Vittorio di Cesarea
Vittorio di Cesarea o San Vittorio Martire (data di nascita e di morte sconosciute) è stato un militare romano che tutte le Chiese venerano come santo. È l'unico santo a portare questo nome[1]. AgiografiaEra elencato nel Martirologio Geronimiano, che lo citava al 21 maggio (giorno in cui lo venera la Chiesa cattolica) assieme agli altri due martiri Polieuto e Donato[1][2]. Da lì il suo nome transitò verso il Martirologio Romano[1][2][3], tuttavia senza che ne venisse stesa un'agiografia[3]. Della sua vita, spesso confusa con quella di santi quasi omonimi (Vittore in particolare), non si conosce quasi nulla[1][2][3]. La tradizione vuole che sia stato un soldato dell'esercito romano[1][3][4][5] il quale, venuto in contatto con la nuova religione cristiana, si convertì. Durante una persecuzione dei cristiani[4] (secondo alcune ipotesi avvenuta sotto l’imperatore Traiano[1], secondo altre sotto Diocleziano[6]) subì il martirio a Cesarea di Cappadocia[1][2][3][4] insieme a due suoi compagni, i martiri Polieuto e Donato. Nel 1703 le sue spoglie furono traslate dalla catacomba di Calepodio alla chiesa del convento di Sant'Antonio al Monte[3], a Rieti, dove sono ancora oggi visibili sotto l'altare maggiore[5]. Reliquie di San Vittorio si trovano presso la chiesa dello Spirito Santo di Torino[7][8], conservate sotto la mensa dell'altare maggiore. Furono date da papa Benedetto XIV con bolla pontificia, e consegnate il 4 maggio 1743. CultoIl suo culto ebbe notevole diffusione in Italia[1][2][3] soprattutto grazie alla Casa Savoia, di cui diversi sovrani e principi portarono il nome. In Inghilterra cominciò ad essere particolarmente venerato[1] a seguito della salita al trono della regina Vittoria ed al suo lunghissimo regno, ricordato oggi col nome di età vittoriana. Il santo è portato a esempio di coraggio e di fede incrollabile; monito a rimanere fermi nei propri principi e nella propria fede, anche di fronte alle avversità più estreme; modello di virtù cristiana, in particolare per la sua lealtà a Cristo fino alla morte[4]. Nell'iconografia è usualmente raffigurato con indosso una tunica bianca[3] oppure la lorica[3] di soldato romano; regge in mano una spada[3], e nell'altra la palma[1][3] simbolo del martirio. È invocato contro il fulmine, la grandine e gli spiriti maligni[1][3]. Note
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