Wa (Giappone)

Il carattere cinese per o Wa, formato dal radicale "persona" 亻 e da un elemento fonetico wěi o wa

Il giapponese Wa (? "Giappone, giapponese", dal cinese 倭), è il più antico nome del Giappone registrato. Gli scrivani cinesi, coreani e giapponesi scrissero regolarmente Wa o Yamato "Giappone" con il carattere cinese 倭 fino all'VIII secolo, quando i Giapponesi lo trovarono inappropriato, sostituendolo con 和 "armonia, pace, equilibrio".

Riferimenti storici

I più remoti riferimenti testuali al Giappone si trovano nei testi classici cinesi. Nelle Ventiquattro Storie dinastiche ufficiali cinesi, il Giappone è menzionato tra i cosiddetti Dongyi 東夷 "Barbari orientali". Si noti che i testi seguenti sono ordinati cronologicamente per data di compilazione, il che non corrisponde sempre alla sequenza delle dinastie cinesi. Inoltre, nelle tradizionali unità di misura cinesi, la distanza è registrata in , che variava a seconda delle dinastie, grosso modo equivalente a 300-400 metri. Tsunoda (1951:4) avverte che le grandi distanze in migliaia di "non sono, naturalmente, da prendere letteralmente".

Shan Hai Jing

Un'antica, probabilmente la più antica, attestazione di 倭 "Giappone" ricorre nello Shan Hai Jing 山海經 "Classico delle Montagne e dei Mari". La datazione testuale di questa raccolta di leggende geografiche e mitologiche è incerta, ma le stime variano dal 300 a.C. al 250 d.C. Il capitolo Haineibei jing 海內北經 "Classico delle Regioni nei Mari del Nord" include 倭 "Giappone" tra i luoghi stranieri sia reali (Gojoseon era un antico regno coreano) che leggendari (Montagna di Penglai).

«La Terra di Kai [riparo] è a sud di Chü Yen e a nord di Wo. Wo appartiene a Yen. [蓋國在鉅燕南倭北倭屬燕] Ch’ao-hsien [Chosŏn, Corea] è ad est di Lieh Yang, a sud della Montagna di Hai Pei [mare del nord]. Lieh Yang appartiene a Yen.»

Nakagawa nota che Zhuyan 鉅燕 si riferisce al regno di Yan (ca. 1000-222 a.C.), che aveva un "probabile rapporto tributario" con i "Wo (nani), il Giappone fu conosciuto per la prima volta con questo nome".

Lunheng

Il Lunheng 論衡 "Discorsi ponderati sull'equilibrio" (ca. 70-80 d.C.) di Wang Chong è un compendio di saggi su temi che comprendono la filosofia, la religione e le scienze naturali.

Il capitolo Rŭzēng 儒増 "Esagerazioni dei Letterati" menziona i ''Wōrén 倭人 "popolo giapponese" e gli Yuèshāng 越裳 "un vecchio nome per i Champa" che presentano tributi durante la Dinastia Zhou. Nel contestare le leggende che gli antichi tripodi ding di bronzo degli Zhou avessero poteri magici per tenere lontani gli spiriti maligni, Wang dice:

«Durante il periodo Chou vi era pace universale. Gli Yuèshāng offrivano fagiani bianchi alla corte, i Giapponesi piante fragranti. [獻白雉倭人貢鬯草] Poiché mangiando questi fagiani bianchi o queste piante fragranti non ci si poteva mantenere liberi dalle influenze maligne, perché vasi come i tripodi di bronzo avrebbero dovuto avere un tale potere?»

Un altro capitolo del Lunheng, Huiguo 恢國 "Restaurare la nazione" (58), registra similmente che all'imperatore Cheng di Han (all'incirca 51-7 a.C.) venivano presentati tributi di fagiani vietnamiti ed erbe giapponesi.

Han Shu

Lo Han Shu 漢書 "Libro degli Han" (ca. 82 d.C.) copre il periodo della prima Dinastia Han (206 a.C.-24 d.C.). Verso la fine della voce Yan nella sezione Dilizhi 地理志 "Trattato sulla geografia", esso registra che Wo comprendeva oltre 100 guó "comunità, nazioni, paesi".

«Al di là di Lo-lang nel mare, vi è il popolo di Wo. Esso comprende più di cento comunità. [樂浪海中有倭人分爲百餘國] Si racconta che essi abbiano mantenuto rapporti con la Cina mediante tributari ed inviati.»

L'imperatore Wu di Han fondò questa comanderia coreana di Lelang nel 108 a.C.

Wei Zhi

Il Wei Zhi 魏志 "Registri di Wei" (ca. 297 d.C.), che costituisce il primo dei San Guo Zhi 三國志 "Registri dei Tre Regni", copre la storia del regno di Cao Wei (220-265 d.C.). La sezione 東夷伝 "Incontri con i Barbari orientali" descrive i Wōrén 倭人 "Giapponesi" basandosi su rapporti dettagliati degli inviati cinesi in Giappone. Contiene le prime testimonianze di Yamataikoku, della regina sciamana Himiko, e di altri temi storici giapponesi.

