Abbondio Bernasconi
Abbondio Manfredo Alessandro Bernasconi (Riva San Vitale, 7 agosto 1757 – Riva San Vitale, 2 settembre 1822) è stato un avvocato, notaio e politico svizzero.[1][2] BiografiaFu figlio di Manfredo Bernasconi e di Maria Antonia Fossati.[1] Di religione cattolica ma di orientamento giansenista, studiò legge a Pavia, senza però conseguire la laurea.[1][2] Dal 1775 fu comunque attivo quale avvocato e notaio, venendo ammesso al "Venerando Collegio dei Signori Notai della Magnifica Comunità di Lugano" e per qualche anno lavorò assieme al collega Vitale Vassalli, raggiungendo una notevole fama nella regione.[1][2] Nel 1781 fu cancelliere della pieve di Riva San Vitale.[1] All'epoca della Rivoluzione francese fece parte del gruppo di patrioti più in vista di Riva San Vitale: eletto deputato del "popolo di Riva" nel febbraio del 1798, venne inviato a Lugano al Generale Consiglio.[1] Nel 1798 divenne poi segretario dell'effimera Repubblica di Riva, per conto della quale si recò più volte a Milano per trattare dell'adesione alla Repubblica Cisalpina.[1] Sospettato di scarso elvetismo, si ritirò a vita privata dopo la caduta della Repubblica Cisalpina.[1][3] Riprese tuttavia ben presto l'attività politica quale membro della municipalità e del patriziato di Riva San Vitale.[1] Militante liberale e di orientamento democratico, si fece portavoce delle autonomie popolari contro i poteri dei landfogti.[1][4] Simpatizzò con il movimento d'opposizione alla Costituzione cantonale voluta dal congresso di Vienna.[1] Per questo atteggiamento il commissario federale Hans Jakob Hirzel gli inflisse una pesante multa.[1] Si oppose alla divisione dei beni patriziali di Riva, giungendo a scrivere una rimostranza al Gran Consiglio ticinese.[4] Morì di apoplessia il 2 settembre 1822 e fu sepolto nell'"Oratorio dei Morti" della chiesa plebana.[4] Opere
NoteBibliografia
Collegamenti esterni
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