Volo EgyptAir 181
Il volo EgyptAir 181 è un collegamento passeggeri regionale partito dall'aeroporto Borg El Arab di Alessandria d'Egitto e diretto all'aeroporto Internazionale del Cairo. Il 29 marzo 2016, il volo è stato dirottato da un egiziano, che affermava di indossare una cintura esplosiva, che costrinse i piloti a dirigersi verso l'aeroporto Internazionale di Larnaca a Cipro.[1] La maggior parte dei passeggeri e dell'equipaggio fu rilasciata poco dopo l'atterraggio. Il dirottatore si arrese circa sette ore dopo e tutti fuggirono dall'aereo illesi. Successivamente è stato rivelato che la cintura conteneva telefoni cellulari e nessun esplosivo. L'aereo coinvolto nell'incidente era un Airbus A320-200 dell'EgyptAir.[2][3][4] L'aereoIl velivolo coinvolto era un Airbus A320-232 registrato SU-GCB, numero del costruttore 2079. Il suo primo volo si svolse l'8 luglio 2003, venendo consegnato a EgyptAir il 31 ottobre dello stesso anno, e aveva dodici anni al momento del dirottamento.[1][5][6] Passeggeri ed equipaggioL'equipaggio era costituito da sei membri, piloti e assistenti di volo, e un addetto alla sicurezza, tutti egiziani, a bordo del volo 181.[7] Dei 56 passeggeri, 30 erano egiziani, 14 europei e 8 statunitensi.[7] Il dirottamentoIl volo 181 partì dall'aeroporto Borg El Arab di Alessandria alle 06:38 ora locale (UTC+2) per un breve volo verso l'aeroporto Internazionale del Cairo, con a bordo 56 passeggeri e sette membri dell'equipaggio.[8] Dopo il decollo, il comandante venne informato che un passeggero, che diceva di indossare un giubbotto esplosivo, pretendeva che l'aereo fosse portato a Cipro.[7][9] In seguito, un passeggero disse che durante il volo gli assistenti di volo avevano ritirato i passaporti dei passeggeri, cosa insolita per un volo nazionale ma, apparentemente, comune durante un dirottamento. L'aereo iniziò a guadagnare quota e venne annunciato che si stavano dirigendo verso Larnaca.[10] L'aereo atterrò in sicurezza all'aeroporto Internazionale di Larnaca alle 08:46 ora locale (UTC+3) e si posizionò in un'area di parcheggio remota. L'aeroporto fu quindi chiuso a tutto il traffico in entrata e in uscita.[11] I negoziatiDopo l'atterraggio a Larnaca partirono le trattative e tutti a bordo furono liberi di andarsene, tranne tre passeggeri e quattro membri dell'equipaggio.[12][13][14] Il dirottatore in seguito chiese di vedere la sua ex moglie, che viveva a Cipro, e chiese asilo nel paese. Inoltre consegnò alla polizia una lettera, indirizzata sempre alla sua ex moglie. I media statali ciprioti dichiararono che il dirottatore voleva il rilascio delle donne prigioniere in Egitto, e, secondo i funzionari egiziani, aveva chiesto di parlare con dei funzionari dell'Unione europea.[15] Le ultime sette persone in seguito scesero dall'aereo attraverso le scalette e un membro dell'equipaggio scese da una finestra della cabina di pilotaggio.[16] Alle 14:41 ora locale, il ministero degli Esteri cipriota twittò che il dirottamento era finito e che il dirottatore era stato arrestato. Nessuno dei passeggeri o dell'equipaggio rimase ferito. In un precedente tweet, il ministero aveva identificato il dirottatore come Seif Eldin Mustafa, un cittadino egiziano.[17][18] Più tardi, nel corso della giornata, venne fatta circolare la foto di un passeggero visto sorridere accanto a Mustafa, la cui presunta cintura esplosiva era visibile sotto il cappotto.[19] Il passeggero fu successivamente identificato come Ben Innes e la foto diventò virale.[20][21] Un esperto di sicurezza descrisse le azioni di Innes come irresponsabili e uno psicologo dell'Università di Cambridge affermò che Innes potrebbe essere stato guidato da "puro narcisismo", spiegando che i social media mancano dei controlli e degli equilibri delle vecchie forme di comunicazione.[22] A causa di alcuni problemi di sicurezza aeroportuale, i funzionari dell'aeroporto internazionale del Cairo ritardarono la partenza di un volo diretto all'aeroporto Internazionale John F. Kennedy di New York.[23] Il dirottatoreDopo essere stato arrestato, Seif Eldin Mustafa fu trattenuto in custodia a Cipro. I governi di Egitto e di Cipro dichiararono l'intenzione di estradarlo per processarlo in Egitto. A Cipro si svolse un procedimento legale, in quanto era richiesta un'ingiunzione del tribunale per l'estradizione. Un primo verdetto a sostegno dell'estradizione è stato impugnato da Mustafa, sulla base dei rischi per i diritti umani in Egitto.[24] Mustafa è stato infine estradato in Egitto, dove è stato processato e condannato all'ergastolo.[25] Note
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