«Il popolo di Wa dimora nel mezzo dell'oceano sulle isole montuose a sudest [della prefettura] di Tai-fang. Essi inizialmente comprendevano più di cento comunità. Durante la dinastia Han, [inviati di Wa] apparvero a Corte; oggi, trenta dello loro comunità mantengono rapporti [con noi] attraverso inviati e scrivani. [倭人在帯方東南大海之中依山爲國邑舊百餘國漢時有朝見者今使早譯所通三十國]»

Questo contesto del Wei Zhi descrive il salpare dalla Corea per Wa e intorno all'arcipelago giapponese. Ad esempio,

«A cento a sud, si raggiunge il paese di Nu [奴國], il cui funzionario si chiama shimako, mentre il suo assistente è denominato hinumori. Qui ci sono più di ventimila famiglie.»

Tsunoda (1951:5) suggerisce che questo antico Núguó 奴國 (lett. "paese schiavo"), in giapponese Nakoku 奴国, era localizzato vicino all'odierna Hakata nel Kyūshū.

A circa 12.000 a sud di Wa si trova Gǒunúguó 狗奴國 (lett. "paese di cani schiavi"), in giapponese Kunakoku, che viene identificato con la tribù Kumaso che viveva intorno alle province di Higo ed Ōsumi nel Kyūshū meridionale. Oltre a questo,

«Ad oltre mille ad est della terra della Regina, vi sono altri paesi della stessa razza del popolo di Wa. A sud, c'è anche l'isola dei nani [侏儒國] dove la gente è alta tre o quattro piedi. Questa è distante oltre quattromila dalla terra della Regina. Poi c'è la terra degli uomini nudi, come pure quella degli uomini dai denti neri. [裸國黒齒國] Questi luoghi si possono raggiungere per nave se si viaggia verso sudest per un anno.»

Un certo brano del Wei Zhi (tr. Tsunoda 1951:14) registra che nel 238 d.C. la Regina di Wa inviò funzionari con tributi all'imperatore di Wei Cáo Ruì, che ricambiò con munifici doni, compreso un sigillo d'oro con il titolo ufficiale "Regina di Wa amica di Wei". Un altro brano racconta i tatuaggi di Wa con il leggendario re Shao Kang della Dinastia Xia.

«Uomini grandi e piccoli, tutti tatuano i loro volti e decorano i loro coripi con disegni. Dai tempi antichi gli inviati che visitavano la Corte cinese si definivano "grandi" [大夫]. Un figlio del governante Shao-k'ang di Hsia, quando fu infeudato come signore di K'uai-chi, si tagliò i capelli e si decorò il corpo con disegni al fine di evitare l'attacco di serpenti e draghi. Anche i Wa, che hanno la passione di immergersi in acqua per prendere pesci e conchiglie, si decoravano i corpi al fine di tenere lontani grandi pesci e uccelli acquatici. In seguito, tuttavia, i disegni divennero puramente ornamentali.»

"Grandi" traduce il cinese dàfū 大夫 (lett. "grand'uomo") "funzionario anziano; uomo di stato" (cf. il moderno dàifu 大夫 "medico; dottore"), che traduce erroneamente il giapponese imperiale taifu 大夫 "cortigiano di 5º grado; capo del dipartimento amministrativo; gran tutore" (il Nihongi records that the envoy Imoko was a taifu).

Una statua Haniwa tatuata, IV-VI secolo, Tomba di Kamiyasaku, Prefettura di Fukushima.

Una seconda storia di Wei, il Weilüe 魏略 "Breve resoconto della dinastia Wei" (ca. 239-265 d.C.), non è più esistente, ma alcune sezioni (incluse descrizioni dell'Impero Romano) sono citate nel commentario San Guo Zhi (429 d.C.) di Pei Songzhi 裴松之. Egli cita il Weilüe secondo il quale "il popolo si definisce posterità di Tàibó" (倭人自謂太伯之後). Taibo era lo zio del re Wen di Zhou, che cedette il trono a suo nipote e fondò l'antico stato di Wu (585-473 a.C.). I Registri del Grande Storico hanno una sezione intitolata 吳太伯世家 "La nobile famiglia di Wu Taibo", ed il suo santuario è ubicato nell'odierna Wuxi. I ricercatori hanno notato somiglianze culturali tra l'antico stato di Wu ed il Giappone di Wō, che includono l'estrazione rituale dei denti, i portabambini sulla schiena e i tatuaggi (rappresentati dalla vernice rossa sulle statue Haniwa giapponesi).

