Yusra Mardini
Yusra Mardini (Damasco, 5 marzo 1998) è una nuotatrice siriana, specializzata nello stile libero e nello stile farfalla. Vive in Germania con lo status ufficiale di rifugiata dal 14 marzo 2016.[1] BiografiaYusra Mardini cresce a Damasco, in Siria. Ha una sorella maggiore di nome Sarah, anch'essa una nuotatrice, e una sorella più giovane, che si chiama Shahed (cioè miele in arabo).[2][3] Anche loro padre pratica questo sport.[4] Yusra inizia a praticare il nuoto a partire dall'età di tre anni. In seguito allo scoppio della guerra civile in Siria, diventa più difficile e pericoloso vivere nel Paese a causa dei bombardamenti. Anche la piscina dove Yusra si allena viene danneggiata dalle bombe.[4][5] Successivamente, i Mardini vedono la loro casa distrutta, perdendo così tutti i loro averi.[4] Ciò che convince definitivamente Yusra e la sorella Sarah a lasciare il loro Paese è un avvenimento che ha avuto esito fortunato: mentre le due ragazze sono in piscina, una bomba ne buca il tetto e sprofonda in acqua. A causa di un difetto di costruzione non esplode ma, questo avvenimento sarà la definitiva conferma del pericolo imminente; le due sorelle per continuare a nuotare sono costrette a scappare in Europa. Nell'estate del 2015, le sorelle Mardini, insieme a un cugino di loro padre e ad altri profughi, si mettono in viaggio per scappare dalla Siria.[4][6] Intraprendono così un cammino lungo un mese che li porta dapprima a Beirut, in Libano, successivamente a Istanbul, in Turchia.[4] Una volta raggiunte le sponde turche del Mar Egeo, a Smirne pagano degli scafisti per essere portati in Grecia, nell'isola di Lesbo. Il primo tentativo di varcare i confini dell'Unione europea fallisce quando i profughi vengono intercettati dalla guardia costiera e riportati in Turchia. In una notte di agosto tentano, nonostante la tempesta imminente, una nuova traversata su un gommone diretto verso l'isola di Lesbo. Durante il viaggio comincia un temporale e il gommone, sovraffollato a causa della ingente quantità di persone, inizia a imbarcare acqua. I profughi sono costretti a gettare in mare i loro bagagli. Yusra e Sarah, insieme a due uomini (che a turno si danno il cambio) si tuffano in acqua. In balìa del mare, le sorelle Mardini nuotano per mantenere in equilibrio la barca. Il loro sforzo, durato oltre tre ore e trenta minuti, permette al gruppo di profughi di salvarsi da un naufragio e raggiungere le coste greche.[4] Una volta in Europa, Yusra e Sarah attraversano i Balcani, a piedi e in treno, passando per Macedonia, Serbia, Ungheria e Austria. Nel mese di settembre, trovano accoglienza in Germania, a Berlino. Qui riprendono a praticare il nuoto, presso la piscina del club Wasserfreunde Spandau 04, situata a poca distanza dal campo profughi dove vivono e costruita in occasione delle Olimpiadi del 1936.[5] Grazie a un allenatore di nuoto del club, le sorelle si trasferiscono in un edificio vicino alla piscina. A Berlino la famiglia si riunisce, con l'arrivo dei genitori e della sorella minore, che hanno compiuto la stessa traversata delle due sorelle. La famiglia chiede lo status di rifugiati.[4] Nel 2016, grazie a duri e costanti allenamenti, Yusra Mardini ha partecipato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nella nuovissima Squadra degli Atleti Olimpici Rifugiati. Pur non essendosi classificata tra i primi, è diventata famosa per il suo viaggio. Nella sua autobiografia, Butterfly (Farfalla), Yusra racconta anche come, all'inizio, mal sopportasse le continue interviste e attenzioni. È la più giovane ambasciatrice UNHCR. Dal 2020 è ricordata con una targa al Giardino dei Giusti di Milano. Nel 2021 partecipa alle Olimpiadi di Tokyo, nuovamente nella squadra degli Atleti Olimpici Rifugiati della quale è stata la portabandiera nella cerimonia di apertura. CarrieraPrima della guerra, Yusra Mardini aveva rappresentato la Siria ai Campionati mondiali di nuoto in vasca corta 2012, in Turchia.[2] Nel mese di marzo del 2016, dopo aver ripreso ad allenarsi a Berlino, insieme all'allenatore Sven Spannekrebs, viene selezionata per far parte della nuova squadra degli Atleti Olimpici Rifugiati ai Giochi della XXXI Olimpiade di Rio de Janeiro.[7] La presenza di questa squadra è frutto di un'iniziativa del Comitato Olimpico Internazionale per portare attenzione sulla crisi globale dei rifugiati.[8][9] Yusra Mardini diventa così, insieme ai suoi compagni di squadra, anche un simbolo di speranza agli occhi dei rifugiati e di tutto il mondo.[9][10] Il 6 agosto partecipa ai 100 metri farfalla femminili con un tempo di 1:09.21 nella fase delle batterie.[11][12][13] Ai mondiali di Budapest 2017 ha gareggiato sotto l'egida della FINA come atleta indipendente, dove si è classificata 47ª nei 200 metri stile libero e 41ª nei 100 metri farfalla. Libri e film
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