Ad aggiudicarsi l'edizione del torneo fu il Kenya, alla sua prima affermazione continentale, che superò la Tunisia per 16 a 7 nell'incontro di finale di divisione 1.A disputato al Rugby Football Union of East Africa Ground di Nairobi[2].
La Coppa fu articolata in due divisioni. La 1ª divisione, a sua volta suddivisa in quattro livelli distinti (divisione 1.A, divisione 1.B, divisione 1.C e divisione 1.D) con meccanismi di promozione e retrocessione tra essi[4], e la 2ª divisione diversificata per zone geografiche (nord e sud), mentre una 3ª divisione fu predisposta ma non disputata[5]:
divisione 1.A con sede al R.F.U.E.A. Ground di Nairobi;
divisione 1.B con sede al Kyadondo Rugby Club di Kampala;
divisione 2 Nord con sede allo stadio Ouezzin Coulibaly di Bamako;
divisione 2 Sud con sede allo stadio Amahoro di Kigali.
Alla 1ª divisione presero parte 16 squadre, quattro per ogni livello meritocratico in base al piazzamento IRB. La formula predisposta per ogni livello fu quella del torneo ad eliminazione diretta con semifinali e finali per 1º e 3º posto, che avrebbero decretato una formazione vincitrice, promossa alla divisione superiore, ed una quarta classificata, retrocessa a quella inferiore. La finale per il 1º posto della divisione 1.A avrebbe assegnato il titolo di campione d'Africa; per questo motivo, soltanto le quattro squadre partecipanti a tale divisione avrebbero potuto concorrere realmente alla vittoria della Coppa.
Tuttavia, la formula del torneo ad eliminazione diretta fu applicabile soltanto all'interno della divisione 1.C[6][7] a causa di numerosi ritiri: Marocco e Namibia nella divisione 1.A[8], la Costa d'Avorio nella divisione 1.B[9] e eSwatini e Tanzania nella divisione 1.D[10][11].
Nella divisione 1.A venne disputato soltanto un incontro di finale tra Kenya e Tunisia per l'assegnazione del titolo; analogo destino per la divisione 1.D che vide annullato il torneo in programma in Tanzania per una finale con sede a Johannesburg[12]; mentre la formula della divisione 1.B, con tre contendenti rimaste, fu ripensata in un girone all'italiana in gare uniche con una classifica finale[13].
Alla 2ª divisione presero parte 12 squadre: 8 nella zona nord e 4 nella zona sud. In entrambi i casi venne adottato il sistema del torneo ad eliminazione diretta. Nella divisione 2 Nord furono predisposti quarti di finale con semifinali per 1º-3º posto e semifinali per 5º-7º posto e relative finali dalla 1ª alla 7ª piazza; invece, nella divisione 2 Sud, causa il ritiro di RD del Congo e La Riunione, fu disputato un incontro di finale fra Burundi e Ruanda[14][15][16].
^All’epoca sotto il nome di Confédération africaine de rugby
^(EN) Brilliant Kenya kings of Africa, in Daily Nation, 12 novembre 2011. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2013).
^In sostituzione della Rep. del Congo ritirata dalla competizione
^(EN) Africa Cup 2011 Group 1 C (JPG), su confederation-africaine-rugby.com, Confédération Africaine de Rugby. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2013).
^(EN) Paul Munyuki, Desorder returns to CAR, in The Herald (Zimbabwe), 11 novembre 2011. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2015).
^(EN) Africa Cup 2011 Group 1 D (JPG), su confederation-africaine-rugby.com, Confédération Africaine de Rugby. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2013).
^(FR) Rugby: Maurice intègre le Top 12 africain, in Le Mauricien, 25 agosto 2011. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2011).
^(EN) Paul Munyuki, Sables close tour with huge Madagascar win, in The Herald (Harare), 16 giugno 2011. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2016).
^(EN) Ostine Arinaitwe, Rugby federation needs Rwf 20m for CAR 15s, in The New Times (Ruanda), 10 settembre 2011. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2013).
^(EN) Ostine Arinaitwe, Silverbacks to play Burundi in CAR15s opener, in The New Times (Ruanda), 29 settembre 2011. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2013).
^(EN) Ostine Arinaitwe, Silverbacks’ players set for huge bonuses, in The Sunday Times (Ruanda), 16 ottobre 2011. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2013).