Hou Han Shu

Lo Hou Han Shu 後漢書 "Libro degli Han posteriori/orientali" (ca. 432 d.C.) copre il periodo della Dinastia Han orientale (25-220 d.C.), ma fu redatto solo due secoli più tardi. I Wōrén 倭人 "Giapponesi" sono inclusi sotto la sezione 東夷伝 "Incontri con i Barbari orientali".

«I Wa dimorano su isole montuose a sudest di Han [Corea] in mezzo all'oceano, formando più di cento comunità [倭人在帯方東南大海之中依山爲國邑舊百餘國]. Dall'epoca del rovesciamento di Chao-hsien [Corea settentrionale] da parte dell'imperatore Wu (140-87 a.C.), quasi trenta di queste comunità hanno intrattenuto rapporti con la corte [della dinastia] Han per mezzo di inviati o di scrivani. Ogni comunità ha il suo re, la cui carica è ereditaria. Il Re del Grande Wa risiede nel paese di Yamadai [邪馬台国].»

Il confronto tra le descrizioni d'apertura di Wa nel Wei Zhi e nello Hou Han Shu rivela chiaramente che quest'ultimo è derivato. I loro rispettivi resoconti dei popoli nani, nudi e dai denti neri forniscono un altro esempio di copiatura.

«Lasciando la terra della regina e attraversando il mare verso est, dopo un viaggio di mille li, si raggiunge il paese di Kunu [狗奴國], il cui popolo è della stessa razza di quello dei Wa. Essi tuttavia non sono sudditi della regina. A quattromila li di distanza a sud della terra della regina, si raggiunge il paese dei nani [侏儒國]; i suoi abitanti hanno un'altezza da tre a quattro piedi. Dopo un anno di viaggio per nave a sudest del paese dei nani, si arriva alla terra degli uomini nudi ed anche al paese del popolo dai denti neri [裸國黑齒國]; qui finisce il nostro servizio di comunicazione.»

Questo resoconto dello Hou Han Shu sul Giappone contiene alcuni dettagli storici che non si trovano nel Wei Zhi.

«Nel … [57 d.C.], i Nu del paese di Wa [倭奴國] mandarono un inviato con tributi che si definiva ta-fu [大夫]. Questo paese è ubicato nell'estremità meridionale del paese di Wa. Kuang-wu gli conferì un sigillo. Nel … [107 d.C.], durante il regno di An-ti (107-125), il Re di Wa presentò centosessanta schiavi, avanzando al tempo stesso una richiesta di udienza imperiale.»

Tsunoda (1951:5) nota a sostegno della localizzazione del paese di Nu/Na presso Hakata la scoperta del 1784 presso la Baia di Hakata di un sigillo d'oro recante l'iscrizione 漢委奴國王, solitamente tradotta "Re Han [vassallo] di Nu del paese di Wa."

Il Sigillo Imperiale dorato della Cina che si dice sia stato concesso a Nakoku dall'imperatore Guangwu di Han.

Song Shu

Il Song Shu 宋書 "Libro dei Song" (488 d.C.) copre la breve storia della Dinastia Liu Song (420-479). Sotto la sezione "Barbari orientali e meridionali" 夷蠻 section, il Giappone è chiamato Wōguó 倭國, in giapponese Wakoku, e si dice che sia collocato al largo di Goguryeo. In contrasto con le storie anteriori che descrivono i Wa come un 人 "popolo", questa storia dei Song li descrive come un 國 "paese".

«Il paese di Wa è nel mezzo del grande oceano, a sudest di Goguryeo. Di generazione in generazione, [il popolo di Wa] adempie al suo dovere di offrire tributi. [倭國在高驪東南大海中世修貢職] Nel … [421 d.C.], il primo Imperatore affermò in un editto: "Ts'an di Wa invia tributi da una distanza di decine di migliaia di li. Il fatto che egli sia leale, pur così distante, merita apprezzamento. Che gli sia, perciò, concesso il rango ed il titolo."»

Questo titolo "Re di Wa e Generale che mantiene la pace nell'est" 安東大將軍倭王 fu dato ai re successivi, e nel 451 l'Imperatore in aggiunta intitolò al re di Wa cinque paesi coreani come "Generale che mantiene la pace nell'est comandando con l'ascia da battaglia tutti gli affari militari nei sei paesi di Wa, Silla, Imna, Kala, Chin-han e Moku-han." Il Song Shu fornisce resoconti dettagliati delle relazioni con il Giappone, indicando che i re di Wa davano grande valore alla loro legittimazione politica da parte degli imperatori cinesi.

Liang Shu

Il Liang Shu 梁書 "Libro dei Liang" (635 d.C.), che copre la storia della Dinastia Liang (502-557), registra il viaggio del monaco Hui Shen a Wa e nella leggendaria Fusang. Esso si riferisce al Giappone come 倭 (senza i suffissi "popolo" o "paese") sotto la sezione Dongyi "Barbari orientali", e inizia con la leggenda di Taibo.

