Alberto MartiniAlberto Giacomo Spiridione Martini (Oderzo, 24 novembre 1876 – Milano, 8 novembre 1954) è stato un disegnatore, pittore, incisore e illustratore italiano, precursore del movimento surrealista. BiografiaAlberto Giacomo Spiridione nasce a Oderzo (TV) da Maria dei Conti Spineda de Cattaneis, antica famiglia nobile trevigiana, e da Giorgio Martini, pittore naturalista e professore di disegno. Tra il 1890 e il 1895 sotto la guida del padre, Alberto inizia a dipingere e a disegnare continuando così la tradizione familiare. In effetti, i parenti materni del padre erano noti decoratori e mosaicisti veneziani. Le illustrazioni dei classiciNel 1895 inizia la prima serie di illustrazioni a penna in inchiostro di china per il Morgante Maggiore di Luigi Pulci, che, tuttavia, presto abbandona per dedicarsi alle illustrazioni per La secchia rapita di Alessandro Tassoni, continuate sino al 1903. Nel 1898 Martini soggiorna a Monaco e lavora come illustratore per le riviste Dekorative Kunst e Jugend. Determinante risulta, la primavera di quest'anno, l'incontro dell'artista con Vittorio Pica in occasione dell'Esposizione Internazionale di Torino: sarà il noto critico napoletano a sostenerlo d'ora in poi, proponendo la sua arte in ambito italiano ed europeo. Le cromolitografieNel 1899 con i disegni per Il poema del lavoro partecipa alla III Biennale di Venezia, che verranno in seguito esposti a Monaco e a Berlino. A partire da questo anno esegue una serie di diciannove cromolitografie (cartoline postali illustrate, manifesti per Carnevale o veglioni e affiches pubblicitarie) per le case litografiche Longo e Zoppelli di Treviso. L'esperienza europeaNel 1904 effettua un breve soggiorno a Parigi. Disegna i primi ex libris per Antonio Fogazzaro, V. Pica, G. Rovetta e Tom Antongini. Si dedica a un altro ciclo grafico dal titolo La lotta per l'amore (disegni a penna e pennello in inchiostro di china). Il 1907 è un anno importante, grazie ai contatti intessuti da Vittorio Pica: infatti l'artista inizia l'illustrazione del Vert-vert di Gresset con due disegni a penna in inchiostro di china. La grafica a spunto letterarioNel 1908 In autunno partecipa alla Mostra di belle arti di Faenza, nella sezione del "Bianco e nero", esponendo alcuni disegni della Parabola dei celibi, alcune illustrazioni per Poe e altre opere ispirate alla città di Venezia. A questo anno risale una fitta corrispondenza di Martini con lo scrittore simbolista russo Valerij Brjusov, conosciuto probabilmente durante il soggiorno a Monaco nel 1898. Nel 1909 esegue tre disegni a penna in inchiostro di china: Crepuscolo veneziano, Una pagina crudele e Sogno. Partecipa alla VIII Biennale di Venezia con i disegni a penna La bella straniera, Murano e con otto illustrazioni per le Storie straordinarie di Poe. Esegue una serie di disegni per l'opera di Stéphane Mallarmé, Poemucci in prosa e le prime tavole per il Macbeth di Shakespeare, cui l'artista lavorerà sicuramente sino al 1911. Nel 1910-11 esegue le tavole illustrative per il poema tragico di Enrico Annibale Butti Il castello del sogno (1910), edito dai Fratelli Treves di Milano. In seguito alla morte del padre, avvenuta il 28 ottobre 1910, Martini si trasferisce con la madre a San Zeno, nella campagna di Treviso. A questo periodo risalgono le illustrazioni più significative eseguite per l'Amleto di Shakespeare, il ciclo grafico per le poesie di Paul Verlaine (55 disegni a penna colorati a pastelli) e una serie di puntesecche quali La sirena dormiente, Le figlie di Leda, La sirena e il mostro. La pittura a pastelloNel 1912, incoraggiato da Pica, Martini si dedica alla produzione pittorica, facendo uso soprattutto della tecnica del pastello. Nel 1914 è presente alla XI Biennale di Venezia dove espone, insieme ai ritratti della marchesa Luisa Casati e della contessa Revedin, il pastello Arlecchino. Le litografieAllo scoppio del primo conflitto mondiale, esegue 54 litografie intitolate Danza macabra, tramite le quali rivela il suo sentimento antitedesco. Stampate in formato cartolina, vengono distribuite tra gli alleati quale propaganda contro l'Impero austro-ungarico: a tale proposito, va ricordato che Charles Carry, addetto all'Ambasciata inglese di Roma gli invia i suoi complimenti uniti alla richiesta di una serie completa per l'Ambasciatore inglese presso il Quirinale; anche il pittore Federico Zandomeneghi rimane colpito e "impaurito" dalla "fantasia infinita" di Martini. Il periodo bellicoNel 1916, in maggio, alla Leicester Gallery di Londra, espone quattro serie della Danza macabra, Gli orrori della guerra, sei disegni per Poe e la litografia Avanti Italia. In settembre, a Liverpool, partecipa a una mostra collettiva organizzata sempre dalla Leicester Gallery: in questa sede, oltre alle opere esposte a Londra, presenta le serie litografiche Farfalle e Bocche. Nel 1917-18 a Bologna, in attesa di partire per il