogni giorno feriale, 2 ore prima e 2 ore dopo il mezzogiorno. Tutti possono entrare liberamente, ma nessuno lo faccia di nascosto. Nessuno prenda da sé dagli scaffali il libro che vuole, ma lo richieda al personale e lo tratti bene, non lo danneggi con tagli e colpi di punteruolo, non vi scriva delle note, non ci metta dei segnalibri e non strappi i fogli. Non si ci appoggi sopra e se si deve scrivere, non ci si metta sopra la carta, e l’inchiostro e la sabbia si tengano lontani a destra. Il chiacchierone, il pigro, lo sfaccendato stiano lontani. Si tenga il silenzio e non si disturbino gli altri leggendo ad alta voce. Chi va chiuda i libro; se è piccolo lo lasci sul tavolo e chiami l’addetto. Non si paga niente, si va più ricchi, si ritorna spesso.» MorteMorì il 4 ottobre 1768 ad Agrigento e venne sepolto nella cattedrale di San Gerlando. Genealogia episcopaleLa genealogia episcopale è:
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