«I Wa si definiscono posterità di Tàibó. Secondo l'usanza, le persone sono tutte tatuate. Il loro territorio è a oltre 12.000 li dalla nostra Daifang, approssimativamente a est di Guiji (la moderna Shaoxing). Si deve viaggiare a un'incredibile distanza per arrivarvi. [倭者自云太伯之後俗皆文身去帶方萬二千餘里大抵在會稽之東相去絶遠»

Testi posteriori ripetono questo mito della discendenza giapponese da Taibo. Il Jin Shu 晉書 "Libro dei Jin" (648 d.C.) sulla Dinastia Jin (265-420 d.C.) usa un diverso verbo "chiamare", wèi "dire; chiamare; nominare" invece di yún "dire; parlare; chiamare": "Essi si definiscono la posterità di Tàibó [自謂太伯之後]". La storia universale cinese Zizhi Tongjian 資治通鑑 (1084 d.C.) ipotizza: "Si dice anche che l'attuale Giappone sia posterità di Tàibó di Wu; forse quando Wu fu distrutto, [un membro di] un ramo collaterale della famiglia reale scomparve in mare e divenne Wo." [今日本又云吳太伯之後蓋吳亡其支庶入海為倭].

Sui Shu

Il Sui Shu 隋書 "Libro dei Sui" (636 d.C.) registra la storia della dinastia Sui (581-618) quando fu riunificata la Cina. Wōguó/Wakoku è inserito sotto "Barbari orientali" e si dice che sia ubicato al largo di Baekje e Silla (vedi Hogong), due dei Tre Regni di Corea.

«Wa-kuo è situato in mezzo al grande oceano a sudest di Paekche e Silla, a tremila li di distanza via acqua e via terra. Il popolo dimora su isole montuose. [倭國在百濟新羅東南水陸三千里於大海之中依山島而居] Durante la dinastia Wei, oltre trenta paesi [di Wa-kuo], ciascuno dei quali vantava un re, intrattennero rapporti con la Cina. Questi barbari non sanno come misurare la distanza in li e la stimano in giorni. il loro dominio è a cinque mesi di viaggio da est ad ovest, e a tre mesi da nord a sud; ed il mare si trova su tutti i lati. La terra è alta ad est e bassa ad ovest.»

Nel 607 d.C., il Sui Shu registra che "re Tarishihoko" (un errore per l'imperatrice Suiko) mandò un inviato, monaci buddisti e tributi all'imperatore Yang. Il suo messaggio ufficiale è citato usando la parola Tiānzǐ 天子 "Figlio del Cielo; Imperatore cinese".

«"Il Figlio del Cielo nella terra dove sorge il sole indirizza una lettera al Figlio del Cielo nella terra dove tramonta il sole. Speriamo che siate in buona salute." Quando l'Imperatore vide questa lettera, fu contrariato e disse al funzionario capo degli affari esteri che questa lettere dei barbari era scortese, e che una tale lettera non avrebbe mai più dovuto essere portata alla sua attenzione.»

Nel 608, l'Imperatore spedì Pei Ching come inviato a Wa, e questi ritornò con una delegazione giapponese.

Anche il giapponese Nihongi (22, tr. Aston 1972 2:136-9) registra questi inviati imperiali del 607 e 608, ma con una differente prospettiva storica sino-giapponese. Esso registra altri dettagli, come il nome dell'inviato Imoko Wono no Omi e del traduttore Kuratsukuri no Fukuri, ma non l'offensiva traduzione cinese. Secondo il Nihongi, quando Imoko ritornò dalla Cina, si scusò con Suiko per aver perduto la lettera di Yang perché dei Coreani "mi hanno perquisito e me l'hanno presa". Quando l'Imperatrice ricevette Pei, egli presentò un proclama (tr. Aston 1972 2:137-8) che opponeva il cinese Huángdì 皇帝 "Imperatore" a Wǒwáng 倭王 "Re di Wa", "L'Imperatore [皇帝] saluta il Sovrano di Wa [倭王]." Secondo il Nihongi, Suiko diede a Pei una diversa versione della lettera imperiale, che opponeva il giapponese Tennō 天皇 "Imperatore giapponese" e Kōtei 皇帝 "Imperatore" (cinese tiānhuáng e huángdì) invece di usare "Figlio del Cielo".

«L'Imperatore [天皇] dell'Est rispettosamente si rivolge all'Imperatore [皇帝] dell'Ovest. Essendo qui giunti il Vostro Inviato, P'ei Shih-ch'ing, Intrattenitore Ufficiale del Dipartimento dei ricevimenti esteri, ed il suo seguito, le preoccupazioni da me a lungo nutrite si sono dissolte. Quest'ultimo mese d'autunno è piuttosto gelido. Come sta Vostra Maestà? Confidiamo bene. Noi siamo nella nostra consueta salute.»

