Vittore MarchiVittore Arnaldo Marchi (Potenza, 6 settembre 1892 – Roma, 1981) è stato un filosofo, magistrato e militare italiano. BiografiaFiglio di Antonio, professore alle scuole medie di Camerino già vicino a Felice Albani, collabora giovane a L'Apostolato Mazziniano delle edizioni jesine.[1] Libero docente di Storia della filosofia nell'ateneo romano, curò la pubblicazione di riviste in cui si confrontarono diversi autori, come Bernardino Varisco - di cui fu collaboratore alla Società filosofica italiana negli anni '30 - Francesco De Sarlo, Adriano Tilgher, Erminio Troilo, sino a Michele Cianciulli[2]. In particolare, si ricordano prima Dio e Popolo e poi L'idealismo realistico che accolgono scritti miranti alla ricostruzione della filosofia repubblicana di Giuseppe Mazzini, a cui fu dedito, e altri saggi di critica filosofica[3][4]. Quest'ultima, attiva fino agli anni '50, si pone inoltre come una voce alternativa all'estetica di Benedetto Croce e all'Attualismo di Giovanni Gentile, con cui si trova in accesa polemica (ospitando anche scritti di Evola nel 1924-28, come pure di Mondolfo e Chiaromonte)[5][6]. Militare di carriera e magistrato, invalido di guerra. Massone, membro del Grande Oriente d'Italia, il 28 maggio 1925 è promosso al 31º grado del Rito scozzese antico ed accettato[7]. Il 12 marzo 1944 prende parte come oratore al raduno in favore di repubblica e democrazia tenuto da Enrico Russo e Alberto Cianca a Napoli[8][9]. OmaggiMedaglia d'oro al benemerito della pubblica istruzione. Gli è stato dedicato un parco a Roma, Municipio IV, e un premio per tesi di laurea concernente il pensiero filosofico antico dall'Università degli Studi Roma Tre nel 2006. Pubblicazioni principali
Note
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