Il viceré del Liangguang (zh. 兩廣總督T, 两广总督S), più correttamente il governatore generale delle due province Guang e altre aree località, responsabile degli affari militari, del cibo e dei salari e degli affari di governo (zh. 總督兩廣等處地方提督軍務、糧饟兼巡撫事T, 总督两广等处地方提督军务、粮饷兼巡抚事S), era uno degli otto viceré che, durante le dinastie Ming (1368–1644) e Qing (1636–1912), amministrarono per conto di Pechino alcune regioni strategiche dell'Impero cinese.
Il viceré del Liangguang aveva giurisdizione sugli affari militari, civili e politici sulle allora province del Guangdong e del Guangxi, sovrapponibili oggi ai territori di Guangdong, Guangxi, Hainan, Hong Kong e Macao.
Alla fondazione della dinastia Ming (1368–1644) da parte del capo-ribelle Zhu Yuanzhang, poi imperatoreMing Hongwu (r. 1368–1398), la neonata dinastia di etniaHan mantenne la divisione dell'Impero in province ereditato dalla sconfitta dinastia Yuan (1271–1368) di etnia mongola. Alla metà del XV secolo, divenne però chiaro agli imperatori Ming ed alla loro Corte che necessitavano di un livello amministrativo intermedio tra la capitale e le province per meglio coordinarne la gestione e sedarvi eventuali rivolte. Si procedette così, partendo dal 1441, alla creazione di vicereami che accentrarono sotto di sé diverse province.
La carica di viceré del Liangguang fu creata nel 1452, regnante l'imperatoreMing Jingtai (r. 1449–1457), su proposta di Yu Qian, ed inizialmente identificato nella figura di Wang Ao. Dopo il mandato di Wang Ao, non v'é traccia di altri viceré del Liangguang fino al 1465, quando l'imperatore Ming Chenghua (r. 1464–1487) affidò l'incarico ad Han Yong, già Capo censore di sinistra, formalizzando poi ufficialmente la carica nel 1469 e fissandone la sede amministrativa a Wuzhou (Guangxi).
Nel 1536, durante il regno dell'imperatore Ming Jiajing (r. 1521–1567), il viceré Qian Rujing creò un ramo amministrativo separato a Zhaoqing (Guangdong). Nel 1564, il quartier generale si spostò da Wuzhou a Zhaoqing su proposta del viceré Wu Guifang approvata da Jiajing.
Dagli ultimi anni del regno di Ming Wanli (r. 1572–1620) la dinastia Ming dovette fronteggiare molteplici minacce, interne ed esterne, in un lento logorio che la costrinse a ripiegare verso le province meridionali dell'Impero ed infine la consumò.
Anzitutto, nel 1618, gli Jurchen della Manciuria, sotto il khaganNurhaci (r. 1616–1626), iniziarono il sistematico attacco della Cina. Nel 1621, i capi-tribù degli Yi del Sichuan e del Guizhou, She Chongming e An Bangyan, si rivoltarono all'oppressione fiscale dei Ming, imposta proprio per contenere la minaccia manciù, innescando una rivolta che sarebbe durata sino al 1629: c.d. "Rivolta di She-An".[1] Entro il 1627, la guerra con gli Jurchen (che si presentavano come eredi dell'antica dinastia Jīn, da cui il nome "dinastia Jīn posteriore" seppur passarono poi alla storia come "dinastia Qing") e con gli Yi avevano ormai prosciugato le casse dei Ming.[N 1][2] Fioccavano poi in quelle decadi disastri naturali (forse dovuti alla piccola era glaciale)[3] nelle province settentrionali dell'impero: fond. Shaanxi, Shanxi ed Henan.[N 2][4] Per gestire la crisi finanziaria provocata dai conflitti in atto, Ming Chongzhen (r. 1627–1644) tagliò i fondi del servizio postale imperiale, provocando la disoccupazione di massa di un gran numero di uomini delle province centrali e settentrionali intorno alla regione del Fiume Giallo, cioè appunto Shaanxi, Shanxi ed Henan, deteriorando ulteriormente il controllo governativo dell'area a favore di un banditismo ormai ivi endemico e di numerose rivolte contadine di vasta portata: nel 1628 scoppiò la prima grande rivolta contadina nella Cina del Nord[5] ed entro il 1631 circa 200.000 ribelli operanti in 36 gruppi distinti seminavano il caso nelle province settentrionali dell'Impero.[6] Nel 1644, il capo ribelle Li Zicheng dichiarò la fondazione dell'effimera dinastia Shun (1644–1645), marciò su Pechino e la conquistò, mentre Chongzhen s'impiccava ad un albero della Città Proibita. Mentre Li Zicheng tentava, inutilmente, di opporsi alla calata dei manciù di Dorgon (reggente per conto del nipote infante Qing Shunzhi, r. 1644–1661), principi e funzionari Ming ripiegarono sulla capitale meridionale, Nanchino, fondandovi la dinastia Ming Meridionale (1644–1683)[7] ed iniziando a contendete ai Qing il controllo sulla Cina del Sud.