fronte, Martini inizia a miniare, con inchiostro di china e acquarelli colorati, le ballate Les Orientales di Victor Hugo portate a termine nel gennaio dell'anno successivo. L'ispirazione teatraleNel 1919, in gennaio, si inaugura la mostra personale presso la Galleria Pesaro a Milano. Agli anni 1919-20 risale l'interesse di Martini per il teatro: realizza infatti 84 disegni a penna e acquarello colorato e sei tavole a tempera per i costumi del balletto Il cuore di cera. In tale occasione l'artista si occupa anche della coreografia e del canovaccio letterario. Nel 1920 Torna a esporre, insieme allo scultore Hans St. Lerche e al pittore Mario Cavaglieri, alla Galleria Pesaro. Il catalogo della mostra reca la presentazione di Vittorio Pica. Nel 1922 Partecipa alla XIII Biennale di Venezia con il disegno a penna Ritratto del marchese G.F.P., alcuni pastelli e 13 opere del ciclo Trentun fantasie bizzarre e crudeli. Nel 1923 alla primavera di quest'anno risale l'idea di Martini del Tetiteatro: un teatro sull'acqua completamente inventato e dedicato, come dice il nome, alla dea del mare Teti. "Fu nella primavera del 1923 che inventai il Tetiteatro – scriverà Martini nella sua Vita d'artista - un'invenzione teatrale che ha fatto il giro del mondo rimanendo intatta, perché il giro del mondo non l'ha fatto con l'autore. Un architettonico teatro terraqueo, uno strumento gigante per le risonanze di una nuova voce e per nuove plastiche teatrali". Nel 1924 espone alla XIV Biennale di Venezia il pastello A Venezia, nel quale ritrae Maria Petringa, sua futura moglie, che sarà per Martini fonte di ispirazione per numerose opere, come testimonia la serie di ritratti a lei dedicati quali il pastello L'album di Daumier del 1924, presentato alla Biennale di Venezia del 1926; Parrucca bianca, opera esposta alla mostra del 1927 presso la Galleria Scopinich di Milano; e l'olio Serenade - Maria con la chitarra del 1928. Nel 1927 Martini esegue disegni e dipinti per illustrare il numero di novembre-dicembre della rivista "L'Eroica" . Decide di fondare, insieme ad altri, un comitato per le onorificenze a Vittorio Pica: aderiscono a tale iniziativa numerosi artisti italiani e stranieri. Nel 1928, a febbraio, la proposta di Martini trova realizzazione nella mostra "Raccolta internazionale d'arte offerta dagli autori in omaggio a Pica", tenutasi a Milano alla Galleria Scopinich. Per l'occasione Martini esegue una vignetta utilizzata per la copertina del catalogo e un disegno in cui ritrae di profilo il volto di Pica. Il periodo pariginoDeluso e amareggiato dall'ostilità dei critici italiani, che verso la fine degli anni venti sembrano ignorare i suoi lavori, Martini si trasferisce a Parigi ove trova amicizie altolocate e numerosi estimatori della sua arte. A Parigi, Martini rimarrà sino al 1934, a eccezione di qualche breve soggiorno in Italia e un viaggio a Berlino nel 1932. Inizia a dipingere "alla maniera nera" eseguendo opere di impostazione surrealista: ne sono esempio gli oli Conversazione con i miei fantasmi, Fiore dello scoglio, La prigione sotterranea. 1929-30: in questo periodo parigino Martini, produce una cospicua serie di opere pittoriche "alla maniera chiara": Martini torna a dedicarsi all'illustrazione in bianco e nero di numerosi testi; esegue infatti disegni a penna e acquarelli colorati per "Une saison en enfer" di Rimbaud, "Les fleurs du mal" di Charles Baudelaire, "Poèmes di Mallarmé", "L'homme qui rit" di Victor Hugo, "La croix de bois" di Dorgelès, "La danse macabre" di M. Orland, "Les destinées" di Alfred de Vigny. Nel 1932 si dedica in particolar modo alle arti applicate: disegna una serie di progetti per piccole sculture in vetro ispirandosi ai canoni stilistici dell'art déco e del Novecento e una cinquantina di illustrazioni per stoffe o carte da parati, probabilmente commissionate dall'industriale tessile Adolfo Bogoncelli. Il ritorno a MilanoNel periodo 1934-1940, a causa della precaria situazione finanziaria, Martini è costretto a rientrare a Milano. Qui, in occasione della triennale milanese, esegue il bozzetto per il trittico Battaglia d'uomini e demoni; con quest'opera si impegna a esaltare le conquiste del regime. Nel 1947 esegue dodici puntesecche raccolte sotto il titolo Poema mitografico. In questi anni Martini continua a dedicarsi anche all'attività pittorica alternando a opere caratterizzate da un mediocre naturalismo lavori resi con un realismo non privo di notevole efficacia espressiva. Testamento spiritualeL'8 novembre 1954 muore a Milano, all'Ospedale Fatebenefratelli. Lascia un testamento spirituale, auspicando l'istituzione di un museo dove custodire le memorie e i documenti del surrealismo italiano che è stato.[non chiaro] Ora c'è la Pinacoteca Civica Alberto Martini di Oderzo[1]. NoteBibliografiaTratto da http://www.archimagazine.com/: Voci correlateAltri progetti
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