Aston cita la storia dello Shoku Nihongi (797 d.C.) secondo cui questa missione giapponese in Cina del 607 obiettò inizialmente a scrivere Wa con il carattere cinese 倭.

«"Wono no Imoko, l'Inviato che visitò la Cina, (propose di) alterare questo termine in Nippon, ma l'Imperatore Sui ignorò le sue ragioni e non glielo avrebbe permesso. Il termine Nippon fu usato per la prima volta nel periodo … 618-626." Un altro esperto cinese dà il 670 come data nella quale Nippon cominciò ad essere ufficialmente usato in Cina.»

L'isola di Wa (probabilmente il moderno Kyūshū) è ritratto sotto l'isola del Giappone (日本國) e sopra l'isola maggiore delle Ryūkyū (大琉球) sul lato destro di questa cartina del mondo cinese del XVI secolo, il Sihai Huayi Zongtu.

Tang Shu

L'usanza di scrivere "Giappone" come Wa 倭 finì durante la Dinastia Tang (618-907 d.C.). Gli scrivani giapponesi coniarono il nome Nihon o Nippon 日本 nel 608-645 circa e sostituirono Wa 倭 con un più lusinghiero Wa 和 "armonia; pace" intorno al 756-757 d.C. (Carr 1992:6-7). Il cambiamento linguistico è registrato in due storie ufficiali dei Tang. Il Tang Shu "Libro dei Tang" 唐書 (945 d.C.) (199A) ha il più antico riferimento cinese a Rìběn 日本. La sezione "Barbari orientali" elenca sia Wakoku 倭国 che Nipponkoku 日本国, fornendo tre spiegazioni: Nippon è un nome alternativo per Wa, oppure ai Giapponesi non piaceva Wakoku perché era "poco elegante; volgare" 不雅, o ancora Nippon era un tempo una piccola parte dell'antico Wakoku. Lo Xin Tang Shu 新唐書 "Nuovo libro dei Tang" (1050 d.C.), che ha un'intestazione Riben 日本 per Giappone sotto i "Barbari orientali", fornisce più dettagli.

«Il Giappone nei tempi passati era chiamato Wa-nu. È distante 14.000 li dalla nostra capitale, situato a sudest di Silla in mezzo all'oceano. Occorrono cinque mesi di viaggio per attraversare il Giappone da est ad ovest, e tre mesi di viaggio da sud a nord. [日本古倭奴也去京師萬四千里直新羅東南在海中島而居東西五月行南北三月行]»

A proposito del cambiamento negli scritti degli autori, lo Xin Tang Shu dice:

«Nel 670, un'ambasciata giunse alla Corte [dal Giappone] ad offrire le congratulazioni per la conquista di Kogurō. Intorno a quest'epoca, ai Giapponesi che avevano studiato il cinese cominciò a non piacere il nome Wa e lo cambiarono in Nippon. Secondo le parole dello stesso inviato (giapponese), quel nome venne scelto perché il suo paese era così vicino a dove sorge il sole. [後稍習夏音惡倭名更號日本使者自言國近日所出以為名] Alcuni dicono, (d'altro canto,) che il Giappone era un piccolo paese che era stato sottomesso dai Wa, e che questi ultimi presero il suo nome. Poiché questo inviato non era sincero, rimangono ancora dubbi. [或雲日本乃小國為倭所並故冒其號使者不以情故疑焉] [L'inviato], inoltre, era vanitoso, e diceva che i domini del suo paese erano di molte migliaia di li quadrati e si estendevano fino all'oceano a sud e ad ovest. Nel nordest, diceva, il paese era delimitato da catene montuose oltre le quali si trovava la terra degli uomini pelosi.»

Le successive storie cinesi si riferiscono al Giappone come Rìběn 日本 e menzionano 倭 solo come un nome antico.

La parola Wa

L'endonimo giapponese Wa 倭 "Giappone" deriva dall'esonimo cinese 倭 "Giappone, giapponese", un carattere cinese che aveva una qualche connotazione offensiva, probabilmente "remissivo, docile, obbediente", "che si inchina; che è piegato", o "persona bassa; nano".

Caratteri 倭 e 和

Il carattere cinese 倭 combina il radicale o "umano, persona" ed un fonema wěi "piegato". Questo elemento fonetico wěi rappresenta "grano" sopra "donna", che Bernhard Karlgren (1923:368) analizza semanticamente come: "piegarsi, piegato, tortuoso, contorto; cadere, gettare giù, gettare via, mandare via, rifiutare; mandare, delegare – piegare come una donna 女 che lavora con il 禾 grano." Le più antiche forme scritte di 倭 si trovano nella scrittura dei sigilli, mentre non sono state identificate nella scrittura dei bronzi o in quella degli ossi oracolari. La maggior parte dei caratteri scritti con questo fonema wěi 委 sono pronunciati wei in mandarino standard:

