Fino al 1867 tale numero era il più grande numero primo noto.[5][6][7]
Informatica
2 147 483 647 è il valore massimo che può assumere un numero intero con segno rappresentato mediante una variabile a 32 bit.[8] La sua presenza è legata ad una condizione di overflow.[9]
I sistemi che utilizzano il tempo Unix calcolano la data e l'ora utilizzando il numero di secondi trascorsi dalla mezzanotte del 1º gennaio 1970.[10] Se tale dato viene implementato come un valore intero a 32 bit con segno, l'istante di tempo più lontano rappresentabile, cioè quello legato al massimo valore che il numero può assumere, corrisponde alle ore 03:14:07 del 19 gennaio 2038; un secondo dopo il numero diventerebbe negativo e ciò porterebbe ad indicare una data del 1901.[10][11] Questo problema esiste realmente in molti sistemi ed è noto come "bug dell'anno 2038" (anche se si può presentare in qualsiasi momento, nel caso in cui venga richiesto di processare istanti temporali successivi a quello incriminato).[12][13]
Nel dicembre 2014 Google ha scherzosamente annunciato che YouTube ha dovuto modificare il contatore delle visualizzazioni, fino a quel momento implementato come intero a 32 bit, poiché per la prima volta un video, quello del brano musicale Gangnam Style del cantante sudcoreanoPsy, aveva superato i 2 miliardi di visite.[14][15]
Nel giugno 2017 l'app iOS di Chess.com ha smesso di funzionare sui dispositivi Apple a 32 bit prodotti prima del 2013 poiché era stata giocata la partita di scacchi numero 2 147 483 647.[16][17]
«Euler ascertained, that 2^31 - 1 = 2147483647 is a prime number; and this is the greatest at present known to be such, and, consequently, the last of the above perfect numbers, which depends upon this, is the greatest perfect number known at present, and probably the greatest that ever will be discovered;»
^ Gerolamo Boccardo, Stefano Pagliani, Nuova enciclopedia italiana, 1885.
«Il più grande numero che sia stato finora riconosciuto come primo è il seguente: 2147483647, che equivale a 2^31 - 1. Esso fu annunziato tale da Fermat, ed Eulero verificò e confermò più tardi l'asserzione del geometra francese.»