Tra il 1644 ed il 1659, il controllo sul vicereame del Liangguang fu aspramente conteso tra i Qing ed i Ming Meridionali. Nel quadriennio 1644–1647, il viceré fu un funzionario Ming (contestualmente, gli imperatori Ming avevano la loro capitale a Fuzhou, nel Fujian, 1645–1646, e poi a Canton, nel Guangdon, 1646–1647). Dorgon strappò Canton ai Ming nel 1647 grazie ai servigi di un generale Ming voltagabbana, Li Chengdong, che lo sbarazzò dell'imperatore Ming Shaowu (mentre l'imperatore Ming Yongli si rifugiava a Nanning, nel Guangxi)[8] salvo poi ribellarglisi contro perché scontento che i Qing non fossero intenzionati a fare del Guagdong un viceregno ma un semplice governatorato![9] I Qing riuscirono a mantenere il controllo su parte del Guagndong con il viceré Tong Yangjia nel quadriennio 1647–1651, mentre i Ming avvicendavano ben otto diversi viceré (tra cui lo stesso Li Chengdong),[9] e riconquistarono definitivamente Canton nel 1650, anno della morte di Dorgon. Nel 1655, con il viceré-Qing Li Shuaitai, il quartier generale del vicereame (ora "vicereame del Guangdong" anche se controllava pure il Guangxi) tornò a Wuzhou ma solo nel 1659 si chiuse il mandato dell'ultimo (duraturo) viceré-Ming, Lian Chengbi.
Nel 1663, regnante Qing Kangxi (r. 1661–1722), allora un bambino sottoposto alla tutela d'una reggenza, il vicereame del Guangdong fu diviso in due sotto-unità: vicereame del Guangdong (incentrato su Lianzhou, nell'attuale contea di Hepu, Guangxi) e vicereame del Guangxi. Un anno dopo (1664), i due vicereami tornarono ad essere fusi in uso ed il quartier generale tornò a Zhaoqing.
Nel 1723, sotto l'imperatore Qing Yongzheng (r. 1723–1735), gli uffici furono nuovamente divisi in Guangdong e Guangxi ma furono nuovamente riuniti l'anno successivo (1724). Monarca misantropo e dispotico ma efficiente e vigoroso, Yongzheng fu strenuamente impegnato sia a combattere la corruzione a Corte sia a centralizzare l'amministrazione imperiale: fondamentale in questo senso fu la riorganizzazione del c.d. "Sistema Tusi" o 土司制度S, Tǔsī ZhìdùP, lett. "Sistema dei capi nativi"[10] tramite il quale i Qing (come i Ming e gli Yuan prima di loro) avevano governato, appoggiandosi sui Tusi (zh. 土司S, TǔsīP; lingua tibetana ཐོའུ་སི; lingua vietnamita 土司, Thổ ty; lingua mancese ᠠᡳᠮᠠᠨ ᡳ ᡥᠠᡶᠠᠨ, aiman i hafan), lett. "capi locali" o "capi tribù", le minoranze etniche nella Cina centrale, occidentale e sudoccidentale.[11] L'operazione non mancò di suscitare malcontenti e rivolte ed il mandarinomancese Ortai (1677-1745), fedelissimo di Yongzheng, dal 1723 Viceré di Yun-Gui (i.e. province di Yunnan e Guizhou), i territori immediatamente ad occidente del Liangguang, dovette fronteggiare un'estesa rivolta del popolo Miao.[12][13][14] Per facilitare le operazioni di Ortai, Yongzheng pose il Guangxi sotto la sua giurisdizione e solo nel 1734, quando lo Yun-Gui fu del tutto pacificato, il Guangdong ed il Guangxi tornarono ad essere fusi in un unico ufficio, il Viceré del Liangguang, ove 兩廣T, 两广S, LiǎngguǎngP, lett. "Due [province] espanse" indicava appunto Guangdong, Guangxi, l'isola di Hainan e i territori costieri di Macao ecc., e tali rimasero così fino al 1905.
Nel 1746, durante il regno dell'Imperatore Qing Qianlong (r. 1735–1796), il quartier generale del vicereame tornò a Canton e ivi rimase permanentemente. Nel medesimo periodo, l'imperatore fece della città e principale polo commerciale della Cina concentrandovi tutti gli scambi commerciali ufficiali con le potenze europee tramite il c.d. "Sistema di Canton".[15]
Nel 1905, durante il regno dell'imperatore Qing Guangxu (r. 1875–1908), il viceré del Liangguang ricoprì contemporaneamente la carica di governatore provinciale del Guangdong.
^A titolo di es.: il 24 gennaio1556 uno dei più devastanti terremoti della storia colpì la provincia dello Shaanxi, nei pressi di Hua Shan (Weinan), provocando la morte di circa 830 000 persone.
^abWakeman 1985, pp. 760-761 (resistenza Ming nel tardo 1647) e 765 (ammutinamento di Li Chengdong).
^(EN) Jennifer Took, A Native Chieftaincy in Southwest China: Franchising a Tai Chieftaincy under Tusi System of Late Imperial China, Leida, Brill, 2005, p. 233.
^(EN) R. Kent Guy, Qing Governors and Their Provinces: The Evolution of Territorial Administration in China, 1644-1796., University of Washington Press, 2010, pp. 334-351.
^(EN) Chao-ying Fang, Ortai, in Arthur Hummel Sr. (a cura di), Eminent Chinese of the Qing Period, Introduction by Pamela Kyle Crossley, rev., Berkshire Publishing Group, 2017 [1943], pp. 454–456, ISBN9781614728498.
(EN) John K. Fairbank e Kwang-Ching Liu (a cura di), Late Ch'ing 1800–1911, Part 2, The Cambridge History of China, 1980, ISBN978-0-521-22029-3.
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