Abba (religione)«Il bambino non impara a dire Abba e Imma (Papà e Mamma) fino a che non ha assaporato il grano» Abba (reso anche abbà) è un appellativo – traducibile come "papà" – usato in ambito giudaico antico per rivolgersi in maniera informale al padre[1]. Nel Nuovo Testamento, Gesù si riferisce a Dio utilizzando questo termine, che non ha la solennità della lingua liturgica: in sinagoga si pregava Dio dicendo "avinu" (padre nostro, in ebraico) o semplicemente "av", ma non il familiare "abbà"[1], il cui utilizzo in relazione a Dio è assente nell'Antico Testamento. Origine del termineDeriva dall'aramaico אבא, /abbâ/, formato da אב "padre" e dall'articolo posposto: può significare "il padre" o essere usato come vocativo di "padre". Uso nel Nuovo TestamentoIl termine «abbà» è usato da Gesù ed esprime la sua familiarità con Dio Padre. Nel Vangelo secondo Marco, approssimandosi ormai la sua Passione, Gesù dice: « Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu » ( Marco 14,36, su laparola.net.) Nelle lettere di Paolo, il termine «abbà» è messo in bocca ai cristiani: « E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!» » ( Romani 8,15, su laparola.net.) oppure nella Lettera ai Galati: « E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! » ( Galati 4,6, su laparola.net.)
Nella Chiesa ortodossa coptaNella Chiesa ortodossa copta Anba[2][3][4][5][6] (a volte riportato come Amba[7] o Abba) è un trattamento usato per rivolgersi ai patriarchi e ai vescovi, come ad esempio Papa Tawadros II. Note
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