L' 85º Reggimento Addestramento Volontari "Verona" (85º RAV) ha sede a Verona-Montorio Veronese e dipendente dalla Scuola di Fanteria di Cesano di Roma.
Il 1º novembre 1884 prese vita a Tortona, in Piemonte, l'85º Reggimento fanteria che, assieme all'86º fanteria, andò a costituire la Brigata "Verona". Nella guerra d'Eritrea fornì al corpo di spedizione del generale di San Marzano la 4ª Compagnia , fornendo uomini anche per la successiva guerra di Abissinia (1895-1896).[3]
Dal 5 settembre 1904 vi fece servizio il Sottotenente Vincenzo Lombard fino all'11 aprile 1907.
La bandiera di guerra e le tradizioni dell'85º fanteria vennero ereditate dall'85º Battaglione meccanizzato "Verona", formato il 1º ottobre 1975 a Montorio Veronese, frazione di Verona. Parte della Brigata meccanizzata "Brescia", il battaglione venne posto in posizione "quadro" il 30 novembre 1989 e infine sciolto il 30 aprile 1991. Lo stesso anno (il 25 settembre) venne tuttavia ricostituito l'85º Reggimento fanteria "Verona" con compiti di addestramento delle reclute delle unità di artiglieria. Oggi il reparto svolge compiti di formazione dei VFP1 in forza all'Esercito Italiano.[3]
Lo scudo araldico è di tipo semitroncato partito: il primo d'azzurro alla croce d'oro (simbolo di Verona); il secondo, nella parte superiore, di rosso ad un palo di nero caricato dell'elmo d'oro di Scanderbeg e, nella parte inferiore, di rosso al silfio di Cirenaica d'oro reciso.[5]
Come ornamento esteriori sono presenti sullo scudo una corona turrita d'oro, accompagnata sotto da nastri annodati nella corona, scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda al lato dello scudo, rappresentativi delle ricompense al valore ottenute dal Reggimento. Il nastro dai colori dell'Ordine militare d'Italia è accollato alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro. Sotto lo scudo su lista bifida d'oro, svolazzante con la concavità rivolta verso l'alto, il motto "Combattere da prodi".[5]
«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915 - 1918) (All'Arma di Fanteria).» — 5 giugno 1920[6][7]
«Con esemplare spirito guerresco e di abnegazione, e con generosi sacrifici di sangue, conquistò ben munite trincee sul S. Michele sul Carso (21 ottobre e 4 novembre 1915); respinse violenti ripetuti attacchi nemici in Vallarsa e sul Monte Pasubio (maggio - luglio 1916). Il I battaglione confermò queste virtù militari il 7 luglio 1918 nell'attacco delle forti posizioni nemiche di Stulas (Albania).» — 28 dicembre 1916 e 5 giugno 1920[7]
«Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e abnegazione nel portar soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto del 28 dicembre 1908.» — 5 giugno 1910[7]
Insegne e simboli
Il Reggimento indossa il fregio della Fanteria (composto da due fucili incrociati sormontati da una bomba con una fiamma dritta). Al centro nel tondino è riportato il numero "85".
Le mostrine del reggimento sono rettangolari di colore azzurro con due bande laterali gialle. Alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.