  • wèi (radicale "Cao Wei") "Cao Wei (una delle dinastie della Cina)"
  • wēi (radicale "movimento") "serpentino; serpeggiante, che si curva" [in wēiyí 逶迤 "(strada, fiume) serpeggiante"]
  • wěi (radicale "pianta") "avvizzire; appassire" *wěi (radicale "malattia") "atrofia; paralisi; impotenza"
  • wěi (radicale "discorso") "sottrarsi; scaricare la colpa (su altri)"
  • wèi (radicale "cibo") "nutrire (animali)". L'insolita pronuncia 倭 "Giappone" di questo elemento fonetico wěi 委 si confronta con:
  • (radicale "piede") "slogarsi; distorcersi (tendine o muscolo)"
  • (radicale "donna") "bella" [in wǒtuǒ 婑媠 "bella; graziosa"].

Una terza pronuncia si trova nella lettura del seguente carattere:

  • ǎi (radicale "freccia") "nano, corto; basso; inferiore".

Gli studiosi giapponesi del periodo Nara credevano che il carattere cinese per 倭 "Giappone", che essi usavano per scrivere "Wa" o "Yamato", fosse graficamente peggiorativo in quanto rappresentava 亻 "popolo" 委 "piegato". Intorno al 757 d.C., il Giappone cambiò ufficialmente il suo endonimo da Wa 倭 a Wa "armonia; pace; somma; totale". Questo carattere cinese di sostituzione 和 combina un fonema 禾 "grano" (visto anche in 倭) ed il radicale "bocca" 口. Carr spiega:

«La sostituzione grafica del logografo cinese 倭 "giapponese nano" divenne inevitabile. Non molto tempo dopo che i Giapponesi cominciarono ad usare 倭 per scrivere WaYamato 'Giappone', sui resero conto della sua connotazione 'nano; piegato all'indietro'. In un certo senso, erano stati ingannati dalla logografia cinese; l'unico nome scritto per 'Giappone' era di deprecazione. La sostituzione scelta wa 和 'armonia; pace' aveva la stessa pronuncia giapponese wa di 倭 'nano', e - più importante - era semanticamente lusinghiero. La nozione che la cultura giapponese sia basata su wa 和 'armonia' è divenuta un articolo di fede tra i Giapponesi ed i Giapponologi.»

Nell'uso corrente giapponese, Wa 倭 "antico nome per il Giappone" è un carattere cinese alternativo per Wa 和 "Giappone", ad eccezione di pochi termini storici come i Cinque re di Wa, Wakō (cinese Wōkòu 倭寇 "pirati giapponesi") e dizionario Wamyō ruijushō. In netto contrasto, Wa 和 è un aggettivo comune nei composti come Washoku 和食 "cucina giapponese", Wafuku 和服 "abiti giapponesi", Washitsu 和室 "stanza in stile giapponese", Waka 和歌 "poesia in stile giapponese", e Washi 和紙 "carta tradizionale giapponese".

Pronunce

In cinese, il carattere 倭 può essere pronunciato wēi "serpeggiante", "un'antica pettinatura", o "Giappone". Le prime due pronunce sono ristrette alle parole bisillabe del cinese classico. Wēi 倭 ricorre in wēichí 倭遲 "serpeggiante; sinuoso; tortuoso; ondeggiante", che ha numerose varianti incluse wēiyí 逶迤 e 委蛇. Il più antico uso registrato di 倭 è la descrizione nello Shijing (162) di un wēichí 倭遲 strada "serpeggiante; serpentina; tortuosa"; confronta (18) che usa wēituó 委佗 "condiscendente; che si piega, flessibile; grazioso". 倭 ricorre in wǒduòjì 倭墮髻 "una pettinatura femminile con una crocchia, popolare durante la Dinastia Han". La terza pronuncia 倭 "Giappone; giapponese" è più produttiva delle prime due, com'è evidente nei nomi cinesi per cose "giapponesi" (ad es., Wōkòu 倭寇 "pirati giapponesi" di cui sopra) o animali "nani; pigmei" .

Le pronunce ricostruite di 倭 nel cinese medio (ca. VI-X secolo d.C.) includono ˀuâ (Bernhard Karlgren), ˀua (Zhou Fagao), e ˀwa (Edwin G. Pulleyblank). Le ricostruzioni nel cinese antico (ca. VI-III secolo a.C.) includono *ˀwâ (Karlgren), *ˀwər (Dong Tonghe) e *ˀwər (Zhou).

In giapponese, il carattere cinese 倭 ha le pronunce sinitiche on'yomi di wa o ka dal cinese "Giappone" e "un'antica pettinatura", oppure wi o i da wēi "serpeggiante; obbediente", and le pronunce native kun'yomi di yamato "Giappone" o shitagau "obedire, obbediente". Il cinese 倭 "un antico nome per il Japan" è un prestito linguistico in altre lingue del mondo cinese incluso il coreanowae o wa, Lingua cantonese wai1 o wo1, e taiwanese e2.

