Alfabeto dell'Orhon

Localizzazione della Valle Orhon
Tabella dei caratteri pubblicata da Thomsen (1893)

L'alfabeto dell'Orhon o dell'Orkhon (noto anche come scrittura Göktürk, scrittura Orkhon, scrittura Orkhon-Yenisey) è il più antico alfabeto turco che si conosca. Esso è l'alfabeto usato dai Göktürk e dai primi khanati turchi durante l'VIII e il X secolo per scrivere il turco antico.

La scrittura aveva andamento da destra a sinistra.

Scoperta

Le iscrizioni della Valle dell'Orhon furono scoperte nel 1889 nel corso di una spedizione guidata dall'esploratore Nikolay Yadrintsev tra i monumenti della Valle dell'Orhon (Orkhon), in Mongolia. Risalenti all'inizio dell'ottavo secolo, esse furono pubblicate da Vasilij Radlov e in seguito decifrate dal filologo danese Vilhelm Thomsen nel 1893.

Caratteristiche

La scrittura è molto simile a quella presente sui monumenti lasciati dai Tu-jue (突厥S, tū juéP) in Cina durante la Dinastia Tang.

Si pensa che la scrittura sia stata ispirata dal sogdiano non corsivo. Gli Avari la portarono con sé in Europa. Essa fu successivamente utilizzata dal Khaganato uiguro. Una variante "Yenisei" è nota dal IX secolo ed è presente in alcune iscrizioni Kirghize ed è probabilmente la stessa presente nella valle di Talas nel Turkestan e forse nelle iscrizioni Szekler presenti in Ungheria.

La scrittura dell'Orhon viene talvolta indicata come "runiforme" a causa della sua somiglianza esteriore con l'alfabeto runico. Questa somiglianza è dovuta probabilmente al fatto che entrambi i tipi di scrittura venivano scolpiti nella pietra o nel legno piuttosto che scritti.

Tabella dei caratteri

Alfabeto turco antico (età classica)
Simboli Traslitterazione e trascrizione
Vocali A /a/, /e/
I /ɯ/, /i/, /j/
O /u/, /o/, /w/
U /ø/, /y/, /w/
Consonanti Armonizzate Con vocali:
(¹) — posteriori,
(²) — anteriori
/b/ /b/
/d/ /d/
/g/ /g/
/l/ /l/
/n/ /n/
/r/ /r/
/s/ /s/
/t/ /t/
/ʤ/ /ʤ/
Solo (¹) — Q
Solo (²) — K
Q /q/ K /k/
Con tutte
le vocali
/ʧ/
-M /m/
-P /p/
/ʃ/
-Z /z/
-NG /ŋ/
Gruppi + vocale IÇ, ÇI, Ç /iʧ/, /ʧi/, /ʧ/
IQ, QI, Q /ɯq/, /qɯ/, /q/
OQ, UQ,
QO, QU, Q
/oq/, /uq/,
/qo/, /qu/, /q/
ÖK, ÜK,
KÖ, KÜ, K
/øk/, /yk/,
/kø/, /ky/, /k/
+ consonante -NÇ /nʧ/
-NY /nʤ/
-LT /lt/, /ld/
-NT /nt/, /nd/
Simbolo di divisione delle parole nessuna
(-) — solo nelle terminazioni delle parole
Un'iscrizione a Kyzyl nell'alfabeto dell'Orhon

Esempio di scrittura

— iscrizione

T²NGR²I — traslitterazione

/teŋri/ — trascrizione

teñri — equivalente moderno

Dio — significato

Corpus

Il corpus delle iscrizioni è composto da due monumenti eretti nella Valle dell'Orkhon tra il 732 ed il 735 in onore di due sovrani Göktürk, il principe Kül Tigin e l'imperatore Bilgä Qāghān, ed altre iscrizioni ritrovate in un'area più vasta. Le iscrizioni dell'Orkhon sono gli esempi più antichi di scrittura turca e sono scolpite su obelischi risalenti al 720 (obelisco di Tonyuquq), al 732 (obelisco di Kültigin), ed al 735 (obelisco di Bilgä Qāghān[1]).

Note

  1. ^ Bilgä Kagan Stella, text of the inscription.

Bibliografia

  • (DE) Vilhelm Thomsen, Alttürkische Inschriften aus der Mongolei, in "Zeitschrift der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft", 78, 1924/1925.
  • Alessio Bombaci, La letteratura turca, Milano, 1969.
  • (EN) D. Sinor, Inner Asia. History, Civilization, Languages, 1971.
  • (DE) A. von Gabain, Alttürkische Grammatik, Wiesbaden, 1974.
  • Andrea Csillaghy, Elementi di filologia uralica e altaica, Cafoscarina, Venezia, s.d.
  • (TR) F. Köprülü, Türk Edebiyatı Tarihi (Storia della Letteratura turca), Istanbul, 1981.
  • Jean-Paul Roux, Storia dei turchi. Duemila anni dal Pacifico al Mediterraneo (1984), tr. it. Garzanti, Milano, 1988.
  • Jean-Paul Roux, La religione dei turchi e dei mongoli. Gli archetipi del naturale negli ultimi sciamani (1984), tr. it. ECIG, Genova, 1990.
  • (TR) Tekin Talât, Orhon Yazıtları (Le Epigrafi dell'Orkhon), Ankara, 1988.
  • (TR) M. Ergin, Orhun Abideleri (I monumenti dell'Orkhon), Istanbul, 1992.
  • (TR) Orkun Hüseyin Namık, Eski Türk Yazıtları (Antiche iscrizioni turche), Ankara, 1994.
  • (EN) György Kara, Aramaic Scripts for Altaic Languages, in Daniels and Bright (a cura di), Il sistema di scrittura mondiale, 1996.
  • AA.VV., Imperi delle steppe. Da Attila a Ungern Khan, prefazione di Franco Cardini, centro studi "Vox Populi", Pergine, 2008.

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