Al-Mu'izz li-din Allah
al-Muʿizz li-dīn Allāh (arabo ﺍﺑﻮ ﺗﻤﻴﻢ ﻣﻌﺪ المعز لدين الله, "Fortificatore della religione di Allah"), noto più semplicemente come al-Muʿizz (Mahdia, 26 settembre 931 – Il Cairo, 975) è stato il quarto Imam/califfo della dinastia Fatimide e il 16º Imam ismailita. Regnò dal 953 al 975 e fu durante il suo governo che il baricentro del potere ismailita-fatimide fu spostato dall'Ifriqiya all'Egitto, di recente conquistato. I Fatimidi fondarono la Città soggiogatrice di al-Muʿizz (al-Madīna al-qāhira al-Muʿizziyya) - vale a dire Il Cairo - nel 969,[1] erigendola a capitale dell'Imamato al posto di al-Manṣūriyya. Carriera politicaDopo che i Fatimidi, per opera del terzo Imam Ismāʿīl al-Manṣūr (946-953), ebbero sgominato la pericolosa ribellione kharigita di Abu Yazid (conosciuto come "l'uomo dell'asino") (942-947), dando modo all'Imām di eleggere per breve tempo al-Manṣūriyya nuova capitale fatimide, sotto suo figlio al-Muʿizz l'attenzione della dinastia si concentrò sul confinante Egitto, nella speranza che una volta conquistato venisse il turno della Siria e poi dell'Iraq, nella ferma intenzione di abbattere la dinastia abbaside e proporsi come l'unico e legittimo califfato universale. Sebbene i Fatimidi fossero innanzi tutto interessati all'Egitto e al Vicino Oriente, vi furono nondimeno varie campagne combattute Jawhar al-Siqilli contro i Berberi del Marocco e gli Omayyadi di al-Andalus. Allo stesso tempo, incursioni fatimidi nella penisola italiana affermarono la loro superiorità navale nel quadrante centrale del Mediterraneo, a spese dell'Impero bizantino, tra l'altro occupando la Sicilia, già aghlabide dall'827. La strada per l'Egitto fu infine spianata per i Fatimidi, facilitati dalla crisi persistente della dinastia ikhshidide colà governante, accentuata dalla morte di Muhammad ibn Tughj, e dalla debolezza abbaside, non più in grado (salvo il periodo in cui l'"uomo forte" fu Muʾnis) di fronteggiare convenientemente le situazioni che un tempo essa avrebbe affrontato con forza e risolto senza problemi. Ad al-Muʿizz succedette il figlio al-'Aziz bi-llah (975-996). Realizzazioni culturaliAl-Muʿizz era noto per la sua tolleranza nei confronti delle altre religioni, ed era assai popolare tra i suoi sudditi cristiani e israeliti. Si dice abbia commissionato l'invenzione della prima penna stilografica. Nel 953, al-Muʿizz chiese una penna che non dovesse necessariamente stare tra le sue mani o negli abiti che indossava quando non la si usava e gli fu costruita dai suoi sapienti artigiani una penna che aveva un vero e proprio piccolo serbatoio d'inchiostro. Come ricordato dal Qadi al-Nu'man (m. 974) nel suo Kitāb al-Majālis wa l-musayarāt, al-Muʿizz ne dispose la costruzione dicendo::[2] «‘Vogliamo sia costruita una penna che possa servire a scrivere senza dover far ricorso a un calamaio e il cui inchiostro sia incluso in essa. Una persona potrà riempirla d'inchiostro e scrivere quando voglia. Lo scrivente potrà metterla nelle maniche della sua veste o dove preferisca e non sarà macchiato da alcuna goccia d'inchiostro che ne fuoriesca. L'inchiostro scorrerà solo quando egli abbia l'intenzione di scrivere. ...’. Esclamai: ‘È possibile ciò?’ E lui replicò: ‘È possibile, a Dio piacendo’.» Relazioni coi Copti cristianiAi Copti cristiani fu concesso un certo grado di libertà sotto al-Muʿizz.[3] I Copti furono spesso nominati ai gradi più elevati dell'amministrazione dell'Imamato e fu loro consentita libera pratica del proprio culto.[4] Sotto al-Muʿizz, il responsabile per la Siria fu Quzmān ibn Nīmā, un copto che mantenne la propria fede.[5] La festività del Nawrūz, che celebra il nuovo anno persiano, fu consentita (malgrado alcune limitazioni).[6] Note
Bibliografia
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