Etimologia

Sebbene le origini etimologiche di Wa rimangano incerte, i testi storici cinesi registravano un antico popolo che risiedeva nell'arcipelago giapponese (forse Kyūshū), che aveva un nome simile a *ˀ o *ˀWər 倭. Carr (1992:9-10) rileva che le proposte prevalenti per l'etimologia di Wa variano da possibili (che trascrivono i pronomi di prima persona giapponesi waga 我が "mio; nostro" e ware 我 "io; noi; sé stesso") a vergognose (che scrivono il giapponese Wa come 倭 che implica "barbari nani"), e riassume le interpretazioni di *ˀ "giapponese" come variazioni di due etimologie: "dal comportamento 'sottomesso' o fisicamente 'basso'."

La prima spiegazione "sottomesso; obbediente" cominciò con il dizionario Shuowen Jiezi (121 d.C.). Esso definisce 倭 come shùnmào "apparenza obbediente/sottomessa/docile", spiega graficamente il radicale "persona; umano' con un fonema wěi 委 "piegato", e cita il suddetto poema Shi Jing. "Presumibilmente, quando i Cinesi incontrarono per la prima volta i Giapponesi," Carr (1992:9) suggerisce che "trascrissero Wa come *ˀ 'piegato all'indietro' che significa 'condiscendente', che si inchina in segno di obbedienza. L'inchinarsi è richiamato nei primi riferimenti storici al Giappone." Gli esempi includono "Il rispetto viene mostrato accosciandosi" (Hou Han Shu, tr. Tsunoda 1951:2), ed "essi o si accosciano o si inginocchiano, con entrambe le mani in terra. Questo è il modo in cui mostrano il rispetto". (Wei Zhi, tr. Tsunoda 1951:13). Koji Nakayama (vedi il collegamento sottostante) interpreta wēi 逶 "serpeggiante" come "molto distante" e traduce eufemisticamente traduce 倭 come "separato dal continente".

La seconda etimologia di 倭 che significa "nano; persona bassa" ha possibili affini in ǎi 矮 "persona bassa; minuscolo, nano; basso", 踒 "stiramento; distorsione; gambe piegate", e 臥 "giacere disteso; accucciarsi; posarsi (animali e uccelli)". Le prime storie dinastiche cinesi fanno riferimento ad uno Zhūrúguó 侏儒國 "paese di pigmei/nani" collocato a sud del Giappone, associato probabilmente all'Isola di Okinawa o alle Isole Ryukyu. Carr cita la precedenza storica della costruzione di Wa come "popolo sottomesso" e la leggenda del "Paese dei nani" come prova che l'etimologia del "piccolo popolo" fosse uno sviluppo secondario.

Lessicografia

Un articolo di Michael Carr (1992:1) "confronta come i lessicografi orientali e occidentali hanno trattato il fatto che il primo nome scritto del Giappone fosse un insulto cinese < *ˀ 倭 'popolo basso/sottomesso'." Esso valuta 92 definizioni di dizionario della parola cinese 倭, per illustrare i problemi lessicografici nel definire parole offensive dal punto di vista razziale. Questo corpus di dizionari cinesi monolingue o bilingue comprende 29 dizionari cinese-cinese, 17 cinese-inglese, 13 dal cinese ad altre lingue occidentali e 33 cinese-giapponese. Per analizzare come i dizionari cinesi affrontano le origini sminuenti di , Carr divide le definizioni in quattro tipi, abbreviati con le lettere da Alfa a Delta dell'alfabeto greco.

  • Α = "nano; giapponese"
  • Β = "obbediente; giapponese"
  • Γ = "spregiativo giapponese"
  • Δ = "giapponese"

Ad esempio, il tipo Alfa (A) comprende sia definizioni palesi come "La terra dei nani; Giappone" (Liushi Han-Ying cidian 劉氏漢英辭典 [Dizionario cinese-inglese di Liu], 1978) che definizioni semantiche più sofisticate come "(1) Un nano. (2) Anticamente, usato per riferirsi al Giappone" (Lin Yutang's Chinese-English Dictionary of Modern Usage [Dizionario cinese-inglese dell'uso moderno di Lin Yutang], 1972). Beta (B) "condiscendente; giapponese" è illustrato da "demütig [umile; sottomesso; docile], gehorchen [obbedire; rispondere]" (Praktisches zeichenlexikon chinesisch-deutsch-japanisch [Dizionario pratico dei caratteri cinese-tedesco-giapponese], 1983). Le definizioni del tipo Gamma (Γ) quali "in senso spregiativo giapponese" (ad es., A Beginner's Chinese-English Dictionary of the National Language (Gwoyeu) [Dizionario cinese-inglese della lingua nazionale per principianti (Gwoyeu), 1964) includono etichette d'uso come "spregiativo", "dispregiativo", "offensivo" o "sprezzante". Alcune notazioni Γ sono ristrette a sottovoci come "Wōnú 倭奴 (nell'uso moderno, spregiativamente) i Giapponesi" (Zuixin shiyong Han-Ying cidian 最新實用和英辭典 [Nuovo dizionario pratico cinese-inglese], 1971). Il Delta (Δ) "giapponese" è il tipo di glossa meno informativo; ad esempio, "un antico nome per il Giappone" (Xin Han-Ying cidian 新漢英詞典 [Nuovo dizionario cinese-inglese], 1979).

Carr valuta queste quattro tipologie per definire il peggioramento grafico del cinese 倭 "popolo piegato".

«Da un punto di vista teorico, le definizioni di tipo A "nano" o B "sottomesso" sono preferibili in quanto forniscono informazioni etimologiche accurate, anche se potrebbero essere ritenute offensive. Non è affatto trasgressivo per un dizionario cinese ridotto dare una breve definizione Δ "Giappone", ma aggiungere "un antico nome per" o "arcaico" non occupa più spazio che aggiungere una nota Γ "dispregiativo". Una definizione Δ evita di offendere i Giapponesi, ma fuorvia l'utente del dizionario allo stesso modo dell'OED2 che definisse wetback e white trash senza etichette d'uso.»

The tabella sottostante (Carr 1992:31, "Table 8. Overall Comparison of Definitions" [Tabella 8. Comparazione globale delle definizioni]) riassume come i dizionari cinesi definiscono 倭.

Tipo di definizione cinese-cinese cinese-inglese cinese-altre cinese-giapponese
Α "nano; giapponese" 3 (10%) 10 (59%) 5 (38%) 4 (12%)
Β "obbediente; giapponese" 0 0 1 (8%) 4 (12%)
Γ "spregiativo giapponese" 0 1 (6%) 3 (23%) 11 (33%)
Δ "giapponese" 26 (90%) 6 (35%) 4 (31%) 14 (42%)
Totale dizionari 29 17 13 33

Metà dei dizionari delle lingue occidentali notano che il cinese 倭 "giapponese" significa "persona piccola; nano", mentre la maggior parte delle definizioni dei dizionari cinese-cinese trascurano l'affronto grafico con definizioni del tipo Δ "antico nome per il Giappone". Questa definizione A "nano", esplicitamente razzista, si trova più spesso nei dizionari di lingua occidentali che in quelli orientali. Il tipo B "servile; condiscendente", storicamente più accurato ed etnicamente meno insultante, è limitato ai dizionari cinese-giapponese e cinese-tedesco. La notazione di tipo Γ "spregiativo" ricorre più spesso tra i dizionari di lingua giapponesi ed europei. Le meno edificanti definizioni di tipo Δ "(vecchio nome per) Giappone" si trovano due volte più spesso nei dizionari cinese-cinese che in quelli cinese-giapponese, e tre volte di più in quelli occidentali.

Anche l'odierno standard universale per i caratteri Unicode riflette gli inerenti problemi lessicografci di questo antico oltraggio del cinese 倭 "Giappone". Il segmento Unihan (caratteri CJK unificati) dell'Unicode trae le definizioni in gran parte da due progetti di dizionari in linea, il cinese CEDICT ed il giapponese EDICT. Il primo elenca i termini cinesi wo1 倭 "giapponese; nano", wokou4 倭寇 "(nell'uso antico) i pirati nani; i Giapponesi", e wonu2 倭奴 "(usato nei tempi antichi) i Giapponesi; (nell'uso moderno, in senso spregiativo) i Giapponesi". Il secondo elenca i termini giapponesi yamato 倭 "antico Giappone", wajin 倭人 "(un'antica parola per) un giapponese", e wakou 倭寇 "pirati giapponesi".

Bibliografia

  • Aston, William G. 1924. Nihongi: Chronicles of Japan from the Earliest Times to A.D. 697. Charles E. Tuttle, ristampa 1972.
  • Carr, Michael. 1992. "Wa 倭 Wa 和 Lexicography," International Journal of Lexicography 5.1:1-30.
  • Forke, Alfred, tr. 1907. Lun-hêng, Part 1, Philosophical Essays of Wang Ch'ung. Otto Harrassowitz.
  • Karlgren, Bernhard. 1923. Analytic Dictionary of Chinese and Sino-Japanese. Dover, ristampa 1974.
  • Nakagawa Masako. 2003. The Shan-hai ching and Wo: A Japanese Connection, Sino-Japanese Studies 15:45-55.
  • Tsunoda Ryusaku, tr. 1951. Japan in the Chinese Dynastic Histories: Later Han Through Ming Dynasties. Goodrich, Carrington C., ed. South Pasadena: P. D. e Ione